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Gestione separata e nuovo regime dei minimi: troppe mazzate, quali alternative?

30 Dicembre 2014 Lavoro, Previdenza

Nuovo regime dei minimi e aumento dei contributi alla gestione separata agitano in questo fine d’anno i sonni di molti freelance con partita IVA.

ACTA ha sempre contrastato il progressivo aumento dei già alti contributi imposti ai lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata facendosi sentire in tutte le sedi, dal web ai media tradizionali, dal territorio fino alle commissioni parlamentari.

Nonostante gli sforzi profusi, tuttavia, l’evidente ragionevolezza della nostra posizione, supportata da analisi tecniche e autorevoli pareri e precedenti, non è stata presa in alcuna considerazione nel ridisegnare la mappa del lavoro in Italia.

A fronte di interventi volti ad incentivare e supportare economicamente alcune categorie quali

  • dipendenti, specie se già assunti (es. 80 euro, non applicazione di parte del Jobs Act),
  • aziende (sgravi contributivi, maggior libertà di gestione)
  • commercianti e artigiani (abolizione del minimale INPS, semplificazione burocratica e riduzione del carico fiscale fino a 40 e 25 mila euro di fatturato)

sì è proceduto invece a sbloccare il previsto aumento della contribuzione obbligatoria nelle già floride casse della gestione separata Inps da parte dei lavoratori autonomi portandola vicino al 31% a partire dal 2015, per arrivare a sfiorare l’assurdo prelievo del 34% (33,72),  più di un terzo del reddito imponibile, entro il 2018.
   
(guarda il trend di crescita dei contributi alla gestione separata)

Nel frattempo, oltre all’aumento dei contributi dovuti alla gestione separata, si è pensato bene di escludere di fatto i professionisti autonomi e freelance da qualunque agevolazione fiscale e burocratica.
I 15 mila euro di fatturato lordo fissati come tetto massimo per poter accedere al nuovo regime dei minimi, la cui tassazione va comunque a triplicare (!),  prevedono infatti un reddito netto vicino alla soglia di povertà e non sono nemmeno sufficienti per potersi vedere riconosciuto un anno intero di anzianità contributiva. Se consideriamo che sino a 12.000 euro non c’è convenienza del nuovo regime rispetto a quello semplificato (il “normale” regime non agevolato), è evidente che la platea interessata dal nuovo regime dei minimi è davvero ristretta!

Il quadro è sconfortante (per non dire di peggio) e, visto nell’insieme, fa sorgere molti dubbi sui reali obiettivi di un’operazione in cui la nostra cassa, quella a cui molti hanno affidato attese di assistenza e pensione, appare vista solo come una preda, facile terra di conquista e saccheggio (vedi ricerca ACTA sui ritorni in temini di prestazioni assistenziali)

Naturalmente non possiamo accettare quanto sta accadendo e ci muoveremo, anche in accordo con le altre realtà rappresentative del lavoro autonomo e del mondo dei freelance, per modificare i requisiti per l’accesso al regime dei minimi, per eliminare le sperequazioni relative alla gestione separata e per fornire ai lavoratori freelance, già provati, come tutti, dalla difficile congiuntura economica, indicazioni utili alla sopravvivenza.

Nel frattempo, dopo aver provato ad immaginare quali domande vi state ponendo (non dovrebbe essere difficile visto che sono anche le nostre), cerchiamo di fornire qualche prima risposta, anche rimappando materiali e documenti già presenti nel sito ACTA.

E’ obbligatorio versare i contributi ad una cassa “pubblica”, non potrei provvedere direttamente?
Sì è obbligatorio versare ad una cassa pubblica; è possibile provvedere direttamente solo per costruire una “pensione integrativa”.

Quali sono le forme alternative all’iscrizione alla Gestione Separata Inps?
Per chi ne avesse i requisiti è possibile aprire una posizione contributiva presso

gestione commercianti Inps,

gestione artigiani Inps (vedi circolare Inps )

Entrambe le gestioni offrono un proprio sistema di tutele (es. maternità e malattia). Anche questo elemento va considerato nella scelta, stiamo quindi preparando del materiale che faciliti un confronto più completo tra le diverse opzioni.

nb:  le schede presenti nel sito web dell’Inps non sono ancora aggiornate. Abbiamo fatto una stima di quella che potrà essere la contribuzione nei prossimi anni  per le due fasce di reddito attualmente previste, che andranno ad uniformarsi , che trovate nella scheda Contributi Commercianti e Artigiani.

Oltre al lavoro autonomo, l’attività potrebbe esercitarsi nella forma della società, solitamente di persone (società in accomandita semplice o società in nome collettivo):

per costituirla è obbligatorio l’atto notarile in quanto si crea un soggetto autonomo rispetto ai singoli soci. La società non dev’essere funzionale al mero vantaggio fiscale, diversamente ci si espone a contestazioni da parte degli organi di verifica.
Le società costituiscono sempre attività di impresa riferibili alla gestione artigiani o commercianti.
Obblighi contributivi nella società di persone: nella snc tutti i soci sono iscritti alla gestione Inps per cui devono pagare i contributi singolarmente mentre nella sas il socio accomandante che non opera prevalentemente nella società non è tenuto al versamento dei contributi Inps.

Attività con cessione del diritto d’autore: è possibile cedere i diritti sulla componente creativa di un lavoro (es la parte creativa di un sito, la creazione di materiale didattico).
Tassazione Irpef sul 75% del corrispettivo pattuito (60% se l’autore è di età inferiore ai 35 ani), non assoggettabile a contribuzione Inps. E’ prevista la ritenuta d’acconto.
leggi l’articolo di ACTA sul diritto d’autore  )

Per cambiare tipologia di attività (imprenditore artigiano/commerciante) devo chiudere e riaprire l’attuale Partita IVA o posso utilizzare la stessa?
Non è necessario chiudere la partita IVA ma, previa analisi della situazione individuale, è possibile utilizzare la stessa evidenziandone l’evoluzione strutturale/organizzativa. In taluni casi può invece essere opportuno chiudere la partita IVA come professionista autonomo ed aprirne una nuova di tipo imprenditoriale. Tali situazioni vanno valutate caso per caso insieme al proprio consulente fiscale.

Se cambio gestione cosa succede ai contributi che ho versato, li perdo?
I contributi non si perdono. Al momento della richiesta di pensione, tramite l’istituto della totalizzazione è possibile unificare gratuitamente la contribuzione alle diverse casse nelle quali siano stati versati i contributi (anche se per periodi inferiori a tre anni).
Saranno erogate due pensioni, una da Inps e una da Gestione Separata.
Nel caso in cui vi siano contributi versati in regime retributivo (prima del 31 dicembre 1995), la richiesta di totalizzazione fa sì che la pensione sia calcolata interamente con il meno favorevole metodo contributivo
. Sulla totalizzazione leggi la scheda Inps
Altra possibilità è la ricongiunzione ma in tal caso l’unificazione dei contributi è onerosa e quindi si paga.
NB: La ricongiunzione dei contributi provenienti dalle Gestioni speciali dei lavoratori autonomi avviene sempre con pagamento di un onere da parte del richiedente.
In questo caso, la facoltà di ricongiunzione può essere esercitata a condizione che l’interessato possa far valere, successivamente alla cessazione dell’attività come lavoratore autonomo, almeno cinque anni di contribuzione in qualità di lavoratore dipendente, in una o più gestioni pensionistiche obbligatorie.
(vedi scheda Inps sulla ricongiunzione)

I contributi versati nell’anno alla gestione separata mi danno sempre diritto al riconoscimento dell’intero anno ai fini del calcolo dell’anzianità contributiva?
Tale affermazione è vera solo se i contributi vengono versati su un reddito minimo (15.357,00 euro nel 2013):  in caso contrario l’anzianità contributiva verrà ricalcolata al ribasso, in proporzione al reddito e quindi ai contributi versati (es: almeno 15.357,00 = 1 anno di anzianità contributiva, reddito di 12.000,00 euro = 9 mesi di anzianità contributiva utile al fine del diritto alla pensione).

Se svolgo l’attività in forma di impresa artigiana o commerciale sono soggetto a ritenuta d’acconto?
No, la ritenuta d’acconto non è dovuta.

ACTA

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33 Commenti

  1. Christian73

    Reply

    Io lavoro nel mondo della formazione e o sei un libero professionista o per un meccanismo maledetto non puoi avere incarichi superiori al 30% del budget di formazione. Quindi le alterative sono o sottostare agli aumenti INPS (visto che nessuno ti da incarichi neanche come azienda uni personale) o chiudere la partita IVA e punto!! lasciando un lavoro che si ama ma che non è più economicamente sostenibile. Qualcuno e/o ACTA ha qualche soluzione in merito?

    30 Dic 2014
  2. Alessandro

    Reply

    Non sei uno statale o un pensionato, non voti PD, devi morire

    31 Dic 2014
  3. Alessandro

    Reply

    “Ironia” a parte, qualcuno sa se i contributi delle casse “alternative” vengono ricalcolati in modo diverso da quelli della GS?

    31 Dic 2014
  4. Anna Soru

    Reply

    Per tutti coloro che sono nel sistema contributivo (dipendente, artigiano, commerciante, gestione separata…) il calcolo della pensione avviene allo stesso modo. Il problema della pensione contributiva riguarda tutti i giovani e anche i non giovani se sono iscritti alla gestione separata (perché in questo caso non furono introdotte misure transitorie). Riguarda quindi un numero elevato e crescente di persone, ma il tema non è ancora entrato nell’agenda politica.

    31 Dic 2014
  5. Alberto

    Reply

    Grazie mille Acta per le preziose informazioni. Avrei una domanda: nel 2014 ho operato come libero professionista iscritto alla gestione separata. Ho quindi versato i relativi acconti Inps per il 2015. Ora la domanda: se cambiassi attività diventando commerciante, gli acconti versati quest’anno sarebbero comunque validi ai fini del pagamento Inps per il nuovo anno oppure dovrei ricominciare da zero a versare i contributi chiedendo un rimborso degli acconti versati quest’anno? (Che chissà quando arriverebbe….). Grazie in anticipo per chi mi potra’ rispondere! E buon anno a tutti voi!

    31 Dic 2014
  6. Alberto

    Reply

    Aggiungo solo che la domanda che ho postato sopra rappresenta un aspetto chiave per capire cosa fare. Grazie di nuovo!

    31 Dic 2014
  7. Anna Soru

    Reply

    Gli acconti versati nel 2014 sono per il 2014 ( 1 dicembre secondo acconto, nel 2015 sarà da versare il saldo).

    31 Dic 2014
  8. Stefania

    Reply

    Grazie per le info! Sono una traduttrice freelance e ho aperto la partita IVA quest’anno, aderendo al regime dei minimi. Stavo meditando di lasciare la gestione separata per iscrivermi alla cassa artigiani e commercianti come impresa individuale e a questo proposito vorrei sapere se, mantenendo la propria P.IVA, è possibile rimanere nel “vecchio” regime dei minimi, con aliquota al 5%, o se bisognerebbe aderire al nuovo.
    Auguri per un felice 2015 (nonostante tutto!)

    1 Gen 2015
  9. Angela

    Reply

    Salve,
    vorrei sapere come ci si cancella dalla gestione separata INPS.
    Sono un professionista che intende iscriversi alla sua cassa (avrei dovuto farlo prima) senza chiudere la partita IVA. Sul sito dell’inps non si trovano informazioni o non le trovo io.

    Grazie

    1 Gen 2015
  10. Raffaella

    Reply

    Anch’io cambierei volentieri gestione previdenziale, ma ho un dubbio: quanto è lecito passare a una gestione diversa se la propria attività (nel mio caso traduttrice freelance) è ascrivibile alla GS? Supponendo che vengano eseguiti controlli sui nuovi iscritti a casse quali commercianti o artigiani, chi fornisce servizi che rientrano in quelli previsti dalla GS non sarebbe forse passibile di sanzione? Occorrerebbe forse indicare in fattura servizi diversi da quelli effettivamente forniti?

    1 Gen 2015
  11. Alessandro

    Reply

    Unendomi alle domande di cui sopra, sarebbe bello anche sapere quali sono i vantaggi delle altre casse, oltre all’aliquota più bassa. Che forse non è neanche un vantaggio alla fine, considerando che cmq la nostra pensione sarà calcolata col contributivo

    2 Gen 2015
  12. Giuseppe

    Reply

    Salve,
    Ho partita iva in regime dei minimi e sono iscritto alla gestione separata.
    Quindi da quest’anno io potrei passare alla cassa imprenditori/artigiani e rimanere con il vecchio regime ma versando i contributi nella cassa artigiani senza più il minimale?

    2 Gen 2015
  13. Giuseppe

    Reply

    Aggiungo,
    se quest’anno passo dalla GS alla cassa artigiano, cosa succederebbe agli acconti che dovrò versare quest’anno?

    2 Gen 2015
  14. paolo

    Reply

    Spiace deludere ma la soluzione non è nel chiudere la G.S. ma nel chiudere tutte le casse che erogano pensioni regalate, nelle pensioni gonfiate dei sindacalisti e dei politici, nelle pensioni baby e oro, negli stipendi d’oro, d’argento e di bronzo ossia in tutte le spese pubbliche irragionevoli e non più sostenibili che dovete purtroppo sostenere voi.
    Ad esempio l’elusione fiscale connessa alla adesione ai fondi pensione costa qualche miliardo di euro.
    Oppure la gestione dei patrimoni delle casse dei professionisti che costa miliardi di euro al bilancio dello Stato.
    Sono le lobbycrazie che con pochi colpi ben assestati sfasciano l’Italia.

    3 Gen 2015
  15. alessandro.zarrilli

    Reply

    A mio modesto avviso le schede dei contributi artigiani e commercianti sono sbagliate, in quanto sono basate sui dati riportati sul sito dell’INPS che sono aggiornati al 2010. Alla luce della circolare dell’INPS 19/2014:
    http://www.inps.it/bussola/VisualizzaDOC.aspx?sVirtualURL=/circolari/Circolare%20numero%2019%20del%2004-02-2014.htm&iIDDalPortale=&sAltriParametri=iIDNews=TUTTI
    le aliquote sono più alte di circa due punti percentuali, e gli scaglioni sono diversi. Anche cercando su web si trovano aliquote diverse per il 2014. Ho riportato i dati che ritengo corretti su questo foglio di calcolo:
    http://goo.gl/8gDCCj
    Non sono un esperto, vi prego di correggermi se fossero errati.

    4 Gen 2015
  16. Stefano

    Reply

    Gentile dott.ssa Soru, so che esistono attività di tipo intellettuale (corrispondenti a precisi codici ateco) che l’agenzia entrate ha riconosciuto quali “papabili” per poter aprire una impresa individuale iscritta al registro imprese commercianti, con conseguente iscrizione alla gestione commercianti dell’Inps .
    E’ possibile sapere quali sono e qual è la norma/circolare dell’AdE a cui riferirsi? Credo interessi a tutti i lettori del sito ACTA.
    Grazie mille.

    4 Gen 2015
  17. Stefano

    Reply

    P.s. al mio post precedente: di questo elenco di attività “papabili” si era parlato al seminario “Fuga dalla gestione separata” organizzato da Acta nel 2012, ma servirebbe sapere i codici ateco aggiornati e la normativa di riferimento. Grazie ancora

    4 Gen 2015
  18. Anna Soru

    Reply

    X Alessandro Zarrilli, anche noi non siamo esperti e purtroppo Inps pubblica spesso dati non aggiornati. Grazie della segnalazione. Ora con la fine delle festività sarà più facile fare delle verifiche.
    X Stefano e altri, cercheremo di raccogliere i materiali necessari al più presto.

    4 Gen 2015
  19. Ale

    Reply

    Per Anna Soru: siete certi che commercianti e artigiani avranno *tutti* l’abolizione del minimale INPS? Ho cercato in rete, ma trovo solo che sarà abolito solo per commercianti/artigiani *nel regime dei minimi*.

    Altra cosa… per via dei codici ATECO (aspetto anche io la risposta a Stefano, non sono certa) non mi risulta che per un traduttore sia possibile passare in cassa commercianti E nei minimi dei commercianti (non per tutti la cassa commercianti in regime ordinario conviene, se manca l’abolizione dei minimali)… i nostri codici ATECO (Traduttori interpreti, 70 e qualche cosa) ci infilano diritti nella soglia dei minimi dei 15.000 euro.

    Interessante anche la domanda di Raffaella.

    Ricordo anche che se si aderisce ai (qualsivoglia) minimi si deve restituire l’IVA detratta l’anno scorso, tenetene conto nei vostri calcoli (per la serie, sì, l’abbiamo detratta *secondo un altro regime* ma sono esosi e la rivogliono indietro retroattivamente.)

    Parlerò con la commercialista appena apre (e deciderò entro febbraio, data limite annuale per cambiare gestione e regime), ma andrà a finire che al di sotto di determinate soglie piuttosto che la gestione commercianti converrà il regime di diritto d’autore (e una riduzione almeno della metà della tipologia di lavoro possibile).

    Grazie Renzie, veramente un bel regalo, **17 anni di esperienza** buttati al vento. I miei clienti saranno FELICISSIMI.

    5 Gen 2015
  20. Ale

    Reply

    p.s. Alessandro, bella tabella. Però non si dovrebbe tener conto anche della detrazione lavoro autonomo (o “no tax area”-che tanto fa sballare i minimi, ché poi non convengono mai rispetto al regime ordinario)?

    5 Gen 2015
  21. Anna Soru

    Reply

    Abbiamo corretto il riferimento alla contribuzione INPS di commercianti e traduttori.

    Per Ale ci sono anche tra i soci Acta dei traduttori nel regime commercianti.
    Da quanto abbiamo capito nel caos dell’informazione sul tema, i criteri che definiscono soglie e stime dei costi nel regime dei minimi sono per codice ateco e non per cassa di previdenza, quindi un traduttore comunque, secondo la nostra interpretazione, dovrà stare entro i 15.000 euro e con costi stimati al 22%, ma con la contribuzione previdenziale dei commercianti.

    Gli aspetti da considerare sono moltissimi, sia per la scelta del regime contributivo (tipologia di attività in generale o con riferimento a specifici programmi, es. nella formazione finanziata occorre non essere impresa, tutela della maternità e della malattia etc…), sia per la scelta di rientrare nel regime dei minimi (oltre al livello di fatturato, quanti costi si riesce a portare in detrazione, va considerato che può essere più vantaggioso se si lavora con enti pubblici, che hanno Iva come costo e che quindi spesso incaricano con Iva compresa etc…), comunque va fatto un esame caso per caso con l’aiuto di un commercialista.

    5 Gen 2015
  22. Giuseppe

    Reply

    Da quello che ho letto in giro,
    il regime contributivo agevolato ( che vede la soppressione del minimale per la cassa artigiani e commercianti) sembra essere riservato a chi aderisce al nuovo regime fiscale agevolato (il forfetario).

    Visto e considerato che con il nuovo forfetario l’imp. sost. viene triplicata (15%) per quanto mi riguarda (regime dei minimi 2014) non vi è alcun vantaggio nell’aderire al nuovo regime fiscale per usufruire del regime contributivo agevolato. Ovviamente tutto ciò dipende dal reddito.

    Altra cosa che ho letto è una possibile riduzione della GS al 25% circa (attraverso la riduzione dei vantaggi alle altre casse o tramite nuovi fondi), ma sono solo voci di corridoio al momento.

    Comunque vi ricordo che la soppressione del minimale per le casse è opzionale, questo significa che caso per caso vanno fatte le dovute valutazioni sul da farsi.

    Attendiamo quindi informazioni e dati certi prima di agire.
    Complimenti ancora ad ACTA per quello che fate.

    5 Gen 2015
  23. Alessandro

    Reply

    Alessandro Zarrilli, puoi fare la stessa tabella con i commercianti?

    6 Gen 2015
  24. Carlo

    Reply

    Buongiorno, grazie mille per l’articolo, siete un faro in un oceano di confusione. Potreste spiegare, in termini pratici, qual è la differenza fra totalizzazione e ricongiungimento dei contributi? Grazie

    13 Gen 2015
  25. alessandra Berrè

    Reply

    Vorrei sapere gentilmente se anche x i fisioterapisti con p.iva, poiché non abbiamo un albo e quindi una cassa a parte, se è possibile passare dalla gestione separata inps ad altra cassa perché seriamente non ce la faccio più con queste tasse.

    13 Gen 2015
  26. alessandra Berrè

    Reply

    Vorrei sapere gentilmente se anche x i fisioterapisti con p.iva, poiché non abbiamo un albo e quindi una cassa a parte, se è possibile passare dalla gestione separata inps ad altra cassa perché seriamente non ce la faccio più con queste tasse.

    13 Gen 2015
  27. Andrea

    Reply

    Buongiorno,

    il mio caso è un po’ particolare: sono un ingegnere iscritto all’albo, sono stato iscritto INARCASSA quando svolgevo attività di progettista, poi sono diventato Agente di assicurazioni e ho dovuto spostarmi all’INPS commercianti, nel 2012 ho cessato l’attività di Agente e sono diventato Formatore e Coach. La mia commercialista mi ha fatto cancellare dall’INPS commercianti e spostato nella Gestione Separata.
    Pur non svolgendo attività “tecniche”, essendo tuttavia ancora iscritto all’ordine degli ingegneri, potrei tornare in INARCASSA e cancellarmi dall’INPS Gestione Separata?
    Grazie e buona giornata?

    15 Gen 2015
  28. Ale

    Reply

    Grazie della risposta, Anna,
    ma i traduttori nel regime commercianti che conosco io tengono anche corsi, e il mio commercialista ha detto che al di là dei minimi, quella sarebbe per lui la discriminante tra il farmi passare in quel regime e non farlo (no grazie, non è il mio mestiere, avessi voluto fare il formatore non avrei nemmeno iniziato a tradurre).
    Quanto al lavorare con gli enti pubblici… fatto una sola volta anni e anni fa e non ho intenzione di riprendere ora. Già pagano a babbo morto i clienti privati, non ho intenzione di dover (di nuovo) aspettare 6/8 mesi un pagamento.
    Sulla soglia dei minimi non commento nemmeno.

    16 Gen 2015
  29. Serena

    Reply

    Gentile Anna,

    io sono p.iva dal 30/12 (non a caso) per altre attività servizi professionali nca, codice ateco 749099 e mi sono iscritta alla gestione separata inps.

    Credi che nel mio caso sia possibile scegliere un’iscrizione alternativa? e se sì quale? io lavoro come consulente junior nella proprietà intellettuale, ma non sono ancora iscritta all’ordine dei consulenti in p.i. (che cmq non prevede una cassa)

    Io ho un contratto di Tirocinio Professionale a norma del Regolamento dell’ Ordine dei Consulenti in Proprietà Industriale, Testo del 4 maggio 2012 modificato ai sensi D.P.R. 07.08.2012.

    Potrei scegliere l’opzione cessione del diritto d’autore? Nel mio casso (sotto i 35) molto conveniente.

    Spero di ricevere una tua risposta

    Grazie.
    Inoltre vorrei iscrivermi alla vostra associazione. Puoi darmi istruzioni, riferimenti, costi etc?

    Ti ringrazio e complimenti per l’ottimo lavoro e l’impegno

    21 Gen 2015
  30. Claudio

    Reply

    Buongiorno,
    Vorrei avere una delucidazione in merito alla pensione inps commercianti e pensione gestione separata. Io sto versando i contributi nella gestione inps commercianti e contemporaneamente anche nella gestione separata come amministratore di società. Stando ai calcoli, dovrei maturare la pensione di anzianità nel 2022 con 43 anni e 6 mesi come gestione commercianti, con il sistema retributivo fino al 2011 e contributivo dopo. Come si coniugano le due pensioni commercianti e separata? una volta raggiunto il requisito in una gestione, in questo caso quella dei commercianti, posso ricevere simultaneamente anche quella nella gestione separata? Attualmente ho maturato 12 anni nella seconda gestione. Se così non fosse quando maturerò la pensione anche nella gestione separata?

    Grazie

    23 Feb 2015
  31. fabrizia

    Reply

    Carissimi volevo condividere un informazione importante.
    Mi sono recata al patronato della mia provincia di riferimento Sasso Marconi provincia Bologna e ho ricevuto notizie molto interessanti e puntuali.
    Se qualcuno ha oltre alla gestione separata anche versamenti da dipendenti può essere interessante andare a condividere la propria situazione per valutare che non convenga smettere di versare alla gestione separata e versare commercianti o artigiani dove questi contributi non si perdono ma si cumulano agli anni da dipendenti.

    Resta salvo il fatto che se si risolvesse il problema gestione separata non dovremmo ricorrere a mezze soluzioni.
    Buona giornata a tutti
    Fabrizia

    13 Mar 2015
  32. Fabrizio

    Reply

    Buonasera, vorrei chiedervi a cosa andrei incontro se chiudersi la partita iva dopo neanche un anno che l’ ho aperta?? Grazie

    16 Mar 2015

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Gestione separata e nuovo regime dei minimi: troppe mazzate, quali alt…

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