Partite IVA, sistemi di coalizione e vita spericolata
6 Maggio 2009 Diritti, Lavoro, News, Vita da freelance
Sul Corriere della Sera di oggi 86 maggio 2009) è stato pubblicato un lungo articolo – che parte in prima pagina – sulle Partite IVA. Il pezzo, a firma di Dario Di Vico, dal titolo “Partite Iva, una vita spericolata“, contrappone la loro continua crescita, testimoniata da recenti dati dell’Agenzia delle Entrate, con la scarsa rilevanza politica. Come giustamente sottolinea l’articolo, le variegate fonti disponibili non consentono di tracciarne un quadro coerente e di distinguere le diverse eterogenee componenti Di Vico evidenzia anche l’incapacità di organizzazione delle Partite IVA. Tuttavia osserviamo:
- non ha senso parlare del totale delle Partite IVA, perché si mettono insieme tutte le diverse tipologie di lavoratori autonomi (commercianti, artigiani, agricoltori, professionisti), le imprese, le associazioni ecc.;
- la rappresentanza è anche essa da riferire alle diverse componenti, molte delle quali hanno una rappresentanza fortissima (Confindustria, per esempio, ma anche Confcommercio, Associazioni artigianali, per non parlare delle potentissime associazioni agricole ecc.);
- per quanto riguarda la nostra categoria, che più volte ha inutilmente cercato rappresentanza nelle organizzazioni sindacali e datoriali già esistenti, c’è l’esperienza di Acta, che ha dovuto scegliere la difficile e “spericolata” strada dell’autorganizzazione.
1 Commenti
giuseppe
Replyho letto l’articolo che avete segnalato. E’ un po’ un minestrine, però ho trovato interessante la parte sui senza nome, in cui il giornalista sostiene che se gli autonomi vengono chiamati partite iva i dipendenti per analogia potrebbero essere chiamati modello centouno.