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Busta arancione e Gestione separata, le reazioni

11 Maggio 2010 Lavoro, Previdenza

La denuncia di ACTA ha smosso le acque! All’articolo di Dario Di Vico, sul Corriere della Sera del 4 maggio 2010, “PARTITE IVA – La busta che non arriva e i professionisti senza rete“, già segnalato e messo in download anche nel precendete post, sono seguiti numerosi commenti e segnalazioni, soprattutto sul Web, determinate dalla camapagna promossa da ACTA. Tra gli ultimi interventi, segnaliamo “Io, Partita IVA” di Debora Serracchiani (PD) proprio sul Blog “Generazione PRO PRO” del Corriere della Sera.

La replica dell’INPS a tutta questa vicenda è stata affidata a un Comunicato Ufficiale dell’11 maggio 2010, con cui si annuncia che dopo l’estate circa tre milioni di cittadini iscritti alla Gestione Separata, dotandosi di PIN, potranno consultare online il loro Fascicolo Previdenziale Personale. Ebbene, quale è la novità? Da anni abbiamo questa possibilità, come dimostra il documento con cui l’INPS già nel 2004 forniva a una nostra socia  il famoso PIN.

Questo non è ciò che il Ministro Sacconi aveva promesso il 22 aprile 2009 nel corso di un’interrogazione parlamentare alla Camera, riconfermando poi nel mese di giugno alla COVIP – Commissione di vigilanza sui fondi pensione, la medesima intenzione. Il ministro aveva parlato dell’invio annuale a ogni contrbuente di una Busta Arancione con l’estratto conto aggiornato sullo stato del proprio accantonamento previdenziale e le proiezioni sui tempi di maturazione dei requisiti per il pensionamento e sulle potenziali prestazioni pensionistiche maturate a fine carriera.

Questo strumento, introdotto in Svezia da quando esiste il sistema contributivo, ha l’obiettivo di rendere trasparente l’azione amministrativa e di sensibilizzare tutti a tenere sotto controllo le proprie prospettive pensionistiche in modo che si possa ricorrere a una previdenza complementare in caso di difficoltà.

Come mai la promessa non è mantenuta? A nostro avviso questo risponde a una scelta precisa: senza informazioni la maggior parte di noi continuerà a non protestare! Soltanto al momento del pensionamento scoprirà che, pur avendo versato contributi altissimi, percepirà una pensione misera. Si sceglie così deliberatamente di non informare per non creare allarme sociale. Tra 15-20 anni, quando andrano in pensione le prime coorti della popolazione interessata in toto dal passaggio verso il sistema pensionistico contributivo, il problema esploderà con tutta la sua crudezza, ma sarà troppo tardi per porvi rimedio! Chiediamo una risposta ufficiale da parte del Ministro e del Presidente dell’INPS: Perché nascondete la verità?

Anna Soru

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di Anna Soru tempo di lettura: 2 min
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