Cassazione su Gestione Separata, arriva il commento del CERM
14 Maggio 2010 Previdenza
Non siamo i soli a considerare sconcertante la Sentenza 3.240 del 2010 della Corte di Cassazione, già citata nel corso della Campagna ACTA sulla Busta Arancione, che dichiarava il contributo alla Gestione Separata INPS una “tassa aggiuntiva“.
Avevamo segnalato la sentenza a Nicola Salerno, senior economist presso il CERM, che ha scritto “Un commento alla recente sentenza della Corte di Cassazione n. 3240 del 12 Gennaio 2010” (.PDF in download). Sulla frase della Corte da noi contestata: “[…] più che un contributo destinato ad integrare un settore previdenzialmente scoperto, i conferimenti alla gestione separata hanno piuttosto il sapore di una tassa aggiuntiva su determinati tipi di reddito, con il duplice scopo di ‘fare cassa’ e di costituire un deterrente economico all’abuso di tali forme di lavoro”,
Salerno osserva:
“Conclusione non condivisibile perché, da un lato, quelle categorie occupazionali/professionali non avevano copertura previdenziale […]; e, dall’altro, perché all’onere contributivo corrisponde l’alimentazione del piano pensionistico obbligatorio e la maturazione della rendita futura. La nuova contribuzione alla Gestione Separata, pertanto, non ha avuto e non ha né la caratteristica di aggiungersi a qualcosa di omologo e preesistente, né la caratterista di uno strumento fiscale (di una imposta o di una tassa)”.
Nel commento conclusivo si legge che la sentenza rappresenta “un esempio emblematico di come, se la funzione giurisdizionale viene lasciata sola nel supplire ai vuoti normativi e alla frammentarietà del diritto della sicurezza sociale, emerge il rischio di alimentare le incongruenze presenti nell’attuale corpo normativo“.
Nel suo Commento l’economista auspica un’armonizzazione del sistema pensionistico che superi le diversità corporativistiche e sia finalizzata a fornire continuità di trattamento “nel passaggio tra attività lavorative/professionali, tra tipologie contrattuali o tra settori/comparti“.