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Stessi contributi versati, Gestioni diverse: la pensione è dimezzata

19 Maggio 2010 Diritti, Previdenza, Vita da freelance

L’abbiamo più volte denunciato: chi ha una posizione presso la Gestione Separata è discriminato poiché non può effettuare cumuli. Non può trasferire su altre Gestioni quanto versato a questa Cassa, né raggiungere gli anni necessari alla pensione di vecchiaia cumulando versamenti effettuati su altre Gestioni. Ripubblichiamo volentieri un commento ricevuto da Maurizio, un lettore del sito, che parla addirittura di “pensione dimezzata“:

Due lavoratori all’età di 60 anni possono trovarsi in condizioni completamente diverse riguardo alla loro pensione, pur avendo versato circa lo stesso ammontare complessivo di contributi all’INPS.

Infatti uno può essere già in pensione da alcuni anni e con il sistema retributivo mentre l’altro deve aspettare i 65 anni (che diventano quasi 66 a causa delle finestre) e ricevere una pensione comunque ridotta oppure raggiungere i 40 anni di anzianità contributiva e ottenere una pensione ancor più ridotta.

La disparità di trattamento tra i due lavoratori è enorme: considerando gli anni senza assegno pensionistico e l’importo molto minore di questo, l’ammontare complessivo della pensione che l’INPS corrisponderà al lavoratore svantaggiato sarà circa la metà di quello dell’altro. Cioè uno dei due, pur avendo versato nel corso della sua vita lavorativa gli stessi contributi all’INPS, rispetto all’altro riceverà una pensione dimezzata!

La “differenza” tra i due lavoratori sessantenni è semplicemente che uno ha continuato a lavorare come dipendente fino alla fine, mentre l’altro negli ultimi anni di lavoro ha dovuto iscriversi alla Gestione Separata INPS.

Questa prevede il calcolo con il sistema contributivo ma soprattutto – caso unico nel quadro pensionistico – non consente il ricongiungimento e quindi la possibilità di usufruire del sistema delle quote. Raggiunti i 40 anni di anzianità contributiva è possibile ricorrere alla totalizzazione, ma questa cancella il diritto alla liquidazione della pensione con il sistema retributivo maturato in quasi un’intera vita lavorativa come dipendente.

E’ assolutamente iniquo e non comprensibile che versando il medesimo ammontare di contributi a gestioni obbligatorie dello stesso Istituto pubblico si abbia una così enorme disparità di trattamento!

E deve essere tenuto presente che il lavoratore passato alla Gestione Separata a fine carriera lavorativa non ha avuto la possibilità di costruirsi una pensione complementare, per cui un trattamento pensionistico dimezzato può costituire un problema economico serio.

Nell’attesa di una riforma della Gestione Separata che la allinei alle altre gestioni eliminando le attuali storture,  sembra doveroso e urgente almeno un intervento correttivo minimo per sanare la grave iniquità del caso sopra esposto.   

Basterebbe semplicemente riconoscere, così come ovunque previsto, l’equiparazione ai fini del  diritto alla pensione dei 65 anni di età (per gli uomini) con i 40 anni complessivi di contributi versati, con conseguente liquidazione della pensione da parte di ciascuna cassa secondo le modalità corrispondenti ai diritti in essa maturati.

Maurizio

ACTA

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5 Commenti

  1. Petra Haag

    Reply

    Al di là del trattamento pensionistico, una delle grandi discriminazioni sta anche nel fatto che siamo equiparati ai co.co.pro. per quanto riguarda i versamenti, non però per le prestazioni. Infatti, se un co.co.pro si ammala senza ospedalizzazione avrà diritto alla “malattia” per max. 61 gg all’anno, noi no. A noi vengono solamente riconosciuti i giorni di ospedalizzazione. In caso di malattia dobbiamo “arrangiarci”.

    21 Mag 2010
  2. Matteo

    Reply

    Gentilmente vi chiederei se possibile dei chiarimenti sulla lettera del vostro lettore:
    1)
    “Cioè uno dei due, pur avendo versato nel corso della sua vita lavorativa gli stessi contributi all’INPS, rispetto all’altro riceverà una pensione dimezzata!”

    Suppongo che si consideri qui un confronto tra i contributi dei lavoratori, senza considerare che per il lavoratore dipendente vengono versati molti più contributi dall’impresa, mi sbaglio?

    2)
    “il lavoratore passato alla Gestione Separata a fine carriera lavorativa non ha avuto la possibilità di costruirsi una pensione complementare”
    Vi chiedo, accedere alla gestione separata implica l’impossibilità di avere una pensione complementare?

    Grazie

    7 Ott 2010
  3. Anna Soru

    Reply

    Provo a rispondere alle sue domande, interpretando la lettera, che non ho scritto io. Il tema è un po’ complicato, non so se sarò sufficientemente chiara:
    1. il confronto riguarda due lavoratori di 60 anni. Il primo, sempre stato dipendente, ricade nel regime retributivo, mentre il secondo (passato da dipendente ad autonomo) ricade necessariamente nel regime contributivo per gli anni in cui ha lavorato come autonomo (Quando è stata istituita la gestione separata è stato esplicitamente previsto che tutti gli iscritti sarebbero ricaduti nel regime contributivo). La differenza di trattamento deriva dal diverso regime: a parità di contributi versati la pensione con il contributivo è molto inferiore alla pensione con il retributivo. Inoltre il lavoratore che ha versato alla gestione separata non può totalizzare (sommare) gli anni da dipendente con quelli da autonomo per raggiungere i 40 anni necessari ad andare in pensione, se non riportando tutti i contributi versati da dipendente nella gestione separata, il che significa rinunciare ad avere una parte della pensione calcolata con il retributivo (che appunto è molto più vantaggioso)
    2. un iscritto alla gestione separata può certamente avere una pensione complementare. Se riesce ad avere dei risparmi dopo aver pagato il 26,72% di contributi.

    7 Ott 2010
  4. Matteo

    Reply

    Grazie Anna, per le risposte.

    1. chiara la differenza tra sistema rettributivo e contributivo. quando però si dice “a parità di contributi”, non capisco se la parità è vista sulla cassa INPS o dalle tasche del contribuente (in un caso, ripeto, ci sono in più i contributi da parte del datore di lavoro e qusto può ragionevolmente contribuire ad una differenza sulla pensione, o no?)

    2 chiaro

    Personalmente, ahimé, devo entrare ora nella gestione separata e sono convinto che non sarà vantaggioso.

    Ma il sistema retributivo era sostenibile?
    Potrei sbagliarmi, ma l’inversione di tendenza da retributivo a contributivo non è solo italiana, o sbaglio?

    14 Ott 2010
    • Anna Soru

      Reply

      “a parità di contributi” si riferisce a quelli complessivamente versati all’INPS.Il confronto dipendente-autonomo iscritto alla gestione separata è generalmente falsato perchè non si usa un criterio standard (rinvio allo studio del CERM, scaricabile nell’area pubblica del sito, dal titolo Le pensioni degli iscritti alla gestione separata: quattro proposte per Acta).
      Certo il sistema vecchio non era sostenibile, tuttavia:
      a. il nuovo sistema poteva essere introdotto più celermente, mentre si è cercato di prolungare eccessivamente i privilegi del retributivo, con una marea di scalini (e con un elevato dispendio di risorse, a danno di coloro che ricadono nel contributivo puro);
      b. non contestiamo il regime contributivo, ma occorre far sì che ci sia anche una convenienza individuale a versare per una pensione. Convenienza che attualmente non esiste perchè l’INPS restituisce troppo poco rispetto a quanto chiede. Inoltre è sparito ogni elemento solidaristico;
      c. l’INPS dovrebbe garantire piena trasparenza, con l’invio di una busta arancione che chiarisca a tutti, inclusi coloro che non sono sensibilizzati sul problema, quale pensione li attende.

      15 Ott 2010

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Stessi contributi versati, Gestioni diverse: la pensione è dimezzata…

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