Quanto dovremmo pagare la Gestione Separata INPS secondo il PD?
13 Luglio 2010 Lavoro, News, Previdenza
Facciamo fatica a capire quale dovrebbe essere il livello dei nostri contributi INPS secondo il Partito Democratico. Abbiamo appena commentato lo “Statuto dei lavori autonomi” di Treu, ma in realtà esistono due versioni dello Statuto. La prima versione – quella da noi analizzata – è datata 27 aprile 2010, ed è comparsa sul sito del suo artefice, Tiziano Treu, fino alla revisione successiva. Una seconda versione, che ha la data 29 aprile (appena due giorni dopo!) ha cancellato l’Articolo (era il n.21) che prevedeva l’aumento dei contributi. Questo documento è stato depositato in Senato ed è stato pubblicato da ACTA anche sul nostro Canale Scribd.
“Meno male! Forse hanno capito!” e tiriamo un sospiro di sollievo, anche se stupisce il fatto che online circoli principalmente la prima versione, stupisce il mancato aggiornamento del sito di Treu, quasi a far intendere che l’emendamento c’era stato, ma forse non era da lui condiviso… [UPDATE: Il sito di Treu, forse dopo queste nostre parole, riporta in download la versione del 29 aprile]. Il PD ha capito? Non lo sappiamo con certezza, ma queste dinamiche interne alla politica del PD ci preoccupa perchè l’aumento dei nostri contributi è un refrain molto caro a una parte della Sinistra, un mostro che ritorna. Basta citare l’azione dell’ex ministro Cesare Damiano e le sue dichiarazioni sull’allineamento tra dipendenti (con aliquota al 33%) e autonomi.
Le preoccupazioni aumentano nel leggere il “Decalogo sul lavoro” di Stefano Fassina, responsabile economico del PD, che nel Punto 1) propone di incentivare il contratto a tempo indeterminato – che, si ricorda, è definito dall’UE la forma normale (!?) del rapporto di lavoro – attraverso “il minor costo della stabilità rispetto alla precarietà“. In particolare come riporta nel Comma a), questo dovrbbe avvenire con “la graduale convergenza degli oneri sociali complessivi sul lavoro intorno a un livello intermedio tra quanto oggi versato per i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato e per i lavoratori impigliati in contratti low cost“. “Graduale convergenza” tradotta dal linguaggio PD significa diminuzione dei contributi per i dipendenti e aumento per gli altri. Gli altri chi? Quelli impigliati in contratti low cost. Ma chi sono costoro? Non possono che essere gli iscritti alla Gestione Separata. Ecco, appunto, un déjà vu che ci riporta alle argomentazioni del famigerato accordo del Welfare del 2007 che ha determinato per noi il costo di un aumento di tre punti percentuali di contribuzione!
Continuando a leggere la preoccupazione si accentua. Sempre nel Punto 1), ma al Comma b), è scritto “maggiorazione degli oneri contributivi per indennità di disoccupazione e indennità di fine rapporto sui contratti a tempo determinato (ad eccezione dei contratti a contenuto formativo) e sui contratti atipici“. Quali sono gli atipici? Vi rientriamo anche noi? E’ una riedizione dell’ipotesi di aumento prevista dal Governo lo scorso autunno, contro il quale abbiamo manifestato alla Triennale il primo dicembre?
Quando c’è da saccheggiare gli iscritti alla Gestione Separata INPS, miracolosamente maggioranza e opposizione trovano elementi di convergenza.
5 Commenti
Gigi
ReplyFaccio fatica a capire anche io tante cose. In primis si ironizza sul sito del sen. Treu che evidentemente al riguardo non è aggiornato e ci si appiglia alle date quando poi su questo stesso post viene riportata la data della settimana scorsa 13 luglio pur essendo stato evidentemente pubblicato il 20 luglio. Cose che accadano su internet evidentemente anche a chi ironizza inutilmente. Faccio fatica a capire come mai un sito di professionisti commenti per un mese un testo non ufficiale discutendo del sesso degli angeli e soprattutto di teorie e teoremi e non di fatti. Di norma ci si rifà ai testi ufficiali quelli depositati e non mi risulta che il sito del senato o della camera siano inaccessibili. Ecco faccio fatica a capire questa superficialità. Faccio fatica a capire poi cosa significhi “stupisce che online circoli la prima versione” perchè online, sito Treu a parte, circola solo la versione definitiva e solo voi siete quelli che fate circolare la versione di comodo… Ecco mi permetto anche io un po di ironia tagliente sul vostro modello. FAccio fatica a capire come mai dopo questa vostra magra figura circa l’innalzamento contributivo e aggiungo il ruolo delle associazioni che lei dimentica di menzionare continuate con il vostro pregiudiziale giudizio inutilmente ironico e privo di qualsiasi fondamento. In mancanza di fatti tornate alle teorie, ai timori alle supposizioni. Il linguaggio del PD lei ha gia dimostrato non solo di non conoscerlo ma non comprenderlo soprattutto perchè commenta o testi non ufficiali o discute di supposizioni, di faziose interpretazioni e timori ma di fatti assolutamente no. Comunque nei suoi commenti si ricordi in primis di specificare che nel caso vi fosse innalzamento contributivo questo non costituirebbe una tassa come propagandisticamente lei lascia intendere ma intanto sarebbe compensato da maternità, malattia e ammortizzatori sociali che forse a lei non interessano ma lei non è il variegato mondo delle partite IVA. Inoltre si rammenti che tra le partite IVa non ci sono solo i fortunati che scelgono l’autonomia in piena libertà ma ci sono anche quelli che vi sono costretti e che sotto quelle mentite spoglie si celano contratti di lavoro dipendente sottopagato, sottotutelato per non dire sfruttato. Capisco che a lei fortunata partita Iva di loro non interessa nulla ma la informo che il mondo è fatto anche di rovesci di medaglia… Infine a conclusione del mio post e a dimostrazione della superficialità con la quale avete affrontato la questione (discussione su testi non ufficiali e non aggiornati) la domanda che è titolo di questo post costituisce al riguardo un’ulteriore conferma. Se leggesse i documenti che commenta la risposta la saprebbe già perchè nel testo depositato in senato nella relazione il quantum è scritto….. Capisco la foga di commentare contro e recuperare la gaffe ma almeno la briga di leggerselo
anna soru
Reply1. E’ sempre apprezzabile chi si firma in maniera riconoscibile e non si nasconde dietro un generico Gigi o Marco
2. il post è stato scritto il 13, il 20 è stato modificato il formato grafico (infatti dal 13 ha circolato sui social network)
3.la vecchia versione dello statuto mi è stata inviata a maggio da esponenti del PD che mi avevano invitato a discuterne in un incontro pubblico che avrebbe dovuto tenersi il 25 giugno a Milano, poi soppresso a causa di scioperi, quindi è evidente che entro il PD ha continuato a girare la vecchia versione ben dopo il deposito della nuova versione
4. i commenti preoccupati nascono non da supposizioni o pregiudizi, ma dal fatto che il precedente governo di centro sinistra ha introdotto (in soli due anni) oltre 7 punti percentuali di aumento dei contributi, senza incrementare le prestazioni (unico miglioramento la maternità a rischio), senza ammortizzatori sociali, senza malattia e senza preoccuparsi di intervenire per migliorare il sistema pensionistico, se non per quanto riguarda gli insider, per i quali ha introdotto un accordo pagato con i nostri soldi (accordo del welfare). Lo statuto dei lavori è parte integrante del progetto di Fassina e la lettura congiunta dei due documenti evidenzia che lo schema di intervento sembra essere sempre lo stesso. La promessa di migliori prestazioni ha accompagnato ogni aumento, ma non è stata mantenuta e non ci crediamo più (lei sa che noi paghiamo per malattia domiciliare e congedi parentali ma non possiamo accedervi?)
5. chi parla di fortunate partite iva proprio non ha capito nulla di questo mondo
6. proprio chi è costretto ad aprire la partita iva subisce l’aumento dei contributi come una riduzione del suo reddito, perchè non ha alcun potere contrattuale per traslarlo sul committente
Gigi
Reply1) ognuno si firma come vuole si chiama autonomia e solo una congettura nonchè un illazione puo portare a pensare che a quel nome non corrisponda effettivamente una stessa identità… quindi teorie e non fatti come spesso.
2) come vedi errrori ci possono essere cosi come il non aggiornamento di un sito per chiarici. Ma ripeto io per avere lumi mi sono collegato al sito del Senato per vedere se, quando e soprattutto quale testo dello Statuto veniva presentato. Alla fine spiegazioni a parte carta canta e la carta è quella presentata. Ora senza ironie, e mi riferisco alle vostre, il testo presentato non presenta i punti da voi contestati e questo è un fatto si o no? direi di si. Qundi credo che sia utile a voi e ai fruitori di questo sito ragionare sul testo vero.
3) se il Pd fa girare una versione vecchia è un problema del PD, e questo alimenta la sensazione di un partito con qualche problema, cmq un supplento di indagine sul sito del senato non vi avrebbe fatto male.
4) discorsi e discorsi. Le ho detto che nel testo Treu c’è la risposta alla domanda del post. Le teorie o le convinzioni frutto del precedente governo Prodi lasciano il tempo che trova discutiamo sul testo please e non sulle interpretazioni anche se storicamente fondate.
5) chi non ha capito è lei. fortunate nel senso che lo sono per scelta, perchè rivendicano quell’essere autonomo con una caratteristica vera del loro lavoro e come scelta di contro a chi la subisce come imposizione. Se non ammettete l’esistenza di questo rovescio non capite voi e soprattutto non conoscete la realtà magari anche di chi vi scrive.
6) l’aumento dei contributi è per tutti una riduzione del reddito nn solo per gli autonomi o sbaglio? e se vogliamo fare retorica diciamo anche che le partita Iva pagano per quanto dichairano mentre gli altri pagano e basta. E infatti esiste l’evasione. infine non mi sembra che il lavoro dipendente sia messo meglio, infatti paga di più, paga sempre e spesso a prescindere, l’ultima manovra docet. Ora non è una gara a chi è più fortunato o più tartassato, ma è il momento di trovare una soluzione per tutti e non per pochi…
Ornella Giacobone
ReplyIl caso “statuto dei lavoratori autonomi di Treu” è un polverone sollevato… non si sa perché.
Il testo che compare sul sito di Treu non corrisponde a quanto depositato in Senato, dove tra l’altro il ddl risulta essere opera di più politici e non solo di Treu.
Insomma, sembra che il “caso” non sussista. Forse il tutto è scaturito dalla paura che quanto compare sul sito di Treu possa diventare realtà? Direi però che sarebbe meglio evitare di rovinarci la salute, ci pensa già il caldo torrido, con problemi che al momento sembrano non esistere. Salvo ACTA non abbia in anteprima informazioni particolari in merito di cui io, per esempio, non dispongo, ma in tal caso dette informazioni andrebbero documentate, per poter davvero avviare un’azione di protesta concreta e partecipata.
Il problema della Gestione Separata è da sempre solo e unicamente il seguente:
nel suo calderone sono compresi sia i liberi professionisti senza ordine o albo, sia i parasubordinati e le “false” partite IVA, cioè coloro costretti a lavorare come autonomi su richiesta delle aziende che intendono risparmiare sui costi del personale. Due realtà completamente diverse, soggette però alle stesse regole.
La battaglia che tutti noi dovremmo combattere strenuamente è costringere il governo a distinguere le due categorie all’interno della Gestione Separata.
Per i parasubordinati e le “false” partite IVA , per esempio, la proposta Treu potrebbe anche essere corretta, in quanto tende a demotivare le aziende ad utilizzare l’escamotage dei collaboratori esterni/autonomi con partita IVA in sostituzione dei dipendenti a tempo indeterminato.
Mentre per i liberi professionisti “reali” andrebbe rivista la percentuale di contribuzione e andrebbero garantite delle tutele.
Non ha senso, ed è impossibile garantire la cassa integrazione ai professionisti, ma si possono, per esempio, garantire loro agevolazioni in caso di crisi come quella attuale.
Un’altra cosa che occorre SEMPRE sottolineare è che i liberi professionisti senza ordine o albo prestano la loro opera pressoché esclusivamente ad aziende/enti/istituzioni, non a privati.
Perché dico questo? Perché in Italia vi è l’abitudine di fare la seguente associazione “liberi professionisti = evasori”. Può evadere chi lavora con i privati che, non potendo scaricare costi, IVA, ecc., non richiedono la fattura. Ma le aziende/enti/istituzioni la fattura la esigono, eccome, in quanto devono documentare e scaricare i costi.
Noi liberi professionisti senza ordine o albo siamo lavoratori e contribuenti come tutti gli altri. Le regole, le norme, le leggi devono essere fatte in modo equo anche per noi, non partendo dal presupposto che “potremmo essere degli evasori”. L’evasione va combattuta nei giusti modi e con i giusti meccanismi, non facendoci pagare a priori la presunzione di evasione!!!! L’Italia non riconosce le nostre professioni, ma ci riconosce benissimo come contribuenti!
Ornella Giacobone
P.S.
Avevo già postato il mio commento una prima volta, ma non mi risulta pervenuto, pertanto lo rimando. Scusate se è un doppione
Dilva Giannelli
Reply“… Non ha senso, ed è impossibile garantire la cassa integrazione ai professionisti…”.
La cassa integrazione è un furto e un danno per tutti, tranne per i datori di lavori che, troppo spesso, ci marciano alla grande. FIAT docet.
La cassa integrazione no, non ha alcun senso ma ha UN GRANDE SENSO essere riconosciuti come cittadini e, in caso di difficoltà, avere diritto al REDDITO DI CITTADINANZA e a tutte le tutele che tutti i paesi della vecchia Europa (tranne Grecia e Portogallo), compresa l’UK, prevedono.
Così come si deve avere il diritto di supporto alla ricollocazione, anche questo previsto pure in Inghilterra….