Chi si becca la fregatura? Tutti! Il Parlamento si svegli, serve una Riforma delle Pensioni
15 Ottobre 2010 Previdenza
Siamo stati i primi a protestare contro la “battuta” del presidente dell’INPS Antonio Mastrapasqua e i primi a sollevare il problema della Busta Arancione. Per questo siamo contenti che sulla Rete altri si siano aggiunti e la protesta stia rimbalzando su blog, siti, giornali e TV. Circolano, tuttavia, alcune interpretazioni scorrette sulla pensione che ci attende e soprattutto su come affrontare il problema. E’ bene chiarire.
Il sistema contributivo è una fregatura per tutti coloro che vi ricadono, non soltanto per gli iscritti alla Gestione Separata, perché:
- i coefficienti che convertono in pensione il montante contributivo (ovvero quanto versiamo negli anni attraverso i nostri contributi) sono molto bassi e in diminuzione: l’ultima riduzione è del gennaio 2010 e altre interverranno automaticamente con l’innalzamento della vita media. Attualmente per 100.000 euro versati si ha diritto a una pensione massima di 5.620 euro annui al lordo delle imposte. Al mese calcolatelo voi, che personalmente mi spaventa. E in futuro sarà molto peggio;
- la rivalutazione della pensione, ancorata all’andamento dell’economia (non entusiasmante anche prima della crisi), non garantisce il mantenimento del potere d’acquisto;
- a differenza di quanto accadeva con il sistama di calcolo della pensione cosiddetto “retributivo”, tutte le difficoltà della vita lavorativa (stage non pagati, periodi di disoccupazione, periodi di part-time per la cura dei figli ecc.) si riflettono pesantemente sulla pensione futura poiché si riceverà in proporzione a quanto versato.
Tutti i giovani ricadono nel contributivo, per questo è un problema che si definisce generazionale. E’ anche vero che la situazione di chi è iscritto a una Gestione Separata è in una situazione peggiore della media. I motivi principali sono due:
- tutti quanti possiamo avere nel corso della nostra vita lavorativa periodi di inattività: malattia, infortuni, disoccupazione. Per i dipendenti è prevista in tali periodi una copertura dei versamenti pensionistici. Per gli autonomi tali periodi risultano scoperti e ciò si riflette necessariamente sulla pensione;
- mentre per i lavoratori dipendenti che avevano iniziato a lavorare prima del 1995 (anno di applicazione della Riforma delle Pensioni) è stato previsto un passaggio graduale dal sistema retributivo a quello contributivo, per gli iscritti alla Gestione Separata questo non è avvenuto. Si è discusso per anni di scalini e scaloni per i dipendenti, nessuno si è preoccupato della voragine degli iscritti alla Gestione Separata.
Come rimediare? Non certo aumentando ancora la nostra contribuzione, come sostenuto su il Fatto Quotidiano da Maurizio Petriccioli della CISL, il quale sostiene che:
[…] l’allarme non è di oggi. Per questo chiediamo da tempo la riduzione della forbice tra lavoro standard e parasubordinato, perché la forte differenza in termini contributivi si ripercuoterà sulla pensione.
Lo stesso tipo di proposta arriva da Domenico Proietti della UIL, che dice:
Siamo impegnati per trasformare la flessibilità in stabilità aumentando anche la contribuzione.
La nostra contribuzione è già molto alta, sia in valore assoluto sia relativo. Paghiamo il 26,72% all’INPS: un aumento non sarebbe sostenibile per le nostre tasche, che subiscono anche un fortissimo prelievo fiscale. Oltre alle imposte sul reddito, molti di noi pagano anche l’Irap. Sono anni che lo ripetiamo: la nostra contribuzione pensionistica è analoga o addirittura superiore a quanto versano i dipendenti. Bisogna fare i conti giusti!!
Se usiamo un parametro standard di riferimento, ovvero il costo del lavoro complessivo, le Partite IVA pagano più dei dipendenti e i collaboratori poco meno. E’ dimostrato nello studio del CERM che abbiamo già diffuso da tempo: “Le pensioni degli iscritti alla Gestione Separata: quattro proposte per ACTA” (.PDF in download).
La strada da percorrere è, invece, una nuova riforma pensionistica, che sia in grado di correggere la situazione attuale. Un punto di partenza possibile è il DDL bipartisan, a firma di Giuliano Cazzola e Tiziano Treu, che giace dimenticato in Parlamento.
10 Commenti
Petra Haag
ReplyMa io mi chiedo, essendo una Partita IVA che lavora sodo (= versa un bel gruzzolo all’INPS), e avendo da tempo calcolato sul sito dell’INPS la pensione che mi spetterà (non mi serve di certo la loro busta arancione per arrivarci), mi chiedo se non convenga lavorare molto meno (=versare molto meno) per poi avere comunque la pensione integrata al minimo? Forse mi godrei di più la vita ora, tanto chissà se ci arriverò alla pensione!
Claudio Porcellana
Replybell’idea Petra
e non lo dico affatto con ironia
;-D
in effetti se è vero che la nostra pensione sarebbe inferiore alla minima …
cad.f.a@tiscali.it
ReplyCome molti altri, in occasione delle dichiarazioni recenti di Antonio Mastrapasqua (“se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale”) ho deciso di scrivere al mondo della politica e del sindacalismo per protestare. Alla mia lettera – che pubblico in coda – ho avuto questa risposta da Maurizio Petriccioli, segretario confederale CISL:
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Egregio Signore,
La Cisl ritiene che, piuttosto che rincorrere le dichiarazioni incaute e sensazionalistiche del Presidente dell’Inps o di questo o quell’esponente politico, sia importante continuare a lavorare per migliorare la situazione esistente. A questo proposito le vorrei ricordare che grazie al protocollo del 23 luglio 2007, poi trasposto nella legge 247/2007, sono stati aumentati i contributi previdenziali dei collaboratori a progetto, portandoli in un triennio fino al 26%), nonché migliorate le prestazioni sociali a carico dei parasubordinati (finanziate dal contributo aggiuntivo dello 0,72%). Da sempre, la Cisl é impegnata a ridurre la forbice contributiva che attualmente separa il lavoro parasubordinato da quello dipendente. Una forbice che, oltre a determinare minori tutele previdenziali per i lavoratori “parasubordinati”, contribuisce a realizzare un improprio utilizzo delle tipologie contrattuali “a progetto”. La precarietà non si riduce con le chiacchiere o i proclami ma rafforzando l’occupabilità dei lavoratori, e migliorando le tutele delle tipologie di rapporto di lavoro più flessibili.
Ci dispiace che “il Fatto” più che soffermarsi sul merito delle nostre proposte e del nostro punto di vista, si sia concentrato sulle dichiarazioni del Presidente dell’INPS: Il nostro compito, del resto, non é quello di rincorrere le dichiarazioni stampa ma di lavorare per migliorare le tutele dei lavoratori che rappresentiamo. Per maggiore completezza, di seguito, le riportiamo anche il nostro commento, ripreso dall’Agenzia ADNK, alle incaute dichiarazioni del Presidente dell’INPS.
Cordiali saluti
Maurizio Petriccioli
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Questa è l’agenzia di stampa che ha ripreso le dichiarazioni di Petriccioli:
PENSIONI: CISL, RAFFORZARE QUELLA DEI PARASUBORDINATI Roma, 13 ott. (Adnkronos) – ”La Cisl ha sempre sostenuto l’esigenza di ridurre la forbice contributiva esistente fra il lavoro dipendente e quello autonomo e a progetto, sia per evitare un utilizzo improprio delle flessibilita’ contrattuali, sia per aumentare, in prospettiva, la copertura pensionistica dei lavoratori non standard”. Lo ha detto il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli, commentando le recenti dichiarazioni del Presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua a proposito delle pensioni ai parasubordinati . ”Bisogna dunque evitare allarmismi sociali, sicuramente inopportuni – sottolinea – ma anzi contribuire ad avviare una riflessione su come migliorare, in prospettiva, la previdenza dei giovani maggiormente esposti ai rischi della discontinuita’ dei rapporti lavorativi, migliorandone le tutele per via legislativa e contrattuale”. “E’ possibile fare questo, dando continuita’ ai percorsi lavorativi e previdenziali – conclude – rafforzando anche la contribuzione figurativa per i periodi non lavorati a fronte di disoccupazione, maternita’ e lavoro di cura familiare. Vanno, inoltre, rimossi gli ostacoli che attualmente si frappongono ad una maggiore diffusione della previdenza complementare nei settori del lavoro non standard, anceh ricorrendo a forme di sostegno pubblico statale e con il concorso delle autonomie regionali”. (Sec-Tes/Gs/Adnkronos) 13-OTT-10 18:13 NNNN
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Questa infine è la mia lettera originale inviata a politici e rappresentanti di istituzioni e parti sociali.
Mi è arrivata questa mail indirettamente dall’Inps, dove si dice in sintesi che a noi lavoratori, facenti parte della gestione separata, arriverà una lettera dall’INPS dove si dirà che andremo in pensione (e questo è una notizia che ci sembra già un miracolo), ma non vi diremo la rendita, altrimenti forse sarebbe bene che incominciate a cambiare lavoro prima del suicidio collettivo. In pratica con nobiltà l’INPS ci dice che ci sta prendendo in giro e RUBANDO (sinceramente non trovo un verbo migliore), i nostri soldi che abbiamo, stiamo e verseremo in futuro, per la pensione.
Ma Voi politici che dopo due anni di legislatura, oltre agli stipendi dorati, ai benefit, (Aerei, treni gratis, e via discorrendo), avete la possibilità di avere a vita la pensione, non una pensione da 500€, ma ben oltre, non provate vergogna? Vi siete chiesti di chi sono quei soldi? Non pensate che sono i soldi di chi lavora e paghe le tasse? I quali forse se saranno fortunati, dopo 50 anni di lavoro non prima dei 70 anni, potranno avere i famosi 500€, giusto sulla soglia della povertà.
Mi spiegate perchè dobbiamo ancora credere in Voi, che fate le leggi?
Quando parlate di giustizia, ci sono categorie di professionisti (tutti ben rappresentati nel parlamento, come dottori, avvocati, giornalisti, ecc.) che pagano il 10% (senza tener conto del nero perchè sappiamo tutti che chi lavora con il privato evade) e altri come me lavoratore autonomo paga il 27% e i commercianti e artigiani poco più del 20%.
Negli ultimi anni tutti gli schieramenti e i governi succeduti, per i lavoratori autonomo hanno ben pensato che essendo il loro lavoro sempre più precario (danno numero 1), siccome non hanno rappresentati di categoria (danno numero 2) li freghiamo per bene aumentando la quota INPS come nessuna altra categoria (danno numero 3). E Voi mi parlate di Unità d’Italia, riempite colonne di giornali, occupate la televisioni con tanti bei discorsi e poi lasciate la povera gente, quelli che più sono emarginati dal mondo del lavoro allo sbando?
Non pensate che sia grave l’affermazione del presidente dell’INPS: ” se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale”.
Quando questo paese riuscirà a dare giustizia e dignità ai lavoratori di qualsiasi categoria? Perchè la pensione deve essere diversa tra le varie categorie? Perchè c’è chi paga poco e avrà tanto e viceversa? Ma che paese siamo?
Io non credo più ne alla politica, ne agli imprenditori che portano all’esterno aziende anche ben avviate in Italia, solo con un unico scopo: succhiare i lavoratori fino al midollo.
Un paese che non crede e non fa nulla per i giovani e la famiglia. Io dico sempre ai miei figli: Imparate il più possibile e se potete andatevene, perchè in Italia stanno lentamente distruggendo quello che i nostri padri e nonni con fatica erano riuscite a conquistare in dignità, libertà, amor di Patria, sacrificio.
Scusate il disturbo, ma se avete ancora un briciolo di barlume, ogni tanto scendete in mezzo alla gente, provate a mettervi nei panni dei molti Italiani che si sentono abbandonati da uno stato che arricchisce i pochi e impoverisce i molti.
Mi fermo qui perchè ne avrei cose da dire. Solo una proposta perchè non invitate anche le categorie dei parasubordinati o lavoratori autonomi quando fate i tavoli di incontro per il lavoro, le pensioni, riforme, ecc., siamo anche noi lavoratori non solo quelli difesi dal sindacato, anzi noi siamo ancor più deboli. Ci sono associazioni come “ACTA” che si stanno impegnando ma che tutto il mondo del lavoro (Governo, Confindustria, sindacati, ecc.), deliberatamente ignorano. Mostrate un pò di consapevolezza di come si muove la società. I dipendenti diminuisco e noi aumentiamo, eppure contano solo i sindacati dei lavoratori protetti. Possiamo dire anche noi qualcosa o dobbiamo solo subire. Non vi sembra?
Una parentesi Vorrei dedicarla ai sindacati. Ma Voi da che parte state? Non capisco perchè i parasubordinati e precari li lasciate abbandonati a loro stessi. Mi giunge voce che vogliate aumentare la quota INPS al 33% per la gestione separata? Ma sapete dove siamo? Sapete cosa è il lavoro e chi oggi lavora in Italia? Pensate che siamo tutti protetti come gli Statali che possono pagarvi la tessera? Non pensate che chi viene espulso dal lavoro come me molti anni fa si è fatto su le maniche e oggi duramente sopravvive come lavoratore autonomo? Anche quest’anno il salasso dell’INPS, mi succhia quasi tutto il guadagno. Già si fa fatica a lavorare, le imprese strozzano sempre più e Voi avete l’Illuminante idea di aumentare la quota INPS a noi per diminuire il precariato. Vergognatevi, non avete capito nulla. I precari esistono perchè il sistema li ha creati e pensati, sono i precari a subire il sistema non a crearlo. Pensate di prenderci sempre in giro? Perchè non ascoltate la riforma Treu e Cazzola, invece di girarvi dall’altra parte e far finta di niente. Quando andate in televisione e sui giornali, non raccontateci frottole. Lasciateli a casa i lavoratori se dovete scioperare e poi manovrare contro una parte del mondo del lavoro che dovrebbe riguardarvi da vicino.
Saluti.
Roberto
ReplyVisto e considerato che vengono citati i precari, ma gli autonomi?
Visto e considerato che non possiamo rivolgerci a nessuno. nessun sindacato difende le partite iva.
Dato che versiamo ingenti capitali all’inps, ma a quanto leggo di tutto quel denaro che ci neghiamo, che spesso tiriamo fuori anche se non lo abbiamo. Che se non abbiamo guadagnato abbastanza o se abbiamo fatture da pagare, rientro crediti in ritardo… la contribuzione occorre necessariamente versarla in scadenza altrimenti ci pensa equitalia a toglierci l’apetito.
VISTO CHE SIAMO CONSIDERATI AUTONOMI, non sarebbe giusto rendere autonoma la facoltà di decidere se versare o meno denaro ai fondi previdenziali e provvedere privatamente a proprio giudizio nel versamento di quote su pensioni private?
Stefano
ReplyI nostri soldini sono l’unica cosa che interessa ad inps e governanti?
E allora indiciamo uno sciopero della 2° rata dell’acconto INPS, da pagare ahinoi questo mese.
Vi immaginate la risonanza di un’iniziativa diffusa a macchia d’olio grazie al passaparola (tradizionale e via web) che faccia mancare alle casse dell’Inps svariati milioni di euro?
Avete idea dei problemi di cassa che la cosa potrebbe generare all’Inps?
Sfruttiamo una delle poche armi che abbiamo: l’importanza finanziaria per l’inps della gestione separata, che noi alimentiamo e di cui non riceviamo (nè riceveremo) i benefici di cui altre categorie beneficiano.
Vi prego, passiamo all’azione: solo se saremo in tanti potrà funzionare e finire su tutti i giornali.
(Aggiungo che le sanzioni per il ritardato pagamento – magari di 3-4 mesi – sono di minima entità).
GERARDO DI MURI
ReplySONO D’ACCORDO, MA PIU’ CHE QUESTO TIPO DI PROTESTA SERVIREBBE FAR CAPIRE AI NOSTRI GOVERNANTI CHE E’ SEMPLICEMENTE ILLEGITTIMO ED INCOSTITUZIONALE NON PERMETTERE LA “RICONGIUNZIONE” E/O IL “CUMULO” DEI CONTRIBUTI PRESENTI NELLA GESTIONE SEPARATA CON QUELLI EVENTUALMENTE PRESENTI IN ALTRI FONDI PENSIONISTICI, PER CONSENTIRE A TUTTI COLORO CHE, COME IL SOTTOSCRITTO (ULTRAQUARANTENNI), AVEVANO GIA’ UNA POSIZIONE ASSICURATIVA ALL’EPOCA DELLA NASCITA DI QUESTA FAMIGERATA GESTIONE (1996), DI OTTENERE LA TANTO SOSPIRATA PENSIONE! CIO’ E’ ANCORA PIU’ ASSURDO SE SI CONSIDERA CHE LO STESSO INPS, OLTRE CHE LE DIRETTIVE EUROPEEE EMANATE IN MATERIA DI LAVORATORI “MIGRANTI”, CON IL MESSAGGIO 71/2003 CONSENTIVA AI LAVORATORI STRANIERI,COMUNITARI E NON, DI CONSIDERARE I CONTRIBUTI VERSATI NELLA GESTIONE SEPARATA ITALIANA AI FINI DEL CONSEGUIMENTO DEL DIRITTO ALLA PENSIONE NEL LORO REGIME PREVIDENZIALE NAZIONALE.
GRAZIE E BUON LAVORO.
Stefano
ReplyTutto giusto, ma ripongo il problema, ossia COME farglielo capire.
La mia modesta opinione è che serva qualcosa che vada a toccare pesantemente la cassa dell’inps, e l’unico modo rapido e fattibile (molto più di mille riunioni a Roma, con tutto il rispetto per le riunioni) mi sembra non pagare TUTTI INSIEME la seconda rata dell’acconto. Effetto assicurato in tempi brevissimi…
Saluti.
Valerio
ReplyPer quanto riguarda il non-pagare la rata Inps, indubbiamente ci sarebbe una multa da pagare dopo (oltre ovviamente alla rata). Lo Stato sui soldi non perdona.
Sarò un vecchio utopista, ex-dipendente, autonomo per forza, ma io accarezzo sempre il sogno di UN giorno di sciopero di noi, lavoratori dell’Informatica in ambito bancario ed assicurativo.
Con manifestazione a Roma.
Ma quanti saremmo?
Valerio
Reply… ovviamente, la manifestazione sarebbe a sostegno della proposta di legge giacente in Parlamento.