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Questo è il nostro Manifesto!

22 Ottobre 2010 Lavoro, News

Freelance, consulenti, lavoratori professionali: questo è il nostro Manifesto!

Il Manifesto del lavoro autonomo di seconda generazioneLo abbiamo scritto noi, parlando in prima persona dei nostri diritti, spiegando a chi fa finta di non capire chi siamo davvero, raccontando la nostra vita, le condizioni del nostro lavoro e quale relazione abbiamo con il sistema economico e di Welfare italiani e, soprattutto, come vogliamo migliorare tutto questo.

Siamo lavoratori professionali autonomi, flessibili e indipendenti, che stanno a fianco delle imprese e della Pubblica Amministrazione quando serve, garantendo ogni giorno un contributo all’innovazione, alla creatività e alla diffusione della conoscenza. Spesso ci manca la voce, ma ora l’abbiamo trovata e dovete ascoltarla. E’ la voce dei singoli, e quella di tutti i lavoratori autonomi insieme.

Questo è il nostro Manifesto!

Per lungo tempo (e ancora oggi, per qualcuno) siamo stati erroneamente considerati evasori o semplicemente precari, lavoratori residuali, frutto acerbo di una trasformazione dei sistemi produttivi. Oggi i fatti dimostrano che senza di noi il Paese non cresce, che le imprese restano al palo, ancorate al passato, che lo sviluppo non trova spunti di qualità e neppure elementi di equilibrio, che la politica tace, che la creatività soffoca. 

La moda, il design, la ricerca, la formazione, la comunicazione, il Web, il management e innumerevoli altri ambiti sono oggi affidati a noi nello sviluppo di progetti, perché abbiamo la libertà e la capacità di inventare, scoprire, arricchire con idee il mondo e il nostro Paese.

Abbiamo un’identità precisa, forte, che ci consente oggi di parlare apertamente per denunciare le sperequazioni e i ritardi, le furberie della politica e l’inadeguatezza di una legislazione incapace di tenere il passo con i cambiamenti del mercato del lavoro e di reclamare l’evoluzione dei diritti di cittadinanza.

Abbiamo deciso di raccontare chi siamo. Abbiamo deciso di unirci in una coalizione che vuole rappresentare i lavoratori professionali autonomi. Abbiamo deciso di non aspettare più, ma di mettere nero su bianco la nostra proposta per cambiare tutto questo e vedere riconosciuto il valore del lavoro cognitivo e creativo, indipendente e professionale. Ma anche per riformare Fisco e Previdenza, per cercare equità e nuovi diritti che ci sono oggi negati perché qualcuno immagina ancora che siamo  lavoratori soli. Beh, siete informati. Non lo siamo più, e se sei un lavoratore professionale autonomo unisciti a noi.

Questo è il nostro, il tuo Manifesto!

 

Manifesto dei lavoratori autonomi di seconda generazione

ACTA

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27 Commenti

  1. Dario Banfi

    Reply

    Un grandissimo lavoro! Grazie a Sergio e tutte le persone che hanno reso possibile arrivare a questo obiettivo, che è anche un nuovo punto di partenza per ACTA, per i freelance e i lavoratori autonomi italiani..

    22 Ott 2010
  2. Federico

    Reply

    Ottimo lavoro, speriamo possa contribuire a fare chiarezza sul nostro mondo e a spiegare al meglio le funzioni di ACTA.

    22 Ott 2010
  3. Adele Oliveri

    Reply

    Mi piace molto questo Manifesto. Finalmente si cerca di rispondere alla domanda fatidica: “Chi siamo?” Adesso nessuno potrà più far finta di non sapere e cercare di confondere le acque per impedire che qualcosa cambi.

    22 Ott 2010
  4. Gianguido

    Reply

    Grande lavoro!
    Una cosa necessaria di cui si sentiva la mancanza.
    Fondamentale.
    Grazie a tutti quelli che ci hanno lavorato.

    Occorre diffonderlo Urbi et Orbi.

    22 Ott 2010
  5. Massimiliano Alessandri

    Reply

    Ho letto con interesse il manifesto da voi pubblicato, nel quale mi riconosco. Sento tuttavia il bisogno di contraddirvi al riguardo di una vostra affermazione:

    “l’Unione Europea accelera il processo delle cosiddette riforme, che in sintesi contengono 1) un graduale ritiro dello stato dall’erogazione di certi servizi, 2) una sua deresponsabilizzazione sul piano della sicurezza sociale, 3) un aumento della flessibilità del lavoro, che pian piano erode il concetto stesso di diritto del lavoro. A guardare i risultati elettorali degli ultimi anni, sembra che i cittadini europei, in maggioranza lavoratori dipendenti, dimostrino gradimento per questa svolta.”

    Ritengo che i cittadini non abbiano potuto realmente dimostrare gradimento o meno per tale scelta politica, poiché essa è stata imposta, indistintamente, da ogni coalizione si sia presentata alle elezioni (di destra o di sinistra). Nel caso della sinistra, e non solo in Italia, ciò è avvenuto spesso in aperta contraddizione con quanto dichiarato nei loro programmi elettorali.
    Il funzionamento stesso del sistema maggioritario ha reso del resto impossibile per il corpo elettorale scegliere una terza via, “blindando” queste politiche, che infatti sono state messe in atto in gran parte d’Italia e d’Europa, senza poter essere fermate, pur in un apparente contesto democratico.

    Chiedo quindi, se condividete, di eliminare almeno quella frase “A guardare i risultati elettorali degli ultimi anni, sembra che i cittadini europei, in maggioranza lavoratori dipendenti, dimostrino gradimento per questa svolta.” dal vostro manifesto.

    22 Ott 2010
  6. Stefano

    Reply

    Abbiamo uno strumento di comunicazione, eccellente, chiaro e che consente di essere in tanti. Il web sarà il luogo della condivisione, anche critica, ma era ora che la 2 generazione facesse sentire la sua voce.
    Ho pubblicato sul mio blog l’immagine del manifesto, una breve mia presentazione della finalità e allegato il testo.
    Più circola meglio sarà.
    Grazie del vs lavoro utile e pieno di speranza.

    23 Ott 2010
  7. Dilva

    Reply

    Dare un’immagine e un corpo al Manifesto, è stato una lavoro molto, molto gratificante.
    Speriamo davvero che sia un nuovo punto di partenza.

    23 Ott 2010
  8. Loredana

    Reply

    Trovo sia un documento che affronta aspetti di cui nessuno si fa carico, o che addirittura sono “tabù”. Lo sforzo emotivo, la solitudine nel lavoro, la marginalizzazione messa in pratica da parte di chi opera sotto il mantello protettivo del lavoro dipendente o con altre garanzie.
    La ricchezza di questo testo mi colpisce, e sono grata a chi ha lavorato per costruirlo, sarà uno strumento di legittimazione e consapevolezza, un testo che diffonde valori e che ha in se una forza che sosterrà molti.

    25 Ott 2010
  9. Alex

    Reply

    Potete pubblicarlo direttamente in formato PDF senza dover accedere a facebook?

    25 Ott 2010
  10. ACTA

    Reply

    Alex è se fai un click sulle parole “Manifesto” attive o sull’immagine puoi avere il file in PDF..

    25 Ott 2010
  11. Susan Richards

    Reply

    Grazie a tutti quelli che hanno lavorato su questo manifesto. Intendo passare il resto della giornata a diffondere ACTA con tutti quelli che conosco, chiedendo loro di inoltrare l’informazione a chiunque potesse averne bisogno.

    Good work guys, keep it up!

    25 Ott 2010
  12. Francesco Fascinato

    Reply

    Complimenti davvero! Un ottimo lavoro ke sarà un punto di riferimento per molti professionisti… Grazie 1000!

    Francesco

    26 Ott 2010
  13. peteferr

    Reply

    Io credo questa sia una priorità :

    Fonte : http://www.corriere.it/economia/10_ottobre_28/pensione-parasubordinati_ca2916fe-e251-11df-8440-00144f02aabc.shtml

    Ci stanno prendendo per i fondelli e sarà sempre peggio. E’ ovvio che siamo dei contribuenti che servono a toppare i buchi per chi ha il privilegio di appartenere alle categorie “protette” . Quando sarà il nostro turno, la mensa chiuderà per mancanza di cibo e rimarremo col piatto vuoto. Svegliamoci !

    28 Ott 2010
  14. ACTA

    Reply

    Ci ha ripreso il blog di Dario di Vico – Generazione Pro Pro su Corriere.it. Grazie.

    28 Ott 2010
  15. Pingback: Chi sono i lavoratori della conoscenza?? Intervista a Sergio Bologna « Confederazione Cobas Pisa
  16. romano calvo

    Reply

    Grandioso, l’elaborazione intelligente di Sergio Bologna applicata alla questione dei free lance, ha prodotto un documento che farà storia.
    Lo proporrò come libro di testo ai corsi di sociologia del lavoro.
    Certo rimangono sospesi importanti nodi, sia in alto (il futuro del welfare state nell’orizzonte della globalizzazione capitalistica) che in basso (le proposte legislative sui temi fisco e pensioni). Ma è proprio questa la capacità del manifesto: aprire la riflessione impostandola sui binari giusti. Sta a noi proseguire il ragionamento e la lotta.
    PS: non modificherei la frase relativa al consenso elettorale europeo, perchè si tratta di una constatazione statistica, che non intende affatto (anzi, l’ironia è evidente) giustificare i sistemi politici che – è vero – hanno progressivamente allontanato la gente dall’arena politica. Il manifesto in fondo è anche un invito a tutti noi per riappropriarci della politica. romano.calvo@libero.it

    3 Nov 2010
  17. Pingback: ACTA
  18. romano calvo

    Reply

    Amici, questo manifesto deve circolare, sia su carta e sia sulla rete. Oltre a Facebook (brava Samanta), l’ho caricato sul neo blog (grazie Dario) intitolato: non pagheremo noi la vostra crisi – http://romanocalvo.wordpress.com/

    5 Nov 2010
  19. Pingback: ACTA
  20. Maurizio

    Reply

    Buonasera,
    mi chiamo Maurizio Anselmi e faccio parte del Comitato del Movimento Nazionale “IMPRESECHERESISTO” sito web: http://www.impresecheresistono.org
    Il prossimo 20 Novembre (Sabato) a partire dalle ore 9.00 faremo il nostro secondo ICRDAY ad Acqui Terme.

    Venite anche voi e uniamo le nostre forze.

    Sul nostro sito e sul nostro Blog tutte le informazioni, sia dell’evento del 20 che di quanto vogliamo divulgare e FARE.

    Vi aspettiamo.

    10 Nov 2010
  21. Elsa Bettella

    Reply

    Buonasera Maurizio,
    come avrai letto dal nostro Manifesto noi non siamo imprenditori ma lavoratori autonomi, tuttavia trovo che ci siano diversi punti di contatto a partire dal fatto che dipendiamo entrambi economicamente dal mercato fino alla constatazione che le istituzioni non ci rappresentano e non ci sostengono adeguatamente, specialmente in questo periodo di crisi. Continuiamo, quindi, a dialogare e a trovare sinergie. E a questo proposito, trovo che la seconda parte del Manifesto possa fornire utili spunti di riflessioni a entrambe le categorie. E’ stata posta una pietra miliare e da qui in avanti la strada è tracciata.
    Elsa

    17 Nov 2010
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