Il Quinto Stato ha messo in scena il suo stato
14 Gennaio 2011 Eventi, Lavoro, News
Una rappresentazione per rappresentare. E’ questo ciò che fa il teatro, in fondo: mettere in scena per rappresentare la vita o un suo capitolo con l’intento di discostarsene e guardare da fuori per riuscire a capire meglio e a parlarne.
E questo è quanto abbiamo fatto ieri sera noi di ACTA. Abbiamo recitato noi stessi e la nostra situazione perché altri lavoratori autonomi si rispecchino e in qualche misura si consolino. Sì, la consolazione di sentire che non si è soli e tanti altri hanno il tuo problema. Noi stessi: cast, regìa, sceneggiatori, tecnici audio e video, scenografi ci siamo rivisti nel nostro ruolo di lavoratori autonomi in una situazione di auto-aiuto.
Non è stato facile tirare fuori da noi i nostri contenuti, così gelosamente custoditi nelle singole routine quotidiane e nelle ansie di ciascuno, ogni giorno. Siamo una categoria mite, e solo un’attenta regìa ha saputo tirare fuori la furia e la forza. Elementi estremi e necessari per trasmettere un messaggio.
Abbiamo camminato a lungo e velocemente, ci siamo inginocchiati, siamo saliti su sedie e sgabelli, abbiamo marciato, letto, parlato e gridato, abbiamo costruito un puzzle con le voci nostre e dei nostri mestieri, la musica e le immagini. Lei, Marcela, ci ha ricordato che siamo affannati, per il ritmo richiesto dal mercato e l’ansia di una vita lavorativa senza tutele. A volte noi lo diamo per scontato l’affanno, e non ce ne ricordiamo, ci ricordiamo solo di quanto siamo concentrati davanti allo schermo per “comporre”. Lo dimostra la stessa cronistoria delle nostre prove:
Giorno 1 interno chiesa – cappella invernale. Prima prova di “Lo stato del Quinto Stato”.
– Marcela, gridando: Stringete le chiappe, aumentate il ritmo della camminata, parlate più velocemente, non lasciate spazi tra le battute e poi spostatevi lentamente con le sedie e poi tirate fuori la voce…e che caspita…
– Noi, pensavamo più o meno così…: Ma cos’ ha capito? Che cosa vuole farci fare? Sa chi siamo e cosa facciamo o no? Noi scriviamo da casa! Uff, sono stanco di correre! E basta… non riesco più a inginocchiarmi…io ho la mia identità, la mia dignità…
Da giorno 2 a giorno 5
Raffreddori, febbri, ritiri, sostituzioni, fatica per le prove serali. Tenuta da parte dello zoccolo duro.
Giorno 6 – Triennale di Milano – Rappresentazione di “Lo Stato del Quinto Stato e presentazione del Manifesto dei lavoratori autonomi di seconda generazione”. Undici professionisti, attori per caso, nel loro abito scuro e camicia bianca hanno realizzato uno spettacolo forte, efficace, bello, che ha attirato un pubblico attento e numeroso. La presenza all’Agorà di stampa e tv, dopo l’articolo di Dario Di Vico sul Corsera e le interviste seguite e che continuano ad alimentare l’interesse verso ACTA, ci porta a dire grazie.
Grazie a chi ha pensato e scritto il Manifesto e a chi ha diretto e realizzato questo spettacolo.
Grazie a tutti noi di ACTA!
6 Commenti
Samanta (Ufficio Stampa ACTA)
ReplyGrazie Elsa! Che bello rileggere la cronistoria delle prove. Che fatica organizzarle, mettervi tutti insieme, ma alla fine è stato anche molto divertente ed educativo. Grazie a te che sei stata una delle colonne portanti di questo spettacolo, grazie per avermi sempre incoraggiata e sostenuta nei momenti di sconforto.
Andrea
ReplyGrazie infinite per l’impegno, non so se avrò la forza di continuare su questa ardua strada.
Per me credo questo sia l’anno della svolta o resto autonomo sacrificandomi fino all’ultima goccia di sudore o passo alla disoccupazione sperando in un lavoro da dipendente che a 45 anni forse è una chimera. Sinceramente siete bravi a combattere e a crederci. Io comincio a perdere le speranze nel mondo del lavoro autonomo, anche se mi piace molto. Son 16 anni che lo pratico ma oltre ad aumentare gli anni le difficoltà invece di diminuire con la crisi sono moltiplicate.
Speriamo bene Vi auguro e mi auguro buona fortuna.
Saluti.
Gianguido
ReplyChe peccato non esserci stato!
Ma un video su YouTube si può vedere?
GG
ACTA
ReplyCiao Gianguido, certo, puoi vedere qualche video qui
Elsa Bettella
ReplyCiao Andrea, se sei a Milano il 25 vieni in Acta per un aperitivo, è un modo per guardarci, ascoltarci e condividere problemi e paure. Nessuno di noi è indifferente alle cose che dici che, anzi, ci toccano e ci riguardano da vicino.