Vuoi impugnare la cartella esattoriale? intanto paghi o ti pignorano la casa
Ieri Repubblica ha dato una notizia che rischia di togliere il sonno residuo ai lavoratori con partita iva. In questi anni abbiamo raccolto tante lamentele da parte di colleghi professionisti che si son visti bloccare da un giorno all’altro il conto in banca, l’automobile o la sospensione del pagamento da parte della PA per non aver potuto versare tutte le rate all’INPS (per pagare la propria previdenza, ma tant’è… siamo considerati datori di lavoro e sfruttatori di noi stessi).
Ma a parte le situazioni di chi non ha potuto pagare (e quindi è comunque in torto), tanti di noi hanno ricevuto in questi anni sanzioni e cartelle esattoriali basate su dati inesatti. Molti ci hanno raccontato di esserne venuti a capo, alla fine, ma senza la possibilità di veder riconosciute le spese per avvocato o commercialista e per il proprio tempo: l’erario non è infatti tenuto al pagamento di nessuna spesa o sanzione nel caso di avviso errato.
Ora, sembra impossibile, ma la situazione si fa ancora più grave: come? Leggi l’articolo di Repubblica “Equitalia, due mesi per pagare poi ti pignorano la casa”, nel quale si spiega che in caso di qualunque sanzione, anche nel caso in cui tu voglia fare ricorso, sei tenuto a pagare comunque la somma richiesta entro 60 giorni, prima del processo che definisca chi ha ragione. Se non paghi? partono subito i provvedimenti per recuperare il debito (prima ci volevano 15-18 mesi): ipoteca su immobili, pignoramento conto corrente o crediti verso terzi, ganasce fiscali su auto…
C’è da aver paura? dite la vostra nei commenti…
9 Commenti
Luca
ReplyDirei che c’è da essere preoccupati ed incazzati.
Preoccupati perchè il gatto e la volpe (Agenzia delle Entrate ed Equitalia)sono già stati capaci di tutto:figuriamoci d’ora in poi con i nuovi strumenti legislativi a disposizione. E la seconda che ho detto perchè il sistema dell’apartheid, nell’attuale situazione finanziaria, economica e sociale, ci sta letteramente strangolando. Non solo non c’è lavoro e bisogna dare fondo ai risparmi (per chi ne ha), occorre pure difendersi a mani nude contro un nemico potente ed arrogante, che non sapendo/volendo contrastare la dilagante evasione fiscale (è più difficile ed occorre tempo)spara nel mucchio tanto l’onere della prova spetta al contribuente. Ad un mio committente è successo di ricevere il servizio completo dal gatto e la volpe, sino al pignoramento di buona parte del pagamento di una fattura che era finalmente all’incasso. La cartella riguardava atti risalenti a più di 10 anni fa, e nonostante la società sia riuscita a trovare la documentazione con tanto di timbro e firma del funzionario delle Entrate che a suo tempo stornava il presunto debito, non c’è stato nulla da fare! Perchè? nel frattempo il funzionario era allegramente morto, e allora c’era da ricontrollare il tutto! Inoltre in mezzo c’è stato il mese di agosto e negli uffici pare ci sia una sola persona ad occuparsi dei casi risalenti a parecchi anni fa, e questa persona era in ferie (je voi negà le ferie?). Tanto ci sarà uno degli altri centinaia di impiegati a sostituirlo, no? No. Per farla breve: Equitalia pignora e a noi consulenti vengono ulteriormente posticipati i pagamenti delle prestazioni.
Marcello
ReplySecondo me prima o poi ci scappa il morto, quando a un poveraccio togli tutto compresi i sacrifici di una vita riversati nell’acquisto di una casa, un uomo disperato può commettere di tutto e di uomini disperati ce ne sono e ce ne saranno tanti, sempre di più, questi cialtroni non si rendono conto della macchina abominevole che hanno creato, non si rendono conto che è una bomba a orologeria. Si ci scapperà il morto.
Io intanto ho deciso di mollare la guerra, sono stanco, ho dato mandato al mio commercialista di chiudere la mia partita iva, come farò? Sinceramente non lo so’.
Marcello
alfonso
ReplyIl Fatto riprende la notizia e gli dà ampio spazio in prima pagina (dove chiede di postare le storie con Equitalia). Il link all’articolo: http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/04/salasso-equitalia/161922/
Mario Panzeri
ReplyNon viene sempre invocato da politici, sindacati, mass media ecc. un maggiore impegno nella lotta contro l’evasione fiscale? Non si ripete continuamente che soltanto dipendenti e pensionati pagano le imposte? Questo è il risultato: uno stato di polizia tributaria dove l’evasione vera (non quella creata ad hoc per consentire allo stato di incassare con poca fatica) continua a prosperare.
Marialuisa - CD ACTA
ReplyDopo aver visto questo post di Alfonso Miceli, una giornalista di Rai 2 ha contattato ACTA per chiederci di partecipare alla trasmissione “L’ultima parola” in onda il venerdì sera alle 23.30 su Rai 2.
Ci chiedono in particolare di avere qualcuno tra il pubblico che verrà brevemente intervistato e che porti come testimonianza la sua esperienza negativa con Equitalia.
La trasmissione verrà registrata a Milano tra le 17 e le 20 di venerdì 7 ottobre.
Qualcuno ha voglia di partecipare?
Marialuisa (Consiglio Direttivo di ACTA)
Marcello
ReplyMarialuisa,
è da tanto tempo che combatto, per fortuna non ho mai avuto a che fare con Equitalia ma ho visto centinaia di persone oneste nel mio territorio che sono state rovinate da questo ente che si muove con metodi mafiosi, io sono stanco di aver paura, lavorare dovrebbe essere oltreché un diritto, un dovere e spesso anche un piacere quando si fà un lavoro per cui ci si è formati per tanti anni.
Questi legislatori secondo me dementi, preferiscono strangolare i cittadini, farli fallire e quindi perderli come contribuenti, si perché dopo che hai a che fare con Equita(g)lia sei rovinato e non potrai più lavorare, quindi non potrai più essere un contribuente, alla fine ci perde tutto il sistema statale, perché anziché far pagare tutti equamente, facendo pagare per ciò che realmente si deve, dando la possibilità di pagare senza essere usurai, Equit(g)lia preferisce lo strozzinaggio, preferisce mettere le famiglie in strada, preferisce metterti in condizione di non lavorare più quindi di non poter più contribuire al sistema Italia.
Lo stato, per tenere in piedi un apparato parassitario allucinante, vuole tutto, tutto e subito, anche se quel tutto è parecchie volte più grande di quello che effettivamente il contribuente in torto deve, come quando ti pignorano una casa da 200.000 euro per un debito di 20.000, che magari all’inizio era solo di 2.000, ma fà in fretta a lievitare.
L’Italia non è più un posto civile e siccome io sento di avere un fonte senso civico, ho deciso che non voglio buttare la mia vita avendo paura di sbagliare o avendo paura semplicemente perché ho una partita iva e il funzionario di turno può inventarsi qualsiasi cazzata a mio carico e rovinarmi anche se non ho mai sgarrato, oramai stà succedendo sempre più spesso, ho deciso quindi che al 31 dicembre la mia partita iva dopo 12 anni di onorato servizio cesserà di essere attiva, getto le armi.
Complimenti al Sign.Tremonti e ai suoi satrapi, hanno cancellato un altro posto di lavoro, per sfinimento, creando uno stato di polizia in nome del “niente”, in nome di una casta di parassiti sempre più ingordi e voraci, e vedrete quanti nuovi disoccupati ci saranno in giro quest’anno, e non per colpa della crisi ma per colpa dello stato, per colpa dell’inps, per colpa degli studi di settore, per colpa di equitalia, annullando tutto il lavoro privato voglio vedere come andrà a finire per i conti dello stato, secondo è una bomba a orologeria pronta a esplodere, con queste ultime geniali trovate fiscali, penso che sia si superata un soglia critica molto pericolosa.
Intanto, per un motto di egoismo e anche per amore dei miei cari, ho necessità di smettere di essere stressato non per il lavoro ma per la paura(magari ho delle fobie io, sarà!) ma basta, chiudo, magari ci si rivede quì in Acta tra un anno o due se le cose cambieranno, se i professionisti autonomi non saranno più solo dei limoni da spremere sempre e comunque a ogni costo, se non ci sarà più questa massa di parassiti senza pietà ad amministrare il paese.
Nel prossimo anno, il mio totale impegno sarà destinato a lavorare per poi “votare con i piedi”(come dice Oscar Giannino) ossia impegnarmi a trovare un altro paese nel mondo in cui essere trattato da cittadino e non da suddito, a malincuore perché professionalmente so’ di poter dare molto agli altri e al paese stesso.
Questi gerontocrati avidi e incapaci di qualsiasi empatia hanno reso il paese più bello del mondo uno dei paesi più incivili, invivibili e pieni di vergogna tra gli stati occidentali e industrializzati, non credo di meritarmelo.
Marcello
traduttore
Replyalla trasmissione di rai due consegnate la lettera di marcello, è molto significativa
comunque è assurdo, perchè non si ha nemmeno la decenza di potenziare il sistema, ovvero se lo stato esige un comportamento fiscale integerrimo, sarebbe bene che garantisse qualsiasi comunicazione, perchè parliamoci chiaro non è la multa in sè, ma gli interessi che si accumulano, è che per un’infrazione uno può perdere la casa
e come a torino, che una dirigente di equitalia, è proprietaria di un’agenzia che compra le case messe all’asta per pignoramenti
Simone Casadei
ReplyDa quando, per conto di un cliente, ho dovuto seguire la definizione di un cospicuo e parcellizato debito verso Equitalia, ho iniziato a chiamare l’azienda “Iniquitalia”. Più passa il tempo più mi rendo conto di quanto quella storpiatura fosse azzeccata…
Sergio Bologna
ReplyLa stampa quotidiana arriva sempre in ritardo, non dovremmo andarle a rimorchio. Questi sistemi vengono applicati da tempo. Non so quanti anni fa (sei/sette)il 3 agosto, mentre caricavo sulla macchina i bagagli per partire per le vacanze, apro la cassetta delle lettere e trovo una lettera semplice (non raccomandata) dell’esattoria (allora si chiamava così) che mi ingiunge di pagare una certa somma entro fine luglio, altrimenti mi avrebbe pignorato un appartamento di proprietà. La scadenza era già passata quindi mentre aprivo la lettera il pignoramento era già in atto. Il mio commercialista era già in vacanza, solo al rientro ho potuto sottoporgli la cosa, intanto il contatore del pignoramento avanzava. Prima che presentassimo ricorso (un malloppo di non so quante pagine) è passato un mese. All’Agenzia delle Entrate il mio commercialista, recatosi a consegnare la pratica, si è sentito dire che prima dovevo pagare e poi si sarebbe visto. Ho pagato 10.000,00 euro non dovuti. Ed aspetto ancora che mi diano ragione.Informiamoci meglio prima di scrivere certe cose, le pratiche estorsive erano già diffuse da tempo.