Aumenta lo spread contributivo tra la Gestione separata e le altre gestioni
13 Novembre 2011 News, Previdenza
La legge di stabilità è stata approvata.
I contributi previdenziali degli iscritti alla Gestione Separata sono aumentati dell’1% per permettere lo sgravio di quelli sull’apprendistato.
Un provvedimento del tutto ingiustificato, che accentua la distanza tra il nostro peso contributivo e quello sostenuto da tutti gli altri lavoratori, come evidenziato nel grafico qui a fianco.
Da tanto tempo evidenziamo l’iniquità del nostro trattamento previdenziale, che ci costringe a versare molto più degli altri lavoratori autonomi e anche più dei dipendenti (se utilizziamo lo stesso metodo di calcolo) , che non ci lascia margini per un secondo pilastro privato e ci condanna ad una pensione inadeguata, dal momento che il sistema contributivo non è in grado di garantire un adeguato rendimento al nostro investimento.
Le condizioni di crisi e di urgenza in cui è stato varato il provvedimento non ci hanno consentito di muoverci con l’efficacia e la rapidità che avremmo voluto. Questo però non vuol dire che accetteremo supinamente che si continui a fare cassa sulle nostre spalle. Con il vostro supporto continueremo a portare avanti la nostra azione di pressione e sensibilizzazione e a batterci in tutte le sedi, istituzionali e non, per una vasta riforma del sistema previdenziale che assicuri una pensione equa e dignitosa a tutti i lavoratori.
20 Commenti
Daniele Ferla
ReplySalve, credo di individuare un errore nello schema.
La voce artigiani/artigiani forse si riferisce a commercianti/artigiani?
Saluti
Stronco
ReplyE’ mai possibile che ogni volta si debba andare a colpire i poveri professionisti iscritti alla Gestione Separata Inps?
Ogni volta che c’è una riforma, una nuova finanziaria, una manovra, qualcosa di straordinario o di ordinario, c’è sempre da temere…
E’ mai possibile?
Federico
ReplyHo letto che l’aumento del contributo Inps x i parasubordinati serve a questo:
“Sgravio del 100% dei contributi dovuti dal datore di lavoro in aziende fino a un massimo di 9 lavoratori per i contratti di apprendistato stipulati nel 2012-2016. A pagarlo saranno i lavoratori parasubordinati con l’aumento di un punto percentuale dell’aliquota contributiva.”
La cosa sarebbe capibile per disincentivare i contratti co.co.pro ….. Ma noi liberi prof. senza cassa cosa c’entriamo?
Parlano di Ichino nel governo Monti… lui la nostra situazione la conosce bene… ma dubito che in questo momento ci sia qualcuno che possa pensare di riconsiderare la nostra maledetta aliquota Inps. Stiamo a vedere.
ugo testoni
ReplyCredo che la situazione perfettamente dipinta da questa tabella possa essere il punto di partenza per una campagna molto forte per l’equità, parola che Monti usa di continuo.
E’ probabile che il nuovo governo usi la tecnica che il professore ha anticipato: un colpo alla destra (patrimoniale … ) e uno alla sinistra (articolo 18 … ) e sarebbe interessante cercare di non prendere due colpi sui denti noi che stiamo nel territorio di nessuno.
Credo che dovremmo identificare 2 o 3 temi chiave e dire con grande forza la nostra, per assumere un ruolo nel dibattito che si aprirà sulle “riforme necessarie”
Equità nel welfare: affermare con forza il diritto di cittadinanza contro le resistenze delle rappresentanze forti.
Equità nel marcato: lottare contro il dualismo fra libere professioni ordinistiche (con relative casse) e professioni del terziario avanzato (con l’iniquità della Gestione separata)
Equità nella tassazione: benissimo la lotta all’evasione, quindi sì alla tracciabilità più severa, ma anche no agli accertamenti selvaggi e agli studi di settore che non tengono conto del ciclo economico.
Potrebbe essere una “lettera aperta al governo Monti” nel quale proporre il nostro programma. O altre iniziative. Ma credo che sia molto importante muoverci con rapidità.
Stefania
ReplySinceramente, continuo ad essere dell’opinione che se non mettiamo le mani in tasca a questi signori, loro continueranno a metterle nelle nostre. La questione è non passare palesemente dalla parte del torto, per cui rinnovo per la terza volta l’appello: non c’è tra noi un esperto legale che possa consigliarci su come muoverci, in gruppo, per un’azione nei confronti dell’INPS, azione che contempli il deposito considerato equo su conto vincolato?
Paola Gatto
ReplyIo vorrei attirare l’attenzione dei più esperti su quanto asserito da questo articolo: “L’obbligo contributivo verso la Gestione separata è, infatti, caratterizzato da una discriminante basata sullo stato giuridico del collaboratore. Per i soggetti che non risultano iscritti ad altre forme (di assicurazione) obbligatorie, il contributo è più elevato (rispetto ai professionisti ordinistici) e comprende una quota di contribuzione per la tutela di eventi quali malattia e maternità, mentre il contributo è solo pensionistico per i soggetti già iscritti ad altre gestioni di previdenza obbligatoria e per i titolari di trattamenti pensionistici.
Peraltro, mentre è previsto un massimale di contribuzione (pari a 93.622 euro per l’anno 2011) la norma non fissa alcun minimale reddituale. Purtuttavia, per il riconoscimento del diritto alle prestazioni è necessario che siano stati versati contributi per un importo minimo annuale, pari all’aliquota contributiva applicata al minimale stabilito per la previdenza dei commercianti. Per l’anno 2011, per gli iscritti per i quali il calcolo della contribuzione avviene con l’aliquota del 26,72 per cento applicata ad un minimale di euro 14.552,00 l’accredito ai fini pensionistici dell’intero anno richiede il versamento di un contributo annuale pari ad euro 3.888,29 (di cui 3.784,00 ai fini pensionistici).” (http://www.ipsoa.it/PrimoPiano/Lavoro/co_co_co_contributi_piu_cari_id1057440_art.aspx)
Inoltre, mentre tanti provvedimenti contenuti nel maxiemendamento per la legge di stabilità hanno durata temporanea e quindi una scadenza, questo aumento mi risulta essere definitivo…..!
Anche io sono per non desistere, affinché questo non sia il primo gradino verso l’equiparazione con l’aliquota dei dipendenti al 33%. Fermiamo l’idea prima che diventi follia.
Adele Oliveri
ReplyUgo, mi piace molto la tua proposta e anche gli argomenti che proponi per il contenuto. Direi però di evitare il formato petizione, per non ripeterci. Bisognerebbe trovare un modo intelligente per promuoverla. Sono sicura che tra tutti quanti una buona idea la troviamo 🙂 L’ideale sarebbe accompagnare alla lettera un’azione dimostrativa di un qualche tipo, per acquistare maggiore visibilità.
Stefano
ReplyVisto che Dario Di Vico segnala molte iniziative e scrive cose che interessa la nostra categoria, sarebbe utile una lettera a Monti, pubblicata sul Corriere che tanto stravede per lui! Buon lavoro e forza!
ugo testoni
ReplyAdele, concordo con te: ci vuole un’azione creativa.
Stefano, una pagina sul Corriere si conquista solo con molti euro, che non abbiamo.
E se facessimo un flash mob (con riprese video da diffondere) per “consegnare” il nostro manifesto a Monti, che si dimostra così interessato ad ascoltare parti sociali e società civile. Il tema potrebbe essere “Per un Italia meno corporatIVA”.
Diamoci un tempo (una settimana?) per raccogliere idee e scrivere il manifesto. E poi partiamo.
Che ne dite, ci activiamo?
Carlotta
ReplyTutti potrebbero fare un filmato, spedirlo ad acta e poi se qualcuno lo a fare lo monta in una breve ma intensa intervista, lo si manda a Monti, lo si mette su youtube e si manda a striscia, breve filmato su questa situazione e la disperazione di quelli come noi….
Mario Panzeri
ReplyMonti parla di fine dei privilegi, ma i “rumors” vanno decisamente in senso opposto: anticipo al 2020 dal 2025 dell’innalzamento a 67 anni dell’età per la pensione di vecchia (ai quali vanno aggiunti 12 e 18 mesi rispettivamente per i dipendenti e per gli autonomi, cioè per noi), mentre il passaggio al contributivo per tutti non sarebbe previsto, e sembra improbabile anche un intervento sulle pensioni di anzianità.
Credo sia davvero ora di farsi sentire con tutti, nessuno escluso, i mezzi di cui disponiamo: se non ora, quando?
P.S. Un membro della segreteria del Partito Democratico ha affermato che la nomina di Ichino, senatore dello stesso partito, a ministro del lavoro sarebbe da considerare una provocazione. Capito che aria tira…?
Anonimo codardo
ReplyCon il nuovo governo non c’è modo di farsi sentire ?
traduttore
Replyquesto grafico facciamolo vedere al nuovo governo
luca
ReplyUna delle cose che potremmo fare meglio, in modo organizzato e continuo, è mandare mail agli opinion leader della comunicazione radio-televisiva affinchè si occupino delle ns. problematiche, a cominciare dalla gestione separata /aphartheid.
Facciamo lo stesso con quei pochi politici che risultano essere “meno lontani” dalle nostre esigenze, penso ad es. al senatore Ichino, che persino per buona parte del suo partito viene considerato un “nemico del popolo” da disprezzare, solo perchè ragiona senza paradigmi ideologici ottocenteschi. Da disprezzare è invece l’apartheid che ci opprime! La sola r.a. del 20% sommata al 28% di INPS fa già il 48%, senza contare il conguaglio irpef, le addizionali regionali e comunali, ed eventualmente l’irap! ed in cambio cosa abbiamo?
Questo è un Paese trasversalmente conservatore e corporativo e dobiamo essere noi outsiders a stimolare, dialogare ed eventualmente fare un pezzo di strada insieme con chi cerca di superare le storture non piu’ sosteniili del nostro welfare. Il nuovo governo parla anche di “equità”, le proposte di ACTA sono coerenti con questo principio.
Troviamo il modo di farle ascoltare.
Vito
ReplyCi sono anch’io… se almeno il prelievo della gestione separata fosse parametrato agli incassi effettivi darebbe qualche margine di sopravvivenza, ma se si applica in modo secco ed insensibile a prescindere dall’effettivo incasso si giunge all’aasurdo che un reddito di 7.000# già di per se sotto il limite dell’assegno sociale e pertanto insufficiente ad un tenore di vita nemmeno accettabile avrebbe come aggravante quello di essere decurtato del 26.72% secco che corrisponde ad un “uccidere oggi il presunto pensionato privandolo di quanto necessario per sopravvivere”. Secondo me ci sarebbero gli estremi per un ricorso alla Commissione Europea per i Diritti dell’Uomo.
Come si fa a pretendere il 30%, oltre ancora alle tasse??’
E chi guadagna davvero poco cosa dovrebbe fare per sopravvivere?
Le RAPINE???
ugo testoni
ReplyA proposito di TRACCIABILITA’, USO DEI CONTANTI e risanamento del debito, cosa pensate di questa proposta della GABANELLI?
http://www.corriere.it/inchieste/reportime/economia/11_novembre_12/fine-del-sommerso_099fe7d6-0d3f-11e1-a42a-1562b6741916.shtml
E’ probabile che susciterà un discreto vespaio: Lerner ieri sera l’ha presentata come “provocazione” ma ha anche detto che ne parlerà ancora in tutte le trasmissioni dedicate alla situazione economica.
Che ne pensate? Io credo che dal punto di vista dell’efficacia e del valore simbolico è sicuramente più contro il dentista e l’idraulico che contro mafia e transazioni dei grandi evasori che usano movimenti finanziari “legali” resi possibili dai paradisi fiscali.
Ma mi chiedo, essendo spesso confusi con dentisti e idraulici, non potrebbe essere utile prendere posizione a favore e cercare di entrare in questo dibattito. Magari cercando di contattare la Gabanelli come associazione?
Mario Panzeri
ReplyNella proposta della Gabanelli non sono affatto chiare due cose tutt’altro che secondarie: in quale misura dovrebbe essere tassato l’uso del contante e che cosa significa che “bisognerebbe prevedere che i ceti più penalizzati si ritrovino compensati con una minor tassazione”. Se la tassazione fosse bassa servirebbe a poco, se fosse elevata sarebbe più semplice e logico eliminare tout court il contante, perché non avrebbe più un senso economico il suo uso. Quanto alla minore tassazione per i ceti più penalizzati, c’è da chiedersi quali sarebbero tali ceti (venditori o pagatori? soggetti con redditi bassi?). Il rischio infatti è la creazione, oltre che di complicazioni applicative probabilmente insormontabili, anche delle solite discriminazioni a vantaggio di qualcuno e a svantaggio di qualcun altro: come già avviene nel caso attuale della possibilità di riprendere a tassazione – tra l’altro a totale discrezione degli uffici finanziari – il contante prelevato dai conti correnti bancari e postali da parte dei lavoratori titolari di partita IVA: una misura assurda se applicata ad una sola parte dei contribuenti, ma che potrebbe invece avere un senso se applicata – meglio se definendo i limiti entro i quali i prelevamenti sono ammessi – a tutti, dipendenti compresi, che così smetterebbero di effettuare pagamenti in nero a imprese e lavoratori autonomi, i quali quindi, a loro volta, non disporrebbero più di contanti incassati – come invece avvviene ora – da privati (mentre chi, come la maggior parte di noi, lavora per imprese e pubblica amministrazione non viene di norma pagata in contanti e se li deve procurare effettuando prelevamenti a rischio tassazione).
Anonimo codardo
ReplyLa proposta di Gabanelli è stata analizzata da Lippi su noisefromamerika [0]
[0] http://www.noisefromamerika.org/index.php/articles/Tassiamo_il_contante%2C_o_no%3F#body
ugo testoni
Replygrazie anonimo cod. ho letto. Vi segnalo anche un altro articolo non favorevole alla proposta della Gabanelli
http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002670.html
buona giornata
Anonimo codardo
ReplyDa Repubblica [0], il neoministro del welfare cita ‘equità’ come caposaldo della riforma. Sarebbe interessante sottoporgli l’analisi di Acta per vedere dove vede l’equità… in particolare per i professionisti con cassa…
[0] http://www.repubblica.it/economia/2011/11/24/news/fiat_la_fornero_preoccupata_grandi_imprese_non_abbandonino_italia-25513625/?ref=HRER1-1