Rinviato aumento contributi!
9 Luglio 2012 Lavoro, News, Previdenza
Le rivendicazioni ACTA accolte da un emendamento in Commissione Lavoro!
C’è stata un’intesa della maggioranza per modificare la legge Fornero. Un emendamento firmato da MOFFA, DAMIANO, CAZZOLA, ANTONINO FOTI, BELLANOVA, POLI, MURO, BERRETTA, PELINO, BOBBA, LULLI, SAGLIA, CAUSI, DEL TENNO prevede che la valutazione della monocommittenza dei professionisti avvenga sulla base di due anni consecutivi e non più di un solo anno (accogliendo una richiesta ACTA in Commissione lavoro) e che l’aumento dei contributi INPS per la Gestione Separata sia rinviato al 2014.
Nel documento infatti si legge:
AC 5312
EMENDAMENTO
ART. 46
Dopo l’articolo 46, inserire il seguente:
Art. 46-bis
(Modifiche alla legge 28 giugno 2012, n. 92, e misure in materia di accordi di lavoro)(…)
d) all’articolo 1, comma 26, capoverso “ART. 69-bis”, comma 1, sono apportate le seguenti modificazioni:
1) la lettera a) è sostituita dalla seguente: “a) che la collaborazione con il medesimo committente abbia una durata complessiva superiore a otto mesi annui per due anni consecutivi“;
2) alla lettera b), le parole “corrispettivi complessivamente percepiti dal collaboratore nell’arco dello stesso anno solare” sono sostituite dalle seguenti: “corrispettivi annui complessivamente percepiti dal collaboratore nell’arco di due anni solari consecutivi;
(…)
f) all’articolo 2, comma 57, le parole da: “al 27 per cento per l’anno 2012” sino a: “33 per cento a decorrere dall’anno 2018” sono sostituite dalle seguenti: “al 27 per cento per gli anni 2012 e 2013, al 28 per cento per l’anno 2014, al 29 per cento per l’anno 2015, al 30 per cento per l’anno 2016, al 31 per cento per l’anno 2017, al 32 per cento per l’anno 2018 e al 33 per cento a decorrere dal 2019“;
Si tratta indubbiamente di un miglioramento molto importante che ci spinge ad andare avanti per ottenere l’eliminazione degli aumenti programmati e in prospettiva un’equiparazione ai contributi degli altri lavoratori autonomi.
Scarica il nostro Comunicato Stampa 10 luglio 2012.
22 Commenti
laura
ReplyEvviva, grazie a tutti e ad Acta per questo risultato, non molliamo c’è ancora tanto da migliorare e ottenere per l’equiparazione agli altri lavoratori.
Insieme si può!!!
agostino
ReplyBRAVISSIMI!
I MIEI PIU’ SINCERI COMPLIMENTI!
UNITI SI VINCE!
Adele Oliveri
ReplyÈ senz’altro un ottimo risultato, frutto dell’impegno di tutti questi mesi. Questo però non dev’essere un buon motivo per abbassare la guardia. L’aumento dei contributi è stato solo *rinviato*. Dobbiamo utilizzare questo anno di “bonus” per convincere definitivamente il governo e il parlamento ad abrogare queste norme assurde che penalizzano il lavoro autonomo.
ugo
ReplyGrande risultato!
Stiamo uscendo dall’invisibilità.
Dopo il Fax Bomb (ancora grazie a tutti per aver partecipato in massa) siamo stati ascoltati in Commissione.
Ed ora un emendamento accoglie le nostre richieste.
Per ora brindiamo e diffondiamo la notizia!
Per il futuro, come dice Adele, teniamo alta la guardia!
Diego
ReplyFinalmente una bella notizia, grazie! Speriamo che finisca prima o poi l’accanimento tributario nei nostri confronti: anche quest’anno pagare un sacco di contributi INPS per sapere che un domani li rivedrò indietro (forse) in minima parte.
Buon lavoro!
Mario Panzeri
ReplyCredo che il cambiamento sulla monocommittenza, sebbene si tratti di una questione che interessa soltanto una parte dei professionisti, sia un risultato non meno importante del rinvio dell’aumento dei contributi, anche in un’ottica di beneficio per l’economia nel suo complesso, e come tale debba quindi essere adeguatamente valorizzato e che ne vada sostenuto l’ulteriore miglioramento.
Matteo
ReplyBene, quindi invece di chiudere nel 2018, chiuderemo nel 2019!
Milo
ReplySecondo me e’ un ottimo risultato! Complimenti!
1) per quanto riguarda l’aumento dei contributi gest. separata INPS, e’, un po’, come una clausola di salvaguardia, come per l’aumento IVA: si sposta avanti, sperando di riuscire a non attuarlo mai (c’e’ da sperare che le condizioni complessive dell’economia migliorino entro il 2013 e che quindi si possano trovare risorse altrove).
2) leggendo in toto la proposta di emendamento, compare anche il rinvio al 2014 dell’ASPI e delle manovre di finanziamento della stessa, COMPRESO quindi (suppongo) il rinvio della riduzione della percentuale di deducibilita’ delle spese auto per i professionisti dal 40% al 27.5%, e questa per me e’ un’ottima notizia…
3) riguardo alle modifiche sulle presunzioni di subordinazione, beh, devo dire che questo mette al riparo molti colleghi che possono avere problemi in un momento di crisi come questo (provate a pensare se un anno vi rimane solo un committente perche’ gli altri chiudono o non vi possono pagare, allora e’ un attimo arrivare all’80% di monocommittenza, in un regime di bassa fatturazione sempre a causa della crisi).
Certo e’ che questo, secondo me, influisce poco su quella che ritengo la vera ‘conquista’ (in termini di emendamenti precedenti), che rimane l’introduzione del limite di fatturato (i 18000 euri…), per discriminare ‘vere’ e ‘finte’ p.iva, indipendentemente dalla monocommittenza (come e’ giusto che sia: al di sotto del limite, si suppone che ci possa essere una ‘finta’ p.iva perche’ non ha senso fatturare 1500 euri al mese (che diventano, netti, 750…meno di un operaio…) senza le tutele di un CCNL; al di sopra, invece, e’ il lavoratore autonomo che inizia a far valere la propria capacita’ contrattuale per ‘strappare’ compensi (si spera) maggiori di un CCNL ed, eventualmente, iniziare ad esporsi sul mercato verso piu’ committenti, indipendentemente che operi principalmente in un regime di mono o pluricommittenza.
Anche perche’ spesso c’e’ un committente principale (col quale si puo’ arrivare anche al fatidico 80% per piu’ anni di seguito), al quale vengono affiancati via via altri committenti, magari meno ‘forti’, ma ai quali saremmo costretti a rinunciare se fossimo dipendenti o cocopro.
Cmq, ben fatto! Soprattutto grazie al lavoro di ACTA e ad un agguerrito manipolo di deputati e senatori certamente non schiavi della dittatura dello spread ma ancora consapevoli del mandato di rappresentanza politica che gli abbiamo affidato.
elisa
ReplyE dove sarebbe il rinvio. Invece del 33% nel 2018 lo pagheremo nel 2019… Sai che gran conquista.
Petra Haag
ReplyGrazie dell’impegno! Speriamo che in questi anni le cose possano cambiare ancora a nostro favore, quindi dobbiamo rimanere uniti e non abbassare mai la guardia.
Giovanni Carru
ReplyCiao Milo,
ho letto il commento sull’introduzione del limite di fatturato come “conquista”. Probabilmente sei un professionista affermato: per il sottoscritto, che ha partita IVA da meno di tre anni, le cose non sono così scontate. Capita anche di guadagnare come un operaio, pur essendo a tutti gli effetti un libero professionsita.
Vorrei capire meglio i dettagli al proposito, dove posso trovare delucidazioni?
Grazie
Saluti
Jim Davis
ReplyInnanzitutto Grazie ACTA !!!
A Giovanni Carru e Milo,
direi che sono d’accordo con Milo. Dopo oltre trent anni di lavoro come traduttore, il €18.000 non mi fa paura, ma mi ricordo ancora bene i primi anni per non parlare della crisi del 1992. Non si aspetta mai che un nuova azienda fa profitti nel primo anno. Se fosse così, non ci sarebbero nuove aziende e non ci sarebbe nessuna crescita. Perchè mai dovrebb’essere diverso per una nuova ditta individuale?
Milo
Reply@Giovanni Carru:
nel mio commento citavo la norma della Legge (Art. 69-bis), per come e’ uscita dalle Camere il 28 giugno, in particolare qui puoi trovare l’emendamento che e’ stato votato e che ora e’ nella legge:
https://www.actainrete.it/2012/05/domani-al-voto-maxiemendamenti-al-ddl-lavoro/
(e’ quello in neretto).
In pratica, riassumendo il mio pensiero: la normativa introdotta, nella sua formulazione originaria, non distingueva sulla base delle competenze o di altri fattori distintivi fra lavoro ‘genuinamente’ autonomo, e lavoro autonomo frutto di imposizione da parte di un datore di lavoro scorretto che vuole solo risparmiare in contributi e cuneo fiscale.
Il vero problema e’ che non mi sembra corretto identificare una ‘finta’ p.iva solo sulla base della monocommittenza, che, invece, per molti professionisti ‘affermati’ e’ una condizione spesso prevalente per lunghi periodi (come scrivo nel mio precedente post). E, fra l’altro, non e’ assolutamente proibita dal Codice Civile, che quando parla di lavoro autonomo non menziona quanti committenti uno deve avere, ma, giustamente, parla solo di modalita’ di organizzazione del lavoro.
Anche in Commissione Lavoro al Senato si sono resi conto che avrebbero messo in difficolta’ molte situazioni ‘genuine’ che sarebbero rientrate nei parametri di presunzione, nonostante l’elevato fatturato, frutto spesso di un’affermazione concreta del proprio potere contrattuale con il committente prevalente.
Le strade erano molteplici: o non si faceva niente, lasciando la normativa vigente (e sarebbe stato meglio, visto che permetteva comunque di stanare le situazioni di abuso), o si cercavano delle condizioni piu’ consone per individuare il lavoro autonomo da quello finto-autonomo, ma non c’era tempo (la ‘dittatura dello spread’ non avrebbe permesso un dibattito piu’ serio), e, forse, neanche la volonta’ e la competenza per farlo.
Allora fior di giuslavoristi di destra e sinistra con un accordo politico sono pervenuti alla formulazione attuale, che definisce uno spartiacque molto chiaro fra potenziali situazioni di abuso e situazioni nelle quali si puo’ iniziare a parlare di libera contrattazione tra committente e professionista.
Ovviamente, la soluzione scelta e’ necessariamente superficiale, cosi’ come lo sono i criteri di presunzione di partenza, ma tutto sommato identificano abbastanza i due mondi, con lo scopo di non creare eccessivi ‘falsi positivi’ o ‘falsi negativi’. Almeno sulla carta, poi vedremo cosa succede veramente…
Sono pure convinto che ci siano fior di professioni piu’ che legittime che per la natura del loro mercato stiano al di sotto dei fatidici 18000 euro, ma io mi chiedo anche se questi professionisti, strozzati da gest. separata INPS, IRPEF, IRAP, e senza lo straccio di una delle moltissime tutele previste dai CCNL, non abbiano fatto una scelta azzardata in un mercato del lavoro come quello italiano, dove secondo me il lavoro autonomo professionale ha un senso solo se fa fatturare ‘molto’…
Si, sicuramente, si puo’ obiettare che il lavoro autonomo professionale sia una scelta necessaria per organizzare diversamente il proprio tempo, ma bisogna valutare attentamente quando conviene e quando, invece, sia una scelta, appunto, azzardata.
Ovviamente, questa e’ una mia interpretazione, ma se proprio dobbiamo ‘tenercela’ questa sciagurata normativa, allora e’ meglio che faccia meno danni possibile…
Fabiana Musicco
ReplyMi sembra ottimo essere riusciti a spostare questo aumento forsennato dei contributi dei lavoratori autonomi, ma due cose mi vengono in mente molto importanti su cui è urgente fare pressione:
1. A fronte di una quasi sostanziale equiparazione di contributi versati rispetto a lavoratori dipendenti, quali sono i metodi di computo della pensione, una volta maturati i requisiti ? Io sono stata all’insegna ho parlato con consulenti ed esperti e non l’ho capito ancora. Quel che pare certo, pero, è che siano meno favorevoli. E mi pare un assurdità. Va verificato ed eventualmente corretto al più presto.
2. Qualcuno di voi ha idea di quanto incidano ancora sulla spesa pensionistica le pensioni calcolate con metodo retributivo o parzialmente retributivo ? Io ho iniziato a lavorare nel 1993, tutto verra calcolato con il contributivo, tanto hai versato tanto ti tornerà indietro ( con i parametri previsti da verificare, specie per chi come me ha tanti anni da dipendente e tanti da autonomo). Ma il fatto che ancora moltissimi vadano in pensione con una forte incidenza della retribuzione degli ultimi anni è insostenibile ! Qualcuno ne sa di più ? Mi interessa capire e dimensionare il problema, dobbiamo impegnarci assolutamente per questi aspetti, di cui mi pare non si dica abbastanza e si continuano a creare disparità enormi
nonhocapito
Replymi aiutate a capire per favore ?
non vorrei raffreddare gli animi inutilmente, ma state parlando di intesa sugli emendamenti o di modifica della legge ?
il dubbio mi è venuto leggendo qui :
http://www3.lastampa.it/economia/sezioni/articolo/lstp/461963/
grazie
Milo
Reply@nonhocapito
quello che indichi e’ una novita’ della giornata: sembrava avessero raggiunto un accordo, e invece il governo si e’ messo di traverso.
Per il governo, tutto cio’ che implica una modifica alla copertura finanziaria della legge non puo’ essere accettata, anche se, a rigor di logica, spostare in avanti di un anno l’ASPI comporterebbe la possibilita’ di spostare in avanti di un anno anche le norme a copertura finanziaria dell’ASPI stessa, A MENO CHE (e qui sono in cattiva fede), il governo non abbia calcolato una parte dell’aumento dei contributi, e delle altre fonti di finanziamento della (contro-)riforma del Lavoro, per sanare i conti pubblici, e sarebbe un gesto scorretto, visto che ci avevano detto che la famosa ‘paccata’ di miliardi che stiamo per tirar fuori di tasca nostra sarebbe servita esclusivamente a finanziare la riforma (l’ASPI, della quale, per inciso, noi p. iva NON potremo usufruire…).
Almeno una cosa e’ evidente, ormai: il governo va per conto suo, qualunque sia la volonta’ politica della maggioranza che lo sostiene. E’ la dittatura dello spread.
Silvestro De Falco
ReplyQuesta della copertura è una bufala.
La copertura non c’era prima e non c’è adesso.
I nostri contributi sono debiti a carico dello stato perché questi dovranno essere restituiti sotto forma di pensione. Certo, nel lungo periodo l’inflazione eroderà questo debito ma per il momento si spendono soldi per l’ASPI senza una copertura vera, una che deriverebbe o da una nuova tassa o da un’effettiva riduzione della spesa.
X Fabiana.
Devi verificare il montante che hai nel tuo conto all’INPS e poi moltiplicare questa somma per il coefficiente di trasformazione – che al momento è per chi va in pensione a 65 anno 0,0543. Il risultato è l’importo annuo della tua pensione.Per ottenere quello mensile devi dividere per 13.
Marcello
Replyhttp://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-07-10/altola-fornero-modifiche-aspi-230319.shtml?uuid=AbSu9x5F
ivan
ReplyBasta, basta e ancora basta. Siamo stufi di questi continui accanimenti contro le p.iva.
Ci dobbiamo ribellare e far sentire la nostra voce con forza, magari anche con una bella mobilitazione di tutte le partite iva d’Italia. Tutti insieme, tutti a Roma!!!
PietroBS
Reply14:15 11/07/2012
Dl sviluppo: inammissibili tutti gli emendamenti su riforma lavoro
Roma, 11 lug – Sono stati dichiarati inammissibili gli emendamenti al Dl sviluppo con le modifiche alla riforma del mercato del lavoro. Niente da fare sia per i testi concordati nella maggioranza, sia per quelli proposti dalle opposizioni, tutti cassati per estraneita’ di materia dalle presidenze delle commissioni Finanze e Attivita’ produttive della Camera. Ora i firmatari delle proposte di modifica avranno tempo fino alle 17 per presentare i ricorsi, sui quali ci sara’ un pronunciamento alle 20. Bof-Mct 11-07-12 14:14:59
http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Economia/sviluppo-inammissibili-emendamenti-riforma-lavoro/11-07-2012/1-A_002146839.shtml
PietroBS
ReplySi è cantato vittoria troppo presto, anche se di battaglia e non di guerra si trattava. Meglio cominciare ad aumentare le tariffe…
PietroBS
ReplyAGGIORNAMENTO
14:44 11/07/2012
Dl sviluppo: possibile recupero ammissibilita’ emendamenti riforma lavoro
Roma, 11 lug – E’ possibile che gli emendamenti al Dl sviluppo con le modifiche alla riforma del mercato del lavoro, dichiarati inammissibili, siano recuperati in sede di esame dei ricorsi. E’ quanto si apprende in ambienti delle commissioni Finanze e Attivita’ produttive della Camera che stanno esaminando il decreto. Un pronunciamento, che riguarderebbe tutti i testi, e’ atteso nel tardo pomeriggio.