I diritti negati dall'INPS
11 Dicembre 2012 Diritti, Malattia, Maternità
A distanza di quasi un anno dal decreto salva Italia non sono ancora applicate le procedure per consentire ai professionisti iscritti alla gestione separata di accedere all’indennità di malattia domiciliare e ai congedi parentali.
Soci Acta che i sono rivolti all’inps sia per l’indennità di malattia (Andrea che è rimasto bloccato un mese per il suo menisco) sia per i congedi parentali (Samanta, con due bimbi, di cui uno nato alla fine del 2011) hanno potuto verificare che il sistema non è ancora aggiornato e non contempla la possibilità di erogare tali indennità alla nostra categoria.
Ricordiamo che il decreto Decreto Salva Italia (DL 201/2011),con l’articolo 24 comma 26, ha riconosciuto il diritto alla malattia domiciliare e ai congedi parentali anche ai professionisti iscritti alla Gestione Separata. Un diritto che prima era riconosciuto solo ai lavoratori a progetto e categorie assimilate (ad esempio assegnatari di ricerca) e non ai professionisti che pure erano tenuti a versare gli stessi contributi.
Un messaggio INPS (N° 2343 4143 del 7 marzo 2012, introvabile sul sito dell’INPS, ma che é stato citato da tutta la stampa) aveva reso noto che, in accordo con quanto definito nel Decreto Salva Italia, a partire dal 1 gennaio 2012 il diritto alla malattia domiciliare e ai congedi parentali sarebbe stato esteso ai professionisti iscritti alla Gestione Separata (a coloro che versano la maggiorazione INPS dello 0,72 %, con esclusione dunque dei titolari di pensione e degli iscritti ad altre forme di previdenza obbligatoria ) .
Ma l’INPS non si é ancora adeguato.
Non é stato aggiornato il servizio telematico, che alla voce “tipo di attività” prevede solo collaborazione a progetto e assegno di ricerca , non si sono adeguati gli sportelli ove gli impiegati attendono lo sblocco delle procedure e consigliano di presentare domanda pur sapendo che dovranno respingerla, perché così potranno erogare l’indennità non appena la procedura sarà sbloccata.
Quanto sarà necessario aspettare?
Un ritardo che é particolarmente odioso se consideriamo la rigidità dell’INPS come esattore: non sono possibili dilazioni nel versamento dei contributi previdenziali, e, a differenza di quanto accade in materia fiscale, non esiste neppure il ravvedimento operoso in caso di dimenticanza o errore, pena sanzioni pesantissime.
11 Commenti
Daniela
ReplyC’è una cosa ancora più grave: dal loro sito dicono che NON abbiamo diritto ai congedi e da INPSRISPONDE la risposta è la stessa
Daniela
ReplyVi incollo il testo della riposta
in riferimento alla Sua richiesta con numero di protocollo
INPS.CCBFF.07/12/2012.3298912 del 07/12/2012 Le comunichiamo quanto segue:
il congedo parentale non spetta ai liberi professionisti che versano nella
gestione separata,ma solo ai lavoratori a progetto e categorie assimilate.
La ringraziamo per aver utilizzato il servizio INPS Risponde, non esiti a
contattarci per ulteriori richieste
http://mammatipica.blogspot.it/2012/12/congedi-fantasma-elsa-ce-li-ha-dati-ma.html
Samanta Boni
ReplyUn motivo in più per sottoscrivere un’assicurazione sanitaria che sia degna di questo nome, perché se aspettiamo che sia l’INPS a pagarci, stiamo freschi. Nemmeno quando il diritto è sancito per legge… Io per il congedo parentale ho ricevuto una bella letterina dove si respinge la mia richiesta e in un appunto a penna mi si promette un pagamento non appena possibile. Vi rendete conto?!? Dobbiamo tutelarci da soli e fare rete tra di noi, perché altrimenti nessuno ci ascolterà.
daniela
ReplyA Prato stiamo aspettando un rifiuto per fare causa tramite il nidil. Se ti interessa ti metto in contatto
Andrea
ReplyIo sto aspettando la risposta, che sarò sicuramente negativa.
Carlotta
Replyio ho fatto la domanda via internet. Dopo mesi di silenzio hanno risposto all’ennesima mail dicendo di aver passato la richiesta all’ufficio pagamenti…ma ancora non ho ricevuto niente…..
Elena
ReplyCiao,
anch’io sono in lotta con l’Inps dal mio nono mese di gravidanza e anch’io ho scoperto per caso della possibilità di ottenere il congedo parentale anche se personalmente e sul sito non si ottiene nulla.
Qual è il modo migliore per fare richiesta del congedo parentale? Una raccomandata? Avete per caso un modello che avete seguito?
Se riceviamo tutte dei no si potrebbe davvero procedere legalmente.
Elena
Samanta Boni
ReplyCiao Elena,
non esiste un modo migliore per fare richiesta di congedo parentale. La via più comoda per non perdere troppo tempo è quella di presentare la domanda online. In alternativa puoi presentarti allo sportello. Il modello da compilare è scaricabile dal sito INPS. Cerca SR23_AST_FAC. Mentre per la domanda di malattia domiciliare il modello è SR06_DEG_OSP_GEST_SEP.
L’ostacolo principale è che online non è possibile selezionare la categoria “Liberi professionisti” perché non è presente nel menu a discesa. Allo sportello potresti tentare di farti mettere la dicitura a mano. In ogni caso è probabile che la tua domanda venga respinta perché all’INPS non risulta ancora che i liberi professionisti abbiano diritto a queste indennità. Il nostro consiglio comunque è di fare domanda e in caso di rifiuto, procedere al ricorso che si può presentare sempre online entro 90 giorni. Se i ricorsi venissero respinti in massa dall’INPS potrebbe in un momento successivo impugnarli e procedere legalmente.
Elena
ReplyGrazie mille Simona!
Avevo visto che dal sito non era possibile selezionare la categoria liberi professionisti e quando ho chiesto spiegazioni personalmente all’ufficio maternità della sede di via Melchiorre Gioia a Milano, mi hanno risposto che non hanno ancora ricevuto direttive da Roma se non quella di tenere lì le domande cartacee che arrivavano.
Ora provvederò a compilare il modulo e portarlo allo sportello.
Ma la mia domanda è: bisogna aspettare un rifiuto al ricorso per procedere? Se c’è una legge che stabilisce un diritto non si può procedere legalmente se questo viene negato?
Volevo anche sapere se qualcuno ha già provato a scrivere tramite raccomandata direttamente dalla sede romana, in quanto se a Milano o in altre sedi Inps d’Italia attendono disposizioni da Roma, a Roma dovranno rispondere qualcosa…in alternativa ci vado di persona a Roma! 😉
In pratica, legge alla mano, vorrei sapere cosa risponderebbero visto che non possono dire: attendiamo indicazioni da Roma.
Inoltre come ho scritto in un commento al tuo post di qualche tempo fa credo che l’Inps stia commettendo un’altra illegalità, applicando un metodo per il calcolo di maternità che non rispetta quanto sancito dalla legge quadro.
Se l’Ente di Previdenza non può garantire i miei diritti sanciti dalla legge, in quanto iscritta alla gestione separata, allora la legge dovrebbe darmi la libertà di decidere di farmi un’assicurazione privata e di non versare i miei contributi all’INPS!
Tra l’altro mentre cercavo di venire a capo di tutti questi problemi, durante la mia gravidanza, mi sono imbattuta in una sentenza della Corte Costituzionale che sanciva il diritto di una donna diventata mamma di vedersi tutelato il suo tenore di vita precedente al parto, in un momento di ancora maggior bisogno quale quello della maternità. Non riesco più a trovare quella sentenza ma mi metterò a cercarla.
Io vorrei agire e fare qualcosa visto che sembra che un Ente Pubblico agisca fuori legge, ma ovviamente non so bene come muovermi.
Scusa lo sfogo, ma come dire “me la sono legata al dito” con l’INPS e vorrei andare fino in fondo!
Elena