“Dica: no33!” Intervista a Pietro Ichino, candidato lista Monti al Senato in Lombardia e Toscana
15 Febbraio 2013 Acta informa, Lavoro
ACTA sottopone a tutti i candidati alle prossime elezioni politiche 5 punti programmatici per la valorizzazione del lavoro autonomo professionale e per una maggiore equità nei confronti delle nuove tipologie di lavoratori e chiede l’adesione alla campagna “Dica: no 33!”.
Di seguito il testo della sesta intervista
ACTA: Negli ultimi anni la nostra contribuzione pensionistica è cresciuta dal 20% al 27%, con il contributo di tutti i governi. Sulla base della legge sul lavoro del 2012 dovrebbe aumentare ancora al 33% Si impegna a fermare questo aumento?
Se è contraria/o ci spieghi le sue motivazioni.
Ichino: Nel capitolo “lavoro e welfare” del programma della Lista Monti è detto esplicitamente che
Un altro aspetto da rivedere è quello del previsto incremento graduale al 33% dell’aliquota contributiva – una misura rivelatasi insostenibile – per gli iscritti in via esclusiva alla Gestione separata presso l’Inps (collaboratori, titolari di partita IVA, professionisti privi di un ordine, ecc,). Già il Parlamento ha provveduto a posticipare la prima tranche al 2014, proprio per consentire una riconsiderazione dell’intera materia nella prossima legislatura.
ACTA: A suo parere quale è o potrebbe essere il ruolo che del lavoro autonomo professionale per favorire il recupero di produttività? Abbiamo fatto delle proposte articolate per incentivare il lavoro professionale autonomo e il suo rafforzamento, affinché possa efficacemente garantire innovazione e flessibilità alle imprese. Quali tra di esse (regime fiscale agevolato per redditi sino a 70-80.000 euro; calcolo imposizione fiscale e anticipi sulla media dei tre anni, deducibilità spese formazione, trasferte e ammortamento accelerato prodotti tecnologici, eliminazione doppia contribuzione SRL e semplificazione burocrazia) condivide, e quali ritiene di appoggiare nella prossima legislatura, se sarà eletta/o? Quali non condivide e perché?
Ichino: L’Agenda Monti, in armonia con le indicazioni dell’Unione Europea, indica come misura prioritaria la riduzione dell’imposizione fiscale sui redditi di lavoro (tutti, ovviamente: anche quelli di lavoro autonomo) e sui redditi di impresa o azienda (Irap): l’alleggerimento fiscale su chi produce è indispensabile per uscire dalla recessione rimettere in moto il sistema economico italiano. Per quel che riguarda i redditi di lavoro, il programma prevede l’alleggerimento prioritario sui redditi di lavoro della fascia più bassa. Siamo favorevoli alla deducibilità delle spese di formazione e trasferta; e all’ammortamento fiscale accelerato delle spese per prodotti tecnologici.
Quanto alla semplificazione normativa e burocratica l’Agenda Monti prevede la sostituzione della legislazione di fonte nazionale in materia di lavoro con un Codice del lavoro semplificato di non più di 60 articoli, leggibile direttamente e facilmente applicabile da parte dei milioni di persone interessate.
ACTA: Ritiene esista un problema di svalutazione dei compensi nel lavoro autonomo professionale? Concorda con le misure da noi proposte (salario minimo orario, tariffe eque per servizi professionali e regole sulle commesse pubbliche per salvaguardare equo compenso) per affrontare questo problema? Se non le condivide, ci spieghi le sue motivazioni.
Ichino: Siamo favorevoli all’istituzione di uno standard minimo di salario minimo orario, applicabile a tutte le attività di lavoro retribuite in ragione del tempo di svolgimento, sul modello dell’omologo istituto operante negli Usa, con una differenziazione in riferimento al lavoro dei giovani new entrants. Salvo il rispetto dello standard minimo orario di cui sopra per le attività retribuite in ragione del tempo di svolgimento, non siamo invece favorevoli all’istituzione di tariffe minime per le attività libero-professionali, per le quali deve valere la regola generale della libera concorrenza di fonte europea.
ACTA: E’ d’accordo sulla necessità di affrontare la situazione dei giovani e degli altri lavoratori che ricadono interamente nel sistema pensionistico contributivo, al fine di prevenire una diffusa situazione di povertà tra i futuri pensionati? Se no, perché?
Se sì, é favorevole al recupero della finalità solidaristica delle pensioni, con l’introduzione di una pensione base (aggiuntiva a quella puramente contributiva) legata al numero degli anni lavorati, indipendentemente dai contributi versati e dalla tipologia di lavoro svolto? Se non la condivide, perché? Quali altre misure propone?
Ichino: La garanzia per le nuove generazioni di un trattamento pensionistico adeguato deve, a nostro avviso, basarsi innanzitutto su di un sistema che assicuri: a) continuità di copertura contributiva nei periodi di passaggio da un’occupazione a un’altra; b) agevole e non costosa possibilità di totalizzazione dei periodi contributivi maturati in qualsiasi gestione previdenziale. Deve poi essere incentivata e agevolata l’attivazione volontaria da parte di ciascun lavoratore di una forma di previdenza complementare: l’Agenda Monti prevede a questo proposito non soltanto l’incentivazione dell’utilizzo del trattamento di fine rapporto da parte dei lavoratori dipendenti per l’attivazione della previdenza complementare, ma anche che la parte di contribuzione corrispondente alla parte di retribuzione superiore al minimo collettivo possa essere destinata dalla persona interessata a una forma di previdenza complementare (l’Inps stesso si sta già attrezzando per offrire questa opzione ai propri iscritti, con una apposita gestione di previdenza complementare).
ACTA: E’ favorevole all’istituzione di una indennità di maternità universale nei casi in cui non sia prevista alcuna indennità o ad integrazione di indennità esistenti? Condivide la nostra richiesta di estendere ai padri professionisti l’accesso ai congedi parentali?
Noi siamo insoddisfatti della copertura della malattia assicurata dall’INPS (indennità molto basse, necessità di rientrare in certi parametri di versamenti contributivi nel periodo precedente, massimali oltre i quali non si ha alcun diritto). Chiediamo di avere diritto ad una reale copertura della malattia, attraverso il mutualismo. Proponiamo la possibilità di sostituire l’obbligo di versamento all’INPS per malattia, con l’adesione ad una società di mutuo soccorso, mantenendone la totale deducibilità. Che ne pensa?
Ichino: Con riferimento a indennità di maternità universale e misure per l’incremento del tasso di occupazione femminile, l’Agenda Monti prevede innanzitutto una detassazione selettiva dei redditi di lavoro subordinato o autonomo femminili, mirata non soltanto ad aumentare l’offerta e la domanda di lavoro delle donne, ma anche a incentivare una modifica della distribuzione tradizionale del lavoro di cura familiare in seno alla coppia. Nello stesso ordine di idee, siamo nettamente favorevoli sia a un trattamento di maternità universale, sia a estendere ai padri professionisti l’accesso ai congedi parentali. Quanto alla possibilità di una riforma del trattamento di malattia nella direzione indicata nel progetto Acta, non sono in grado di rispondere prima che la materia sia stata approfonditamente studiata e discussa.
3 Commenti
fabio
Replybrrr… sono ingenuo? speravo qlcs di meglio.. anzi speravo qlcs…
Milo
ReplySalve a tutti,
Riprendendo quello che ho gia’ scritto sul post del suo collega di partito, Cazzola, voglio ricordare che quando Ichino parla di “semplificazione normativa e burocratica”, vuole, fra l’altro, inasprire severamente quella discutibile norma sulla monocommittenza che tanti problemi gia’ ora ci sta dando con i nostri committenti, seppur nella formulazione meno stringente della Legge Fornero.
Basta leggere il ‘codice del lavoro semplificato’:
http://www.pietroichino.it/?p=24064
leggere l’Art. 9 e poi si capisce cosa Monti-Ichino-(Cazzola?) intendano per lavoro autonomo: tutti subordinati, con contratto a tempo indeterminato ‘fasullo’ (ovvero con poche tutele, licenziabili praticamente in qualunque momento) e ‘fine’ del lavoro autonomo professionale.
A me spaventa moltissimo proprio il Centro, che vuole inasprire le norme, piuttosto che Vendola-Fassina(PD) e, tutto sommato, il PdL, che la legge Fornero la vogliono allentare o eliminare del tutto.
Qui ci si sta concentrando, giustamente, sulla questione dell’aumento del 33% all’INPS, ma ci sono questioni dietro l’angolo anche più serie, che minano dalle fondamenta la nostra autonoma scelta di presentarci sul mercato del lavoro in modo indipendente. Questioni che non andrebbero tralasciate quando si parla con chi pretende di decidere sul nostro futuro di lavoratori autonomi.
Grazie,
Milo