Simili e differenti (ma siamo lavoratori indipendenti). Incontro alla CNA di Roma
5 Giugno 2013 Lavoro
Il 21 maggio scorso Fabio Massi ed io abbiamo partecipato alla riunione della CNA professioni, alla quale era stata invitata anche ACTA. Ecco qualche veloce impressione sul contenuto e lo svolgimento della riunione.
CNA, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, ha preso atto, per quanto in ritardo, di quello che è stato definito “un vuoto di rappresentanza” nel mondo del lavoro autonomo che non si riconosce nei tradizionali settori del commercio e dell’artigianato, e ha costituito alla fine dello scorso anno la CNA Professioni, allo scopo di colmare proprio questo vuoto.
La neonata struttura è stata definita “un contenitore per le richieste e le istanze dei suoi associati”. In altre parole, la CNA Professioni si propone come un organismo di rappresentanza di secondo livello, interessato a riunire non i singoli lavoratori, ma le loro associazioni, in questo ricalcando le orme della Consulta delle Professioni della CGIL.
A supporto della sua “offerta”, la Confederazione ha sottolineato il diffuso radicamento sul territorio, la capacità di intermediazione tra gli associati (fino a ora singole imprese, medie o anche piccolissime), e soggetti vari, sia a livello privato (banche e istituti finanziari) che pubblici. Alla domanda sulle loro intenzioni di agire a livello istituzionale nazionale, in una parola di fare lobbying a livello politico, dopo avere confermato l’iniquità dell’attuale aliquota previdenziale e di altre norme a noi sfavorevoli, l’impressione è stata che non sia tanto quello il piano sul quale la CNA ha programmato di muoversi (non a caso hanno più volte ripetuto di non conoscere a fondo i nostri problemi e che spetterà agli associati proporre tematiche e problematiche sulle quali intervenire), probabilmente perché non è quella la loro sfera di competenza tradizionale. Personalmente, la cosa che ho trovato più interessante è stato l’intervento del direttore della CNA, (anche dal punto di vista della qualità della persona, palesemente concreta e a una prima impressione sinceramente impegnata nell’azione, in quanto egli stesso lavoratore autonomo, proprietario di un’autofficina, o come si è autodefinito, “gommista”) che ci ha descritto l’interessante meccanismo operativo di Confcredito. Confcredito è un istituto a struttura cooperativa che offre garanzie a supporto dei finanziamenti/crediti concesse ai propri associati. A quanto pare, pur in presenza di tali garanzie (che possono arrivare fino al 50% dell’importo erogato, se ricordo bene) le maggiori banche oggi non soltanto non concedono nuovi fidi ma addirittura revocano quelli esistenti, anche a imprese con un ottimo standing creditizio, e questo in base a disposizioni emanate a livello centrale di ridurre di un terzo tutte le esposizioni, a cominciare dai clienti più piccoli e da quelli che operano in settori colpiti dalla crisi economica (anche se la singola impresa è perfettamente sana). La strategia di CNA, in questo caso, come ci è stato descritto, è stata quella di individuare e prendere contatti, su segnalazione dei soci, con banche che si dichiarano più disponibili a concedere credito alle imprese loro associate, come la Banca delle Marche, invitando tutti i soci a rivolgersi di preferenza a quegli stessi istituti.
In conclusione, il mio personale parere è che con CNA, così come con altri soggetti (e tutto fa supporre che altri se ne creeranno in futuro) è necessario parlare, trovare dei punti di contatto su campagne e obiettivi specifici, ma che le differenze di impostazione sono e rimangono, a tutti i livelli, assolutamente incolmabili.
3 Commenti
Gilberto Allesina
ReplySecondo me una strada più promettente di quella con i sindacati di lavoratori, assolutamente autoreferenziali e fossilizzati in una concezione del mondo del lavoro ancora ai tempi di Marx Carlo…
fabio massi
ReplyAppena arrivato, il responsabile CNA Professioni mi ha salutato quasi deluso: “Mbè ACTA è già un po’ come noi, un’associazione di associazioni….(ho capito che si riferiva al fatto di essere SOVRAprofessionali o interprofessionali, ma SOVRA rende meglio l’idea che loro ritengono di offrire qualcosa di più in quanto possono riunire più associazioni…. ).
In realtà dei tre oratori che ho sentito il più interessante era davvero il Direttore presentatosi come gommista (e mi girava in testa il titolo di quello spettacolo “Dio perdona, il meccanico NO!” … io che mollerei la macchina solo per non interfacciare con i simpatici artigiani professionisti del motore… e qualcosa vorrà dire in termini di “solidale” – che è un termine che vorrei aggiungere a Cittadino Lavoratore -)
Poi il Rappresentante o Coordinatore CNA Professioni di Roma ha rivendicato la Riforma delle Professioni non regolamentate come un grande risultato e il merito che va a CNA per essa, e insomma la distanza con ACTA in proposito mi sembrava quasi strategica….. e quindi le mie conclusioni sono perfettamente identiche a quelle di susanna.
Fabio
Paola G - Comunica
ReplyVorrei tanto che Acta si elevasse e fosse riconoscibile come punto di riferimento per tutti i professionisti non ordinistici su tutto il territorio nazionale e indicesse una bella conferenza sul tipo di quelle del CNA. Già qualcuno ha indicato Acta come parte sociale, ma se Acta vuole davvero diventarlo, non bisogna mai smettere di agitare le acque e proporre temi e coinvolgere le masse.