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SENZA FINE: Acta parla con il sottosegretario al lavoro Carlo dell’Aringa

9 Luglio 2013 Eventi

Lunedì 8 luglio ACTA è stata invitata a partecipare (e io a rappresentarla) a un dibattito in diretta streaming organizzato da IL FATTO QUOTIDIANO sui temi del lavoro, con la partecipazione di un combattivo imprenditore del comparto manifatturiero, Silvano Groppi, del sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali, Carlo dell’Aringa, e di Massimo Bordignon, Docente di Economia presso l’Università Cattolica.
Come spesso mi è accaduto in occasioni simili, la prima sensazione è di chiedersi “ma io cosa ci faccio qui, tra ministri, economisti e imprenditori?”.

Il conduttore della trasmissione, però, Stefano Feltri, con la sua introduzione, mi ha fornito un “assist” per cominciare a parlare di noi e della nostra associazione (da lui definita, senza alcuna malizia, “una specie di associazione”). Il tempo non è mai abbastanza per spiegare che noi siamo i non-ordinisti, che non per caso ci definiamo lavoratori indipendenti e non autonomi, che non siamo gli evasori di cui si favoleggia, ecc ecc. Alla fine, è venuto il momento della sempiterna domanda: “ma voi, al governo, che cosa chiedete?”
Come fosse facile … in primo luogo chiederemmo di capire, di aprire gli occhi, di smettere di pensare che l’unica forma di lavoro possibile e desiderabile, e anche l’unica degna di tutela, sia quella del “posto fisso”, del lavoro subordinato, come se oggi avere un posto fisso fosse una garanzia, come se la crisi non colpisse tutti, come se le aziende non potessero licenziare o delocalizzare a loro piacimento … E allora, che almeno lo stato non ci remi contro (alla fine sono sbottata, e in fine trasmissione, mi è uscito dal cuore che noi ci sentiamo “cornuti e mazziati”, come si dice dalle parti mie), e che ALMENO, ci levi dal capo questa spada di Damocle dell’aumento dell’INPS al 33%.
E, udite udite, il sottosegretario ha ammesso che si tratta di una necessità reale (le parole esatte le potete ascoltare sul video: non so voi, ma io trovo insopportabilmente imbarazzante rivedere le mie “performances” mediatiche) e che, insomma, se si potrà (ma va?!) il congelamento si farà.
A questo punto, direi, sono diventate numerose le voci che, a livello più o meno istituzionale, si impegnano a cancellare questa follia dell’aumento al 33% (Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro, si è ripetutamente e pubblicamente espresso in tal senso). Speriamo che alle parole seguano i fatti. Magari con il pungolo di tutti noi …

vai al video dell’incontro streaming

Susanna Botta

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7 Commenti

  1. Samanta Boni

    Reply

    Bravissima Susanna! Grazie mille! Tutti possiamo contribuire facendo circolare le nostre proposte e le nostre rivendicazioni! Uniti si può!

    10 Lug 2013
  2. Martina

    Reply

    Bene!!! Speriamo che alle parole seguano i fatti…

    10 Lug 2013
  3. Marco

    Reply

    Sarebbe almeno bello che almeno la smettesero con l’ipocrisia, la frase
    “insomma, se si potrà (ma va?!) il congelamento si farà.”, io personalmente la interpreto più o meno cosi, a noi della vostra futura pensione frega veramente poco, ma aumentando oggi i contributi della “gestione separata” cerchiamo di sanare un poco il buco che l’INPS ha in tutte le altre gestioni.
    Come sempre grazie per il lavoro che ACTA cerca di fare.

    10 Lug 2013
  4. Andrea

    Reply

    Brava dobbiamo credere e non mollare mai.!!!
    Per come la vedo io adesso e nel futuro prossimo e dalla esperienza che ho presso le aziende che frequento, saranno sempre più accolte le forme di lavoro “indipendente” e quindi flessibile, rispetto a quello dipendente. Che se ne dica, o si farà una riforma del lavoro da rovesciare come un calzino quella attuale (quindi detassando di molto quello attuale, ma non vedo soldi!!!) oppure le aziende abbracceranno quanti si propongono e rischieranno di loro.
    Il problema è che lo stato lo sa e fa orecchie da mercante perché non vuole mettere soldi per il nostro welfare. A parole ci dice che pensa al lavoro dipendente in realtà non vuole più spendere o meno che può per il welfare di tutti. Vuole incassare perché il debito è alto, ma non spendere. Altrimenti come farà a mantenere tutte quelle situazioni improduttive e costose e inutili. Finché abbiamo il debito al 130% pensate che si accorgeranno della nostra situazione, faranno sempre finta di niente è per questo che bisogna insistere.
    Noi abbiamo due finalità:
    1. Visibilità
    2. Welfare a pari alle altre categorie di lavoro dipendente o autonomo.
    Se esistiamo per il mondo del lavoro dobbiamo esistere anche per quello politico. Dobbiamo appoggiare solo chi concretamente guarda a noi.

    10 Lug 2013
  5. ugo

    Reply

    Bravissima Susanna!
    hai introdotto un bel tasso di fosforo nel dibattito: precisa, puntuale e determinata. Grazie davvero!
    Mi è piaciuto anche Stefano Feltri (partiva IVA anche lui, ho sentito): potremmo coinvolgerlo nella prossima iniziativa che faremo a Roma. Che dici?

    10 Lug 2013
  6. Mimmo

    Reply

    Grazie Susanna. Brava.

    11 Lug 2013
  7. Paola G - Comunica

    Reply

    Il tuo intervento è stato molto chiaro, grazie.

    9 Ago 2013

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