Nuovo regime dei minimi: una beffa per i freelance?
23 Ottobre 2014 Eventi, Fisco, Lavoro
Mi ritrovo ancora una volta a parlare del nuovo regime dei minimi, senza aver avuto la possibilità di accedere al testo completo della legge, sulla base di un documento provvisorio e delle indiscrezioni pubblicate dal Sole 24 ore, che fanno riferimento agli introvabili (per me) allegati, necessari a comprendere i meccanismi di applicazione.
Non sono mai stata un’estimatrice del regime dei minimi in tutte le versioni sino ad ora sperimentate, perché l’applicazione di un’aliquota proporzionale non è equa e perché crea un meccanismo di blocco della crescita (l’uscita dal regime è sempre penalizzante), ma quella che si sta per approvare è certamente la peggiore versione, benché venga spacciata come una sorta di compensazione per l’esenzione dal bonus degli 80 euro.
Le anticipazioni del Sole 24 ore, se confermate, preannunciano una vera e propria beffa per i freelance.
Vediamo perché.
Con il nuovo regime, come più volte detto, si applicherà un’imposta sostitutiva del 15%. Ma la legge modifica anche:
- la soglia di fatturato che definisce l’area di applicazione dei minimi, che andrà da un minimo di 15.000 euro ad un massimo di 40.000 euro;
- il modo di calcolare i costi. Questi ultimi non saranno infatti definiti dalle spese effettivamente sostenute, ma in base a coefficienti presuntivi di redditività (ad esempio un coefficiente dell’80% applicato ad un fatturato di 10.000 euro indica che si presume che le spese siano state di 2.000 euro). Quanto più bassa è la percentuale di redditività tanto minore sarà la base di applicazione dell’imposta.
Sia la soglia di fatturato, sia i coefficienti di redditività saranno diversi a seconda del settore di attività.
La tavola pubblicata dal Sole 24 ore dà appunto indicazioni su questi due parametri per i diversi settori. Si scopre così che al limite inferiore dei 15.000 euro ci sono i freelance (le attività professionali), al limite superiore dei 40.000 i commercianti, baristi e ristoratori e che la percentuale di redditività presunta sarà pari al 78% per i primi e al 40% per i secondi.
Quindi un ampliamento dell’area di applicazione per i commercianti, ma una netta diminuzione per i freelance (e questo ci dice anche come saranno spalmati gli 800 milioni).
E non è certo trascurabile il fatto che in questo modo si allarga l’area del l’esenzione dagli studi di settore per attività tradizionalmente ad elevato rischio di evasione fiscale, mentre vengono punite tutte le attività professionali, incluse quelle rivolte alle imprese, in cui tale rischio è limitato perché c’è contrasto di interessi (i committenti chiedono la fattura per pagare). Insomma una compensazione rispetto all’esclusione del bonus di 80 euro certamente soddisfacente per alcune categorie (che dimostrano ancora una volta il loro potere di lobby), ma che suona come una beffa per i freelance.
Se il governo non è in grado di progettare una seria revisione del carico fiscale per i freelance (in altri paesi favoriti da minore imposizione proprio per premiare e incentivare il rischio), che almeno offra lo stesso trattamento assicurato ai dipendenti (leggi 80 euro). Sarebbe anche questo un modo per riconoscerci cittadinanza.
32 Commenti
Alessandro
ReplyD’altronde se Renzie regala soldi a tutti qualcuno dovrà pur pagare…
K.
ReplyBuongiorno, ma quindi per una persona iscritta al regime dei minimi dal 2013 e che fattura diciamo intorno ai 18/20.000 euro all’anno cosa succede? deve passare a questo nuovo regime di Renzi o può restare dove sta?
Meno male che le cose si dovevano semplificare.
saluti,
k.
mario
ReplyIo, al contrario, la trovo un’ottima legge, che favorirà molti ad uscire da quelle situazioni a metà fra legalità e illegalità. Trovo le semplificazioni di cambio dei costi con i coefficienti un’ottima soluzione.
Anna Soru
Replyper K. chi è nel regime dei minimi attuale potrà restarci sino a quando non supera i 35 anni o i primi 5 anni di attività
Tiziano
ReplyPosto che la normativa è ancora in bozza e che le tabelle con i coefficienti sono state svelate dagli organi di stampa, e quindi si discute sul nulla o quasi… la normativa prevede una clausola di salvataggio per i vecchi minimi 5%, con applicazione del regime fino alla naturale scadenza.
Piuttosto, commentate sulla pagina del sottosegretario Enrico Zanetti, per far arrivare la voce dei freelance il più in alto possibile. Il sottosegretario si sta battendo per destinare gli 800 milioni al mantenimento del regime al 5% con innalzamento della soglia dei ricavi.
K.
ReplyGrazie per la risposta Anna Soru. Quindi uno resta nell’attuale regime dei minimi fino a 35 anni o alla fine dei 5 anni e poi passa al nuovo regime di Renzi se non supera i 40.000 € di fatturato. Giusto?
Colgo l’occasione per complimentarmi per il vostro lavoro, davvero encomiabile e utile da tutti i punti di vista.
saluti,
K.
Max
ReplySecondo me nel complesso non è per niente male. Credo sia un passo in avanti.
Pare su misura per le attività marginali.
Bisognerebbe aumentare il limite di fatturato e risolvere la questione gestione separata, sia per quanto riguarda l’aliquota sia per quanto riguarda le modalità di versamento (acconti e saldi). Insomma fare come fanno gli artigiani e i commercianti.
Francesco
ReplyBuongiorno,
considero la proposta di legge peggiorativa: aliquota triplicata, non viene applicato il principio di cassa differenza tra ricavi e spese, presunzione di redditività dell’attività (in questi tempi!!!), versamenti gestione separata che arriveranno al 33,72%, tassa acconti 100% per l’anno successivo per fatturato e versamenti alla gestione separata, non ho trovato nessun riferimento in merito alla cancellazione del limite temporale di 35anni e 5anni. A regime si avrà 15%+33,72%=48,72% (trascurando gli acconti, utopistico).
Non ci sono benefici.
Sarebbe una riforma importante e darebbe forse una possibilità a chi il lavoro l’ha perso se:
– si eliminano tutti gli acconti “irper” e gestione separata
– aliquote al 5% e 30% rispettivamente per “iperf” e gestione separata
– abrogare i limiti temporali a 35 anni e 5anni
– fatturazione esente iva
– tenere il principio di cassa
– impostare un limite di reddito fino a 65000 euro sotto il quale le fatture possono essere emesse senza iva (come è stato fissato in Europa)
Vorrei segnalare questo sito (non è un consiglio per chiudere qui e trasferirsi), Olanda – tassazione del reddito, confrontate le aliquote di tassazione (non sò se versano gli acconti), ma di certo non è peggio della suddetta riforma dei “minimi”.
http://www.expatax.nl/tax-rates-2014.php
Alessandro
ReplyPer quelli che dicono che la legge è buona, ci spiegate in base a cosa? Perché praticamente si triplica l’aliquota del regime dei minimi dimezzando il fatturato per poterci entrare… Grazie.
Alessandro
ReplyFrancesco – direi che là è molto meglio. Oltretutto ci sono anche le detrazioni per i figli, che qua con i minimi ci sognamo la notte…
Alessandro
ReplyFrancesco – ancora, sempre sul tuo link, ho trovato che c’è ancora questo: “In 2014 the self employed deduction is a fixed amount of € 7,280” quindi altro che il nostro regime dei minimi…
luca
ReplySalve,
ma con il nuovo regime dei minimi si può lavorare anche per i paesi extra UE?
Ora mi sembea non sia possibile..
Saluti
Luca
Alessandro
ReplyIo lavoro (traduttore) quasi esclusivamente per paesi extra UE…
luca
ReplyCiao Alessandro,
io sapevo che con i minimi si poteva fatturare solo entro l’Unione Europea ..
quindi fatturi con regime dei minimi anche per esempio Cina, India ecc..?
Fammi sapere perché sono molto interessato !! Io dipingo e dovrei fare export di dipinti in Cina, ma non so se si può fatturare con regime dei minimi, ora ho il regime ordinario.
l’ 80% del mio fatturato da più di cinque anni è all’estero.
Saluti
Alessandro
ReplyLuca, non sono un commercialista 🙂 sinceramente non saprei cosa risponderti, più che altro perché la cessione di beni è un conto, e la prestazione di servizi è un altro conto. Per quanto ne so per i servizi non ci sono problemi né con i paesi extra-UE, né con i paesi della black-list (ho fatto più di un lavoro per aziende con sede in Svizzera)
Michela
ReplyBuonasera Anna,
Per chi deve aprire la p.Iva regime minimi e ha piu’ di 35 anni, e’ meglio farlo prima la fine dell’anno …visto questi cambiamenti?
E se i guadagni sono meno di 10.000 euro l’anno ma piu’ di 5.000 euro, cosa succede? No mercy? Valgono sempre le stesse percentuali sia per l’imposta del 5 o 15 % e gestione separata 27,7 o 29,.. ?
Grazie in anticipo.
luca b
ReplyMasi non l’avete capito ?
Baristi, venditori di calzini, paninari questi sono gli autonomi che vuole l’Italietta de noantri
Queste categorie vanno aiutate, accarezzate accudite.
Mica come voi meschini e miserabili intellettuali che speravate di vivere in panciolle usando il cervello, programmatori, designer, traduttori, linguisti e chi piu ne ha piu ne metta.
Per voi rieducazione e calci nel sedere finche non andrete tutti via da questo paese e cesserete di disturbare il piatto encefalogramma italico.
Ah albergatori e massaggiatrici anche possono restare
Mattia Sullini
ReplyIo trovo molto più sensato questo nuovo regime dei minimi rispetto a quello vecchio, con un’aliquota troppo bassa rispetto a quella che devono sostenere i lavoratori in regime ordinario, o quelli over 35. Qualcuno ha fatto un’analisi di cosa succede quando si passava dal regime dei superminimi a quello ordinario? Quello che ho visto accadere io è che il fatturato rimane invariato e quindi si abbassa sensibilmente il reddito disponibile perchè se l’unica leva che ho per stare sul mercato è il prezzo, allora ci sarà sempre qualcuno disposto ad offrire un prezzo più basso. Il vecchio regime dei superminimi in questo senso era molto più funzionale al mantenimento di lavori sottopagati.
Sinceramente questa posizione di ACTA mi ha molto stupito ed un po’ deluso, conoscendo la capacità di analisi dei vostri tecnici. Spero non si stia andando nella direzione del cavalcare il cavallo più docile.
Questo richiama un altro problema, sostanziale per ACTA a mio avviso: o si fanno i tecnici, ed allora si deve fare affidamento solo alla qualità intrinseca delle analisi e delle proposte, oppure si fa il sindacato ma allora ci vuole massa e base. Tertium non datur: non si può rimanere snelli e leggeri ed inseguire al tempo stesso il consenso.
Alliandre
ReplyAllora, nei primi Minimi (quelli del 20%) non rientravo perché non scaricando le spese mediche e assicurative non conveniva;
nei secondi Minimi (quelli del 5%) non rientravo perché non scaricando le spese mediche e assicurative non conveniva ed ero fuori dai limiti di età;
nei terzi minimi (questi nuovi del 15%) non rientro perché non scaricando le spese mediche e assicurative non conviene, sono fuori dai limiti di età e sono fuori dagli assurdi limiti Ateco di ricavi per i professionisti.
Forza, andate avanti così che siete bravissimi, si aiutano proprio così gli autonomi, si allarga proprio così la platea dei Minimi, bravi!
Una delle commercialiste che scrive sulla pagina Facebook di FiscoeTasse scrive:
“E’ tanto tempo che mi chiedo se non sarebbe piu’ semplice per aiutare i redditi minimi prevedere semplicemente una soglia di esenzione sia da imposte che da contributi, o un dimezzamento dell’aliquota senza toccare le altre regole…”
La mia è sempre stata d’accordo, su questa scelta. Ma cosa gli ci vuole, a dar retta ai commercialisti? :-/
Alessandro
ReplyAlliandre, e poi gli 80 euro di Renzie chi li paga? E i forestali? E le pensioni agli statali? Renzie regala un giro a tutti, qualcuno dovrà pagare…
Alliandre
ReplyAlessandro, guarda, se rinasco nella prossima vita faccio la Forestale. Hanno il c**o straparato, sono in giro all’aria aperta e se sei nel reparto giusto pure a cavallo.
Christian73
ReplyBuon giorno a tutti,
Premetto che io sono in ordinario.
Personalmente sono contrario al regime dei minimi, in quanto crea concorrenza tra di noi. Chi è sotto i 35 è agevolato e chi è in ordinario no. Io faccio un preventivo ad un cliente e chi è ai minimi ne può fare uno minore guadagnando la stessa cifra. Poi succede che per 5 anni va tutto bene e poi passando in ordinario si chiude perché con il fatturato dei minimi non si ha di che sopravvivere. Se si vuole riformare il regime seriamente si allarga a tutti i freelance fino a 60-65.000 senza limiti di tempo e di età. Altrimenti è solo una cavolata.
Alliandre
ReplyChristian73, hai perfettamente ragione: è per quello che mi incavolo ogni volta che non rientro nei minimi.
In un paese civile si fa un regime dei minimi senza limite di età, con una soglia di esenzione invece della tassazione a parte (così si scaricano gli stessi costi per tutti) ed esenzione IVA al di sotto dei 65mila euro (60? 63? non ricordo) come ci chiede l’Europa*. Così non ci faremmo nessuna concorrenza tra giovani e meno giovani, e sarebbe più giusto per tutti.
Ogni volta ci spero, nei nuovi Minimi, e ogni volta resto delusa.
A questo punto spero solo che ci abbassino la gestione separata (e che non alzino un’altra volta l’IVA tra un paio d’anni come già minacciano.)
*ma naturalmente “ce lo chiede l’Europa” va bene solo quando fa comodo a loro.
Ester Varchetta
ReplyQuindi, per chi ha il regime dei minimi del 5%, non c’è il rischio di un aumento dell’irpef fino al 15%?
Grazie mille
Ester
Alessandro
ReplyPerò ragazzi, a questo punto, con tutto il rispetto, per aspettarsi che (soprattutto) questo governo avesse fatto anche solo mezzo passo verso la nostra direzione, o si è vissuti sotto una roccia negli ultimi 3 anni (ma anche 20) o si è in malafede… non riesco a capire chi *realisticamente* potesse aspettarsi che Renzie e la sua cricca (ma cmq qualsiasi altra cricca) “togliessero ai ricchi per dare ai poveri”…
@Christian, a parte la considerazione di cui sopra, il regime dei minimi ha un senso e anche costituzionale, dato che la cosiddetta e autoproclamatisi “costituzione più bella del mondo”, “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”, ha quindi senso che a minori entrate corrispondano minori aliquote. Per quanto riguarda ciò che hai espresso nel finale del tuo intervento, penso che qui dentro siamo tutti d’accordo, il problema è che un intervento di questo tipo fa a pugni (e ne esce perdente) con quanto ho scritto sopra.
Alessandro
Reply@Ester, così dicono… ma come ben sappiamo l’inc****a è sempre dietro l’angolo…
angelo
Replyio mi chiedo invece di sburocratizzare le cose secondo me le complicano sempre di piu’,pultroppo siamo governati da gente con la testa dentro il sacco, non sanno guardare avanti e quando cerrcano di fare qualche innovazione, la fanno male e complicata.
a politici sveglatevi il popolo italiano a voglia di avere delle regole chiare e coincise ,basta a leggi oscure e da interpretare .saluti da angelo
GIUSEPPE
ReplyRegime dei minimi. E’ stato messo un limite al fatturato. Antistorico e incentivante solo a lavorare in nero! Perché €15.00 per un Professionista vuol dire € 30 al giorno…neanche per la colazione! Posto che l’UE aveva detto già nel 2013 di portare il limite a € 65.000 sarebbe il caso di mantenere il limite d’età ma far pagare le tasse per quanto si fattura. Cosicchè c’è l’incentivo a lavorare e pagare quanto prodotto con la percentuale di tasse che adesso è il 5% e sarebbe giusto mantenerla così com’è attualmente, abbattendo il contributo Inps attualmente del 28% al non più del 10% anche perché non offre niente in termini di assistenza e di futura pensione. Quindi Regime dei minimi fino a 35 anni (pure 40 con il ritardo all’avvio delle professioni attuale) ma senza limiti di fatturato con aliquote ridotte IVA E INPS per l’avvio di nuove imprese e professioni.
Enrica
ReplyTrovo questo regime dei minimi migliorativo nel requisito dell’età (che prima era un parametro assurdo).
Lo trovo pessimo per il limite dei € 15.000,00 e per il requisito di agevolazione alla riduzione ad 1/3 dell’imposta qualora l’apertura della nuova P.Iva sia effettuata da chi prosegue un’attività precedentemente svolta come dipendente, salvo il caso in cui fosse stato dipendente per ottenere i requisiti per accedere alla professione (es praticantante studio legale).
15.000 è un limite troppo basso, se alla fine fatturi 20.000 dovresti aprire P.Iva normale, e con 20.000,00 non stai in piedi.
Perdonatemi, sapreste dirmi l’Inps a quanto ammonterebbe nei minimi non riesco a trovarlo.
Grazie,
saluti
Enrica
Martina
ReplyCiao a tutti!
Sto scrivendo in particolare perché ho visto alcuni commenti di Alessandro;
Sono una traduttrice anche io, ho aperto la P. IVA con i minimi a maggio e ci sono alcune cose che non mi son chiare, se dovessi leggere questo commento e avessi voglia di scambiare due chiacchiere te ne sarei grata 🙂
Puoi scrivermi a martina@movingwordstranslations.com
Buon anno a tutti!
Martina
ReplyCiao a tutti!
Sto scrivendo in particolare perché ho visto alcuni commenti di Alessandro;
Sono una traduttrice anche io, ho aperto la P. IVA con i minimi a maggio e ci sono alcune cose che non mi son chiare, se dovessi leggere questo commento e avessi voglia di scambiare due chiacchiere te ne sarei grata 🙂
Puoi scrivermi a martina@movingwordstranslations.com
Buon anno a tutti!
Ivan
ReplyMa c’è anche chi si lamenta del regime dei minimi al 5 (cinque) per cento di imposta sostitutiva? Senza IVA, studi di settore, spesometro, blacklist, intrastat, ecc.
Magari ci fosse stato quando ho cominciato 15 anni fa!
Mi sa che qualcuno è “un po’ stanchino” (cit.).