Annullato anche il secondo autogol: prorogato vecchio regime dei minimi!
Anche su questo fronte il Governo ha fatto marcia indietro, per rimediare ai danni della legge di stabilità. Così accanto al nuovo regime dei minimi (2015), che si rivolge a tutti ma solo sino a un massimo di 15.000 euro di fatturato, viene riattivato, ma solo sino alla fine del 2015, anche quello vecchio, introdotto nel 2011, che come limite ha invece i 30.000 euro di fatturato, ma è utilizzabile (come nel passato) solo da chi ha avviato l’attività per i primi 5 anni di attività o sino all’età di 35 anni.
Nuovo aggiornamento del 19 febbraio . Il Servizio Studi della Camera dei Deputati ha corretto il documento tecnico. Nessun ripristino dei minimi del 2007.
Diversamente da quanto sostenuto in precedenza in un documento di accompagnamento dell’emendamento sui minimi (che era stato riportato da Repubblica) , ci sarà solo il prolungamento dei vecchi minimi .
In sostanza coesisteranno 2 regimi dei minimi:
1. regime 2015 : rivolto a tutti sino a un fatturato massimo di 15.000 euro; costi stimati al 22%, aliquota del 15%:
2. regime 2011: per chi ha avviato l’attività per i primi 5 anni di attività o sino all’età di 35 anni, limite di fatturato 30.000 euro e aliquota del 5%;
Di seguito uno schema per evidenziare le diverse opzioni
< 15.000 euro | 15-30.000 euro | |
primi 5 anni attività | regime 2011 regime 2015 | regime 2011 |
“vecchie” attività | regime 2015 |
Una situazione piuttosto caotica, siamo in attesa di conoscere i particolari.
Per un quadro più certo comunque aspettiamo domani 20 febbraio…
34 Commenti
Ilaria Manetti
ReplyFatemi capire: io sono in attività dal 2003, e non ho mai raggiunto i 30.000 euro lordi annui, nemeno nel 2014 … mi daranno l’opportunità di pagare non il 27,72% ma il 20%?
Anna Soru
ReplyDa ultime info sembra di no. Per chi non è in fase di avvio resterebbe solo il nuovo regime sino a 15.000 euro.
Nicola
ReplyGrande notizia e grande Acta!!!
Io l’ho aperta all’ultimo minuto (a dicembre 2014) per rientrare nei minimi precedenti.
Certo è complicato adesso ma le cose si sono un poco alleggerite.
Per Ilaria, il 27,72% sono i contributi INPS che grazie ad Acta non sono saliti al 30%, mentre il 20% si riferisce alla percentuale da pagare sul reddito finale (cioè tolte le spese detraibili e i contributi inps) Se hai una P.Iva dal 2003 e non hai superato i 30mila e non hai ancora raggiunto i 35 anni non ti devi preoccupare di nulla, continui come hai sempre fatto, se invece li hai superati allora informati dal tuo commercialista.
Cmq GRANDE ACTA! AVANTI!
Stefano
ReplyHo riletto l’emendamento, ho letto gli articoli di altre testate giornalistiche, ma è stato reintrodotto il famoso regime fiscale al 20% del 2007 (fatturato 30000 euro, senza iva, senza irap, senza addizionali irpef, con contabilità supersemplificata…)???? Questa è la notizia!!!! E chi se ne frega a questo punto delle modifiche al regime forfettario al 15% con costi parametrizzati!!!!!
Alberto
ReplyQuindi, se ho ben capito, anche un ultraquarantenne che decide di aprire oggi la partita iva svolgendo un’attività diversa dalla quella svolta precedentemente come dipendente o libero professionista potrà usufruire per i primi 5 anni di attività del cosidetto “regime dei minimi 2011”
(limite di fatturato 30.000 euro e aliquota del 5%).
Confermate ?
Se così fosse sarebbe davvero una grande notizia e una grande vittoria di ACTA.
K.
ReplyCiao @Stefano,
sono d’accordo con te, il famoso regime fiscale al 20% con fatturato 30.000 è meglio dello stupidissimo regime forfettario al 15% con fatturato 15.000€.
MA, ACCIDENTI, se pago il 20% di tasse + il 27 e rotti % di INPS, mi resta solo il 50% di quello che produco!! non è sostenibile, non credi?! soprattutto visto che lo stato non mi garantisce una tutela seria nel caso di malattia. Lo stesso vale per il regime ordinario, in più con l’aggravio dell’IVA e tutto il balletto dei versamenti trimestrali.
Ma perchè, ACCIDENTI, se fatturo 20.000 € ne posso tenere solo 10.000 €? Una persona non riesce a vivere con 10.000 € in un anno, ma, ACCIDENTI, 20.000 sono un discreto fatturato, degno di una persona che lavora e si impegna con onestà nel suo lavoro.
Perchè lo stato mi deve penalizzare e mortificare il mio lavoro?
Se io fatturo 20.000 sarei felice di darne, chessò, 5.000 tra tasse e INPS, e il resto me lo devo poter tenere, per risparmio, per spenderlo, per vivere!
Secondo me noi freelance dobbiamo puntare a chiedere, a PRETENDERE un sistema sostenibile. Secondo me siamo troppo abituati a ragionare in termini di sopravvivenza. Fisco e INPS dovrebbero essere dei corollari al nostro lavoro, e in ultima analisi delle risorse per noi cittadini-lavoratori che un giorno avremo bisogno che lo stato ci dia servizi e una pensione (con i soldi che abbiamo versato). Invece oggi fisco e INPS sono dei macigni che di fatto impediscono un pieno sviluppo della nostra professionalità e delle nostre potenzialità.
ACTA è una bellissima realtà e mi auguro che il governo si renda conto di quanto farebbe bene a sostenere con delle politiche intelligenti il lavoro dei freelance che sono secondo me una delle carte migliori che l’Italia ha da giocarsi in questo momento.
ciao,
Karen
selena
ReplyQuindi come si procede per la fatturazione se verrà confermata (perché mi risulta che bisogna attendere il 3 marzo) la possibilità di avvalersi del vecchio Regime dei Minimi del 2007 ???
Io sarei rientrata nel regime forfettario (15% fino ad un massimo di 15.000) che prevede di fatturare senza applicazione di IVA e ritenuta d’acconto, mentre col vecchio regime dei minimi in fattura non si applicava l’IVA ma la ritenuta sì.
Dovrei emettere un paio di fatture ma non so che fare …
ennegi3
ReplyIl regime dei Minimi del 2007 a me non sembra così vantaggioso, perché è vero che si paga un’imposa sostitutiva del 20%, ma poiché si tratta di imposta sostitutiva e non di IRPEF si perdono le detrazioni IRPEF per lavoro autonomo e, se non si hanno altri redditi, anche la possibilità di detrarre ad esempio le spese mediche, le spese per la ristrutturazione della casa e altri oneri.
Le situazioni individuali sono diverse, quindi è necessario fare delle simulazioni insieme con un bravo commercialista valutando tutti gli aspetti. Purtroppo la semplicità nel fisco italiano non esiste!
Francesco
ReplyContinuano a diversificare fiscalmente le categorie di lavoratori che loro hanno inventato e a burocratizzare ulteriormente il lavoro freelance: ora abbiamo diverse opzioni “vecchi”, “nuovi 2011”, “nuovi 2012” e “nuovi 2015” regime dei minimi, non si capisce nulla. Direi che c’è molta confusione e chi desidera aprire un’attività difficilmente comprenderà quale sarà il regime più conveniente. Siamo quasi a fine febbraio e dovranno fare i decreti legge, i decreti attuativi, le circolari etc., se dureranno ancora qualche mese. Nel frattempo c’è chi uscirà da qualsiasi opzione e si vedrà triplicare irpef, aumentare inps, versare acconti irpef+inps assurdi, inserire un tetto massimo sul reddito, un coefficiente di redditività ed infine non potrà scaricare i COSTI dell’attività. E si dichiarano democratici, ma di quale democrazia?
Gianfranco
ReplyNon ho parole !
Oggi era stato pubblicato un aggiornamento che faceva riferimento, anzi, riportava un testo ben preciso. Possibile che ci si possa inventare delle cose senza nessun fondamento ?
Giovanni
ReplyQuindi alla fine, per chi ha già una partita Iva, è cambiato poco o nulla. E questo sarebbe un correttivo?
Gianfranco
ReplyDi fatto è cambiato poco, solo le vecchie attività con anzianità successiva al 2011 fino al 2015 potranno beneficiare il massimale fino a 30000, per il resto vale quindi il muovo massimale fino a 15000 che è una vera e propria sola.
Infatti tale regime è conveniente ( a patto che non si abbiano spese mediche, etc) solo con un reddito tra 12000 e 15000, cosa possibile solo per il primo anno, perchè quelli successivi portano in detrazione l’INPS, senza contare impossibilità di scaricare l’iva.
Un vantaggio si ha nel risparmio delle spese per il commercialista, ma bisogna valutare attentamente.
Gianfranco
ReplyInsomma, per concludere, anche stavolta il pagliaccio ha fatto la sua, parole parole, e nulla più.
Gianluca
Replybello schifo.
se io ho più di 35 anni e guadagno meno di 30k all’anno secondo lo stato cosa devo fare per vivere?
andare a rubare?
acta bellali ma i “bombing su twitter” non credo siano la più efficace delle armi.
a renzi di twitter non gliene frega un bel niente e nemmeno a noi.
quando scendiamo in piazza per favore???
ennegi3
ReplyE il Regime per gli “Ex Contribuenti Minimi” (DL 98/2011) rimane o viene cancellato?
Giovanni
Reply@ennegi3 viene abrogato
Stefano
Reply@Giovanni
@ennegi3
Siamo sicuri che sia abrogato il regime degli ex-minimi?
Acta, hai qualche delucidazione in merito?
Grazie mille.
Giovanni
Reply@Stefano
sì sì, rimarrebbero solo in vita il nuovo forfetario e il regime dei minimi al 5%. Il sospiro di sollievo lo tirano solo quelle persone che debbano ancora aprire una partita iva, chi l’ha già e magari ha concluso i 5 anni del regime al 5% deve sottostare ai nuovi (RIDICOLI) limiti – almeno per i professionisti – .
Stefano
ReplyMa oggi Renzi non ha affrontato il tema del nuovo regime dei minimi? Ma non lo aveva promesso? Se non è stato fatto niente si può cambiare anche il titolo in: ” e con questo siamo a 3 autogol”……………………………………………………………………………………………………………………………………………………….
CRI
ReplyCioè quindi chi come me quest’anno termina il regime dei minimi con aliquota al 5% e guadagna 20.000 euro lordi l’anno entra di diritto nel regime ordinario delle partite IVA?!?
lasciandoti a fine mese se ti dice bene con 600-700 euro ai quali vanno decurtate bollette e annessi vari!!!
GRAZIE RENZI!!! Tu si che stai risollevando le nostre sorti… COMPLIMENTI!!
maurizio
ReplyIn conclusione un bel nulla: ho 59 anni, chi mi assume? Vivevo dei minimi al 5% e max 30.000€, ora, scaduti i 5 anni non sono diventato ricco e mi sembra di capire che dopo aver emesso già 5 fatture devo dire: “scusate ma i dementi che governano, sebbene pagati apposta hanno fatto casino vi rifarò le fatture”.
Avendo un reddito superiore ai 15.000€ dovrò applicare il 20% secco senza iva e ritenuta d’acconto ma solo con la rivalsa inps del 4%? E’ così? E ovviamente aggiungendo il versamento inps del 27% arriviamo a 47% di calo reddito……e se mi ammalo? Hoè ma stiamo scherzando…..in piazza a Roma…..subito!!!!!!!
CRI
ReplyGià… Qua ci vuole una rivoluzione IMMEDIATA!!! Non si può proprio campare così!!
Stefano
Reply@ Maurizio
Il regime fiscale al 20% (il forfettone del 2007) non è stato ripristinato.
Venerdì 20 febbraio il consiglio dei ministri, anche se promesso più volte…… ma chi si fida più…. sono deluso/rassegnato/bastonato, non ha affrontato il tema del regime dei minimi al 15 % (innalzamento limite fatturato professionisti / abbassamento aliquota).
Risultato per chi ha già una partita iva:
Chi era in regime di contabilità supersemplificata (ex minimi), chi non ha più le caratteristiche per rimanere nel regime al 5%, professionisti (codici ateco Finanziaria 2014) che nel 2014 hanno superato il fatturato di 15000 €, dovranno obbligatoriamente dal 1 gennaio 2015 passare in contabilità ordinaria (IVA trimestrale, dichiarazione IVA, IRAP, IRPEF ordinaria, anticipi IRPEF, anticipi IVA, INPS o cassa professionale, redditometro, studi di settore, addizionali IRPEF comunale e regionale e relativi anticipi, 770,…………………………..)
Ma se la nomenclatura dice è giusto così, mi adeguo per evitare di essere spedito in un gulag…….
Francesco
ReplyIl regime dei minimi è nato nel 2008 per favorire l’apertura delle attività professionali in una situazione economica che vedeva l’economia perdere posti di lavoro in tutti i settori dal 1992. Nel 2008 non c’erano limiti di durata e si teneva conto che l’attività professionale non era da equiparare ad una impresa (risorse, costi, gestione e ricavi sono diversi). Nel 2011 viene modificato il regime dei minimi con la legge 98/2011, abbassando l’irpef da 20% al 5% ma fu inserito un limite di tempo (fino al compimento del 35 anno di età o per 5 anni per chi avesse + di 35 anni di età) e di fatturato (sei nel regime se fatturi fino a 30000€ lordi). Nel frattempo le aliquote inps subirono un incremento sensibile che annullò la riduzione irpef su menzionata a causa degli assurdi acconti e intanto continuavano a salire portandosi al 26,72% poi al 27,72%. Nel 2012, con la riforma fornero, vengono posti dei limiti di fatturato e tempo sulle mono-collaborazioni con partita iva. Nel 2013 l’aliquota degli acconti irpef passa dal 99% al 100%. Nel 2015 l’irpef passa dal 5% al 15% e l’inps attualmente è passato dal 27,72% al 30,72%. Il fatturato passa da 30000€ a 15000€ lordi per la maggior parte delle categorie da loro inventate. Inoltre viene tolta la possibilità di detrarre i costi dell’attività e inserito un coefficiente di redditività inventato anche questo, il regime minimi 2015 non è a tempo. C’è da augurarsi che nei prossimi mesi la situazione attuale deve cambiare in meglio, altrimenti ci sarà il fuggi fuggi generale.
Luca
ReplyA me però non è chiara la situazione prevista per chi è già da alcuni anni nel regime minimi al 5% e ha ancora diritto a rimanerci per alcuni anni (per limiti di età e fatturato): si può restare in questo regime fino a 35 anni o solo per questo 2015? Grazie mille!!
Giovanni
Reply@CRI
sono nella tua stessa identica situazione……
Alberto
ReplyDomanda: vorrei aprire la parita iva con i regimi minimi 2011. Ma ad oggi posso? O devo aspettare che il decreto venga convertito in legge?
Francesco
Reply@Alberto
Ad oggi purtroppo il regime dei minimi stile 2011 non esiste +, ma chi ha aperto la piva nel 2011 continuerà a restarci fino al compimento del 35esimo anno di età o fino al quinto anno da quando ha aperto la piva per chi ha + di 35 anni di età.
Per l’apertura di nuove attività ora c’è il nuovo regime forfettario a decorrere dal primo gennaio 2015. Comunque consiglierei di chiedere all’agenzia delle entrate con i contatti che trovi su http://www.agenziaentrate.gov.it.
Alberto
Reply@Francesco
No, scusa, ma nel milleproroghe della settimana scorsa hanno deciso di ripristinare, ancora per quest’anno, il vecchio regime (tetto 30.000 e aliquota 5%). Mi sbaglio? Volevo sapere se bisogna attendere che il decreto venga convertito in legge o se è già “attivo” così.
un povero professionista
Replyma ancora ci facciamo prendere per il culo da sti quattro ignoranti che non sanno nemmeno organizzare la propria vita figuriamoci quella di 60.000.000 di persone. Loro prendono € 15.000 netti al mese per non fare un cazzo e per portarci in rovina. Perchè dobbiamo fare sempre noi veri lavoratori i sacrifici perchè non li fanno pure loro, ad esempio basterebbe che si togliessero € 5.000 al mese x 1000 persone tra onorevoli e senatori risultato € 5.000.000.000 al mese per un anno sono € 60.000.000.0000 cioè il doppio delle ultime 5 finanziarie. Così non ci sarebbero più tutte quelle tasse inventate imu tasi ecc..
Gianfranco
Reply@povero professionista, forse dovresti ripassare le moltiplicazioni
Nicola
ReplySalve,
Nel dicembre 2014 ho aperto come artigiano, il limite di fatturato è di 30.000 euro. Sono idraulico e ho appena fatto il mio primo preventivo per un totale di 23.000 euro ( compresini materiali). Cosi facendo mi ramangono solo 7.000€ da fatturare o bisogna sottrarre dai 23.000 del lavoro eseguito le spese???
Giovanni
Reply@Nicola
Se hai fatturato tutto nel 2015 ti rimangono 7.000 euro in quanto il limite di 30.000 riguarda i RICAVI e NON il reddito
Denisia
ReplyLeggendo i commenti sono confusa. Se apro la partita iva ora, c’è ancora il regime dei minimi al 5%?
Buona serata.