Per la Regione Toscana il lavoro professionale è solo ordinistico
Chissà che idea ha la Regione Toscana del dibattito che negli ultimi anni serpeggia in rete, nelle commissioni parlamentari, sulla stampa, in occasioni pubbliche e accademiche e che viene animato da associazioni quali ACTA, Associazione degli avvocati Difensori d’Ufficio, Associazione Nazionale Archivistica Italiana, Archivisti in Movimento, Assoarching, Associazione delle guide turistiche, Camere del Lavoro Autonomo e Precario, Comitato per l’Equita Fiscale, Comitato Professioni Tecniche – Ingegneri e Architetti, Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane, Geomobilitati, IVA sei Partita, Inarcassa Insostenibile, Intermittenti della Ricerca, Mobilitazione Generale degli Avvocati, Rete della Conoscenza, Sciopero Sociale, Stampa Romana, tutte sigle che, da qualche mese, sono associate nella Coalizione 27 febbraio, da pochi giorni ricevuta all’Inps dal Presidente Tito Boeri.
Ce lo domandiamo perché in una notizia pubblicata qualche giorno fa (www.opentoscana.it col titolo Professioni, ecco il Manifesto. Dalla Regione incentivi e tutele soprattutto per i giovani) la Regione dichiara di volere prendere una serie di provvedimenti che sembrano pensati esclusivamente sulle professioni ordinistiche e mostrano di essere completamente avulse dal dibattito in corso nel quale emergono con forza le esigenze dei lavoratori freelance, le loro peculiarità e, soprattutto, la nuova trasversale unità che – a seguito della crisi che tutte le professioni ordinistiche, regolamentate e non regolamentate – stanno vivendo ha portato alla costituzione della Coalizione 27 febbraio.
Al di là della natura dei singoli provvedimenti, sui quali ci soffermiamo nelle prossime righe, sono i termini che lasciano intravedere dei riferimenti culturali poco informati rispetto al dibattito in corso e alle istanze rivendicative che lo connotano.
“Sgravi fiscali per incoraggiare la creazione di società tra professionisti (STP)” – risaputamente una forma giuridica destinata agli ordinisti – ma, ancora, un riferimento agli studi si ritrova nel passaggio successivo quando si sottolinea che “i dipendenti degli studi professionali possono accedere alla cassa integrazione in deroga ma non ad altri ammortizzatori sociali” perché “gli studi non sono in molti casi equiparati alle imprese e non possono, quindi, accedere agli incentivi”. Anche in questo caso l’attenzione è tutta concentrata sugli ordinisti.
Per fortuna il riferimento comprende anche le partite iva non ordinistiche, quando si fa riferimento all’istituzione di un fondo di garanzia per l’accesso al credito per l’avvio di nuove attività, per i giovani e per le persone in difficoltà. Ma la misura per finanziare, fino ad un massimo di 100 mila euro, sembra, invece, destinata ai soli progetti innovativi di Ordini e Collegi.
È positivo che si accenni ad un Manifesto delle professioni intellettuali che dovrebbe riassumere le istanze più importanti e ad un osservatorio permanente sulle professioni sarebbe però auspicabile che la Regione Toscana nella sua prossima giunta prendesse l’impegno di convocare, come fanno ormai da tempo le Commissioni parlamentari, anche le associazioni trasversali dei lavoratori freelance che, pur non essendo riconosciute secondo la legge 4/2013 perché non a base professionale costituiscono una porzione importante delle forze attive nel paese e si impegnasse ad ascoltarne le istanze e a includerle all’interno degli organismi di consultazione stabili.
4 Commenti
Mimmo
ReplyPer mia esperienza, non è raro imbattersi in Regione Toscana in soggetti volenterosi ma un po’ troppo “affrettati” e “distratti”. A volte però fanno tesoro dei suggerimenti (pur nascondendone rigorosamente e sistematicamente la fonte…), per cui potrebbe valer la pena di cercarvi qualche interlocutore.
Antonio
ReplyLe info contenute in questo articolo non sono corrette. La legge regionale toscana n. 73/2008 sostiene e fa dialogare i due mondi professionali: ordinisti e non organizzati in ordini e collegi, e a titolo di es. Il fondo cui si fa riferimento garantisce finanziamenti x giovani professionisti dei due mondi e altrettanto fa per la progettualità innovativa. Ad es. per quanto riguarda il rif. ai 100.000,00 € riservato eslusivamente agli ordini e ai collegi è falso perchê a questi sono affiancate paritariamente le associazioni professionali.. Così come per le altre misure. Inoltre (vedi art. 3 della l.r), della commissione regionale dei soggetti professionali fanno parte oltre che i rappresentanti degli ordini anche i rappresentanti delle associazioni professionali non ordinistiche che siedono da quest’ anno al tavolo di concertazione delle politiche regionali e ai due tavoli dei comitati di sorveglianza dei fondi strutturali FSE e FESR… Personalmente ho tentato di coinvolgere Acta (visto che ci lavoro) ma ad oggi senza successo. Spero che quanto prima si possa approfondire e incontrarsi. Antonio Masi RT
Antonio
ReplyMi scuso per l’eventuale equivoco ingenerato dal commento precedente: lavoro in Regione Toscana e mi occupo di professioni (non in Acta).
ACTA
ReplyGentilissimo Antonio Masi,
come Acta non abbiamo mai ricevuto un invito formale o informale a incontrarvi e ce ne dispiace perché lo avremmo accolto certamente e con grande disponibilità.
C’è stato, tuttavia, un tentativo. Abbiamo partecipato come ACTA Toscana a degli incontri con la Consulta delle Professioni (della CGIL), tra i quali uno, ormai ben oltre un anno fa, con l’assessore Simoncini, ma a cui non ha fatto seguito nessun ulteriore invito da parte vostra.
Ci farebbe però, lo ribadiamo, molto piacere poter essere consultati dalla Commissione regionale.
Per maggiore chiarezza vale la pena di sottolineare che Acta in quanto associazione trasversale alle professioni non rientra nella categoria di associazioni professionali riconosciute ma associa al proprio interno professionisti molto eterogenei, assolutamente rappresentativi del panorama professionale italiano e, come sottolineiamo nel nostro post, “al centro” del dibattito.
Restiamo comunque in attesa di un vostro invito ufficiale che potrete inviare a info@actainrete.it