Fertility Day: Testa (Annamaria) o Croce (Rossa)?
26 Settembre 2016 Lavoro
Di recente sembra diventata una consuetudine riparare a un errore con un altro errore, possibilmente ancora più madornale. Per quanto possa apparire un po’ ingeneroso dirlo (qualcuno direbbe: è come sparare sulla Croce Rossa), questo è il caso per l’intervista rilasciata dalla ministra Lorenzin a Lilli Gruber su La7.
Incalzata dalla giornalista sulla questione del Fertility Day, la ministra ha pensato bene di risolvere la questione facendo appello “alla Testa e ad altri creativi” (come se non fossero stati dei creativi, evidentemente poco abili, a ideare la campagna, nella prima e nella seconda versione) affinché aiutino il ministero a “trovare una nuova denominazione per questo giornata, possibilmente a titolo gratuito, perché “dobbiamo far quadrare il nostro bilancio.” Tanto bella la risposta di Annamaria Testa, quanto incomprensibile la richiesta della Lorenzin.
Avanzata da un membro del governo, questa proposta è davvero sorprendente: ha lavorato forse gratuitamente la dirigente del gruppo comunicazione del ministero? Ma si sa, i creativi vivono di gloria e soprattutto lo fanno per divertimento. Non penso che una richiesta del genere sarebbe stata avanzata agli altri professionisti e consulenti che circolano tra i corridoi dei palazzi ministeriali. Ma ai “creativi” si può. Entrare a gamba tesa, da parte di una figura istituzionale in particolare, sul problema del riconoscimento, prima di tutto culturale, delle “nuove” professioni, significa ignorare e vanificare anni di lotte condotte su tanti fronti, e non soltanto da Acta.
Per di più, incitare al lavoro gratuito significa, più in generale, contribuire a scardinare il normale funzionamento del mercato del lavoro, il “regolare” (o quel che ne resta) meccanismo di contrattazione tra domanda e offerta di lavoro. E tutto questo non in una situazione di emergenza, di chiamata alle armi per salvare la patria. Il volontariato (salvo situazioni di reale emergenza, ad esempio umanitaria) non può e non deve essere richiesto a chi di quelle specifiche competenze ha fatto la propria fonte di reddito, in altre parole il proprio lavoro. Quando la patria è in pericolo, si chiamano tutti i cittadini alle armi, non si chiede ai soldati di mestiere di sparare gratis, e mi si perdoni il paragone solo apparentemente irriguardoso.