Partecipa alla prima indagine europea sui freelance!
5 Aprile 2017 Dal mondo, Eventi, Lavoro, Vita da freelance
Chi sono i freelance in Europa? Come vivono e lavorano nei diversi paesi europei? Per quanti è una scelta e per quanti una mancanza di alternative? Quali sono le loro esigenze e aspettative? Come affrontano l’incertezza del lavoro?
Queste sono alcune delle domande a cui intende rispondere l’indagine i-WIRE, la prima survey realizzata a livello europeo.
L’obiettivo principale è presentare uno spaccato della nostra realtà professionale, mostrando in chiaroscuro quali e quanti sono i modi di essere freelance. Dietro questa etichetta entrata nell’uso comune si nascondono tante sfumature diverse che rimandano ad altrettante condizioni lavorative. Accanto a chi svolge la propria attività professionale in modo continuativo c’è chi alterna un lavoro dipendente con quello autonomo, c’è chi collabora per progetti con uno o più committenti e, ancora, chi arrotonda il proprio reddito da lavoro dipendente con un lavoro freelance. Per alcuni essere freelance è una scelta di vita e un modo per seguire le proprie passioni, per altri, invece, una condizione subita.
Cosa vuol dire per te essere freelance?
Se vuoi contribuire a far luce sulla situazione del lavoro professionale autonomo e orientare in modo efficace le politiche dell’UE, compila il questionario on-line. Il tempo di compilazione è di circa 15 minuti e le risposte verranno trattate in forma anonima.
I primi risultati della ricerca verranno pubblicati entro 6 mesi su questo sito web e saranno diffusi attraverso alcuni incontri pubblici.
L’indagine è condotta in diversi paesi europei e coordinata da Acta, l’associazione dei freelance.
A chi si rivolge la ricerca
Il questionario si rivolge principalmente a tutti i professionisti che svolgono la loro attività con una forma contrattuale indipendente (partita iva, contratto di collaborazione, cessione del diritto d’autore, contratti occasionali ecc); a quanti hanno un’attività indipendente anche alternata a contratti subordinati, a quanti cercano e scelgono attivamente i propri committenti, ma usano contratti dipendenti a termine per regolare i loro rapporti di lavoro (come avviene spesso nel lavoro dello spettacolo, ma non solo).
La ricerca è rivolta sia ai professionisti delle professioni tradizionali, regolate da ordini e albi, sia alle nuove professioni, senza ordine né albo.
Il questionario NON si rivolge ai professionisti che svolgono la loro attività esclusivamente con un contratto di lavoro dipendente standard.
6 Commenti
FLAVIA CACIAGLI
ReplyGradirei essere informata dell’esito e di eventuali ulteriori aggiornamenti grazie
B
ReplyMi piacerebbe conoscere i risultati!
Alcune osservazioni sul questionario.
Ho avuto difficoltà con alcune domande perché:
– lavoro nella cooperazione internazionale, il mio lavoro si basa molto sulle missioni all’estero: in alcune domende sul luogo di lavoro mi sarebbe piaciuta avere questa opzione;
– tra le altre fonti di sostentamento non è menzionata la rendita immobiliare, che a mio avviso rappresenta un’opzione importante.
Luigi_Roma
ReplyIl questionario è interessante, ancora più interessante sarà raccogliere le informazioni per fare (voi) qualche proposta di associazione e scambio tra free lance delle varie categorie. Temo che la attuale economia vada comunque e sempre verso la ricerca del basso costo e del professionista free lance che è costretto ad accettare per la scarsità di commesse. E’ naturale che sia la politica ad occuparsene ma è pure molto difficile da regolamentare, per adesso. Ho seguito quanto è successo a Fedoora oppure altri big internazionali basati sull’immediato e senza alcun diritto. Ad ogni modo già essere presenti e rappresentati è già qualcosa e voi state facendo molto (ho fatto una piccola donazione per questo). La rappresentanza politica è possibile che arriverà in futuro, nel frattempo è molto utile condividere esigenze, necessità e opportunità.
saluti
Silvana
ReplyIl questionario è interessante.
Grazie per ciò che Acta sta facendo per “sensibilizzare” i politici ad osservare e, quindi, a prendere decisioni inerenti l’impoverimento e la mancanza di ammortizzatori sociali per le partite Iva.
Una criticità del questionario:
l’utilizzo della parola committente (realtà per la quale fornisco consulenza e ricevo compenso) e cliente (la stessa realtà), almeno mi pare
Sono curiosa di conoscere i risultati
Saluti
Mastro70
ReplyGrazie per tutto il lavoro che state facendo, siamo sempre al vostro fianco anche se non ci vedete. 😉
Buon Lavoro