Nuovo statuto per i professionisti autonomi. Ma quanti sono?
18 Maggio 2017 Vita da freelance
L’attenzione verso il lavoro autonomo professionale finalmente s’è desta!
Un segno tangibile è l’approvazione dello Statuto del lavoro autonomo, un passaggio importante per tutti i professionisti autonomi.
Ma quanti sono i professionisti autonomi? Ed è vero che sono in aumento? I numeri che circolano sono molto diversi, oscillano tra un minimo di un milione sino addirittura a 5 milioni!
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza in preparazione del Convegno del prossimo 26-27 maggio a Venezia in cui si parlerà delle trasformazioni del lavoro autonomo.
Un calcolo problematico
Per poter dire quanti sono occorre prima dire chi sono.
E qui c’è un primo problema, perché non esiste una definizione condivisa, così come d’altra parte non esiste una denominazione unica, dato che i professionisti autonomi sono chiamati anche freelance, i-pros , lavoratori autonomi di seconda generazione, liberi professionisti o in maniera più generica e imprecisa “partite iva”.
Il secondo problema è la carenza di fonti statistiche che analizzino con attenzione questa importante porzione del mercato del lavoro. Non esistono fonti universali (cioè sulla totalità dei lavoratori autonomi) accessibili, non sono utili le comunicazioni obbligatorie, che censiscono solo una piccola parte dei rapporti di lavoro autonomi.
La principale fonte statistica disponibile è una rilevazione a campione, la rilevazione ISTAT sulle forze lavoro (l’indagine utilizzata per le stime ufficiali dell’occupazione e della disoccupazione), che classifica il lavoro autonomo con categorie che meriterebbero di essere aggiornate e meglio definite. Le principali tipologie di lavoro autonomo individuate dall’ISTAT – imprenditori, liberi professionisti e lavoratori in proprio- hanno infatti confini poco chiari ed in sostanza la scelta della categoria di appartenenza è decisa dall’autopercezione del lavoratore intervistato, dal suo dichiararsi come professionista o imprenditore o lavoratore in proprio.
Perciò l’ISTAT stima il numero dei liberi professionisti sulla base di quanti si dichiarano tali. Ed è possibile che tra di essi siano più presenti gli ordinisti (dagli architetti agli avvocati, dai psicologi ai commercialisti), tradizionalmente abituati a identificarsi nello status di professionista, rispetto ai professionisti delle nuove professioni, e in particolare i più creativi che non hanno potuto o voluto essere riconosciuti in nuovi albi o ordini.
In attesa che l’ISTAT provveda ad una riclassificazione del lavoro autonomo (magari in seguito all’approfondimento attualmente in corso con l’indagine del secondo trimestre 2017), tentiamo una stima diversa, sempre a partire dall’indagine ISTAT sulle forze lavoro. Con la denominazione professionisti autonomi ci riferiamo a una definizione più ampia, che include anche i lavoratori autonomi che non si riconoscono nella tradizionale figura del libero professionista ma dichiarano di svolgere una attività di tipo professionale (pur con la genericità che contraddistingue anche questa definizione).
Stima ACTA: oltre 2 milioni di professionisti autonomi in Italia nel 2016
In base alla definizione ISTAT i liberi professionisti sono nel 2016 1.393.240, il 6,1% degli occupati totali e il 25,6% dei lavoratori autonomi. Con la definizione ACTA i professionisti autonomi risultano, sempre nel 2016 e sempre usando la fonte ISTAT, un terzo in più: 2.065.220, il 9,1% degli occupati totali e il 38% dei lavoratori autonomi.
Un dato comunque sottostimato perché non tiene conto di quanti svolgono un’attività professionale autonoma parallela o secondaria e di coloro che pur essendo a tutti gli effetti sul mercato, perché lavorano con più committenti e contrattano di volta in volta la propria prestazione, si fanno inquadrare con rapporti di lavoro dipendente e/o intermediare da cooperative per ridurre rischi e burocrazia.
Dopo la crisi autonomi in calo, ma professionisti in aumento
Negli ultimi 10 anni in un quadro occupazionale complessivamente stagnante, il lavoro autonomo ha mostrato un calo significativo, del 10%, mentre la sua componente professionale è lievemente aumentata (+3,3%), pur avendo scontato una flessione del 5% nel biennio 2008-9.
Grafico 1 – Variazione degli occupati in Italia tra il 2007 e il 2016 (2007 = 100)
Fonte: elaborazioni ACTA su microdati ISTAT Indagine forze lavoro- dati medi annui
Professionisti più numerosi dei commercianti
Per cogliere la dimensione del lavoro autonomo professionale è utile una comparazione con le altre tipologie di autonomi.
Ed è interessante notare che i professionisti autonomi sono la categoria più numerosa, persino più numerosa dei commercianti! E non di poco: 38% contro il 28%!
Se si pensa al maggior peso “politico” di commercianti, artigiani e persino agricoltori, si ha una misura della strada da percorrere per la costruzione di una rappresentanza adeguata del lavoro autonomo professionale.
Grafico 2 – Distribuzione del lavoro autonomo nel 2016 in Italia
Fonte: elaborazioni ACTA su microdati ISTAT Indagine forze lavoro- dati medi annui
I professionisti sono i soli lavoratori autonomi ad aumentare. Complessivamente si osserva una buona tenuta anche dei commercianti e una recente ripresa degli agricoltori, mentre crollano i manifatturieri, gli edili e le altre categorie di artigiani.
Grafico 3 – Trend dei lavoratori autonomi tra 2007 e 2016 in Italia (2007=100)
Fonte: elaborazioni ACTA su microdati ISTAT Indagine forze lavoro- dati medi annui.
Professionisti meno strutturati rispetto agli altri lavoratori autonomi
Dei 2.065.220 professionisti autonomi, 365.370 (il 17,7%) sono organizzati in strutture con dipendenti, di tipo imprenditoriale.
Presso le altre tipologie di autonomi la presenza di dipendenti è più diffusa.
Grafico 4 – % di lavoratori autonomi con dipendenti nel 2016 in Italia
Fonte: elaborazioni ACTA su microdati ISTAT Indagine forze lavoro- dati medi annui
Nonostante ciò, in termini assoluti i professionisti con dipendenti sono consistenti, secondi solo ai commercianti con dipendenti.
Grafico 5 – Numero assoluto di lavoratori autonomi con dipendenti nel 2016 in Italia
Fonte: elaborazioni ACTA su microdati ISTAT Indagine forze lavoro- dati medi annui
Il lavoro professionale autonomo meno rilevante ma più dinamico del lavoro professionale dipendente
Per capire la dinamica del lavoro professionale è utile un confronto anche con il lavoro dipendente, al cui interno è possibile distinguere quello che ha contenuto professionale (sulla base della stessa variabile sul contenuto dell’attività usata per il lavoro autonomo), secondo lo schema seguente.
Schema 1 – Una classificazione del lavoro
Fonte: elaborazioni ACTA su microdati ISTAT Indagine forze lavoro- dati medi annui
Il lavoro professionale complessivo rappresenta un terzo dell’occupazione totale.
Graf. 6 – trend degli occupati, suddivisi sulla base dello schema 1, negli ultimi 10 anni in Italia
Fonte: elaborazioni ACTA su microdati ISTAT Indagine forze lavoro- dati medi annui
Negli ultimi 10 anni il lavoro professionale è aumentato solo come lavoro autonomo; al contrario il lavoro non professionale autonomo è crollato, mentre ha tenuto il lavoro non professionale dipendente.
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