Un convegno per andare oltre
31 Maggio 2017 Eventi, Lavoro, News, Vita da freelance
Nella splendida cornice dell’Aula Baratto di Ca’ Foscari, affacciata sul Canal Grande, e con la collaborazione di ACTA, il 26/27 maggio si è svolto il convegno su “Lavoro autonomo e capitalismo delle piattaforme”, organizzato dal prof. Adalberto Perulli, docente di Diritto del Lavoro del Dipartimento di Scienze Economiche. Ospite d’eccezione Sara Horowitz, fondatrice e direttore esecutivo della Freelancers Union, forte di 350 mila soci negli Stati Uniti, ma al tempo stesso Presidentessa del Board della Federal Reserve di New York, una delle 12 filiali di cui è composto il sistema della Banca Centrale americana. Relatore anche uno dei massimi esperti mondiali di diritto del lavoro, il prof. Guy Davidov dell’Università di Gerusalemme.
Com’è nato questo convegno universitario che ha visto la presenza di ACTA nelle persone di Anna Soru, Presidente, Francesca Pesce, Vicepresidente e del sottoscritto, cui è stata affidata la relazione introduttiva? (vai alla relazione)
Si trattava di fare un bilancio degli ultimi 20 anni di dibattiti sulla figura del lavoratore autonomo, sulla sua posizione nella società, sulle sue rivendicazioni, sulla sua capacità o meno di associarsi per difendere i propri diritti ed il proprio tenore di vita. 20 anni dalla pubblicazione del libro “Il lavoro autonomo di seconda generazione. Scenari del postfordismo in Italia” (Feltrinelli 1997) e del trattato “Il lavoro autonomo. Contratto d’opera e professioni intellettuali” di Adalberto Perulli (Griuffré Editore 1996), i due testi fondamentali per capire l’origine del movimento dei freelance e le ragioni per le quali ha interessato i giuristi, i sociologi ed i legislatori.
Ma non è stato soltanto un bilancio del passato. Il convegno ha anche voluto guardare al futuro.
Un futuro caratterizzato da un universo di self employed in continua trasformazione, da milioni di persone invischiate nella gig economy e da altre centinaia di migliaia comandate dagli algoritmi del “capitalismo delle piattaforme” (Uber, Foodora, Deliveroo ecc.). Qui la relazione della prof.ssa Patrizia Tullini, docente di Diritto del Lavoro all’Università di Bologna, ha dato degli spunti di grande interesse dal punto di vista della regolazione, mentre Sandrino Graceffa della Società di Mutuo Soccorso tra artisti, la SMart – con la quale ACTA ha stretto un accordo strategico – ha stupito tutti raccontando come sono riusciti in Belgio a negoziare collettivamente condizioni migliori per i ciclisti di Foodora.
In apertura la prof.ssa Renata Semenza, docente di sociologia economica e del lavoro all’Università di Milano, aveva illustrato i primi risultati dell’imponente progetto di ricerca, da lei diretto, sull’universo dei professionisti indipendenti in Europa, un progetto che vede coinvolti partner universitari di nove paesi (Germania, Francia, Spagna, Regno Unito, Belgio, Olanda, Italia, Svezia, Slovenia), più ACTA e SMart.
A seguire, Francesca Pesce per l’Europa e Sara Horowitz per gli USA hanno offerto un quadro esaustivo del livello di associazionismo e dei risultati raggiunti quando l’unione fa la forza.
Il convegno si è “scaldato” quando è stato affrontato il discorso sullo Statuto del Lavoro Autonomo, di recente approvato dal Parlamento, un testo che è stato aspramente criticato da Adalberto Perulli mentre Anna Soru ne ha messo in luce le caratteristiche positive ed i benefici che ne derivano per i professionisti a partita Iva. “Anche noi ci rendiamo conto” – ha detto Anna Soru – “che ci sono dei limiti nel testo dello Statuto, ma riteniamo che sia un primo passo e che ora si possa andare avanti”.
Ed è proprio per guardare avanti che meritavano di essere ascoltati altri interventi, anche dal pubblico, i quali mettevano in risalto alcuni elementi di criticità. Quali? In primo luogo gli effetti della crisi prolungata che ha trasformato un mondo di professionisti di classe media in un mondo di persone che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese (in particolare i giovani), che ha trasformato un mercato dove contava la qualità e il talento in un mercato dove conta solo il prezzo (soprattutto nella committenza pubblica), un mercato dove si sprecano le risorse delle politiche attive del lavoro e invece di creare buona occupazione si creano altre sacche di precariato a condizioni inaccettabili (es. la Garanzia Giovani dell’Unione Europea, che altro non ha prodotto se non una proliferazione di stagisti). Occorre quindi concentrare gli sforzi sul tema: primum vivere. Occorre difendere le condizioni di vita e di dignità del lavoro oggi (regolarità e puntualità dei pagamenti, equi compensi, lotta alla concorrenza suicida e alle cattive pratiche della pubblica amministrazione, lotta contro il lavoro gratuito e contro le piattaforme che lo promuovono, forte spinta verso il mutualismo).
Molte sono le criticità, ma non possiamo nemmeno ignorare gli importanti risultati raggiunti di recente attraverso l’azione costante di ACTA, la sua capacità di coalizzarsi con altre forze, le sue campagne, la sua opera di chiarificazione delle problematiche del lavoro autonomo e che hanno portato un ceto politico e sindacale, prima completamente indifferente a queste problematiche, a prestare ascolto oggi ed a dichiararsi disponibile per creare una regolazione più efficiente e rispettosa delle nostre esigenze.
Ne abbiamo avuto la prova nell’intervento finale del prof. Tiziano Treu, ex Ministro del lavoro, attuale Presidente del CNEL e figura-chiave del giuslavorismo italiano, che ha tirato le conclusioni del convegno. Le sue parole hanno ripreso pari pari alcuni nostri interventi, anche quelli critici verso alcuni suoi colleghi presenti. È stata veramente per ACTA e per chi ha voluto questo convegno una grande soddisfazione.
Lavoro autonomo e capitalismo delle piattaforme, intervento di Sergio Bologna