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Redacta, proprio adesso

19 Giugno 2020 Lavoro, News

Da oggi è online la sezione Redacta del nostro sito. Uno spazio al servizio dei freelance dell’editoria in cui confluirà buona parte del lavoro che abbiamo fatto a partire da aprile 2019.

Ce la siamo presa comoda, fare il sito o almeno stare sui social sono due ovvi imperativi per qualsiasi progetto che voglia avere del seguito. In questo primo anno non abbiamo cercato seguaci, abbiamo concentrato le nostre energie nelle riunioni, nelle interviste e nel progressivo allargamento di una rete di relazioni e rapporti di fiducia reciproca che ha avuto come unico esito virtuale la creazione di una mailing list.

Ma è venuto il momento di fare uno scatto in avanti. I dati che abbiamo raccolto con il nostro sondaggio, le cose che abbiamo imparato sul lavoro nell’industria culturale e gli strumenti che abbiamo perfezionato negli ultimi mesi trovano così una casa, che li rende facilmente consultabili: lo spazio online di Redacta.

Come anticipato da tempo agli iscritti della nostra mailing list, sul sito ci sono anche le tariffe che abbiamo raccolto con il nostro sondaggio. Sono tante, coprono buona parte degli editori di rilevanza nazionale, e oggi sono a disposizione di tutti i soci Acta. Riteniamo questo esercizio di trasparenza fondamentale per cominciare a parlare di quanto veniamo pagati e per mettere un argine alla svalutazione della nostra professionalità. Il succo del discorso, e qualche dato più generale, lo potete trovare in questo post.

La pubblicazione dei dati, insieme al  metodo che abbiamo elaborato per calcolare un compenso dignitoso, ci sembra tanto più urgente in un momento in cui, seguendo i “bollettini di guerra” dell’Associazione editori e parlando con amici e colleghi, il settore ci appare, per l’ennesima volta, in difficoltà. Sono già arrivate le proposte indecenti di “sconto Covid” in fattura e avere un riferimento dei compensi  precedenti alla crisi sanitaria, per quanto magri, sarà importantissimo per tutti i freelance del settore, soprattutto per i più giovani.

Ma un discorso franco e aperto sui compensi è qualcosa che prescinde dall’emergenza e che ci sembra un passo fondamentale per mettere un freno allo svilimento del lavoro creativo e intellettuale che coinvolge l’intera industria culturale. Ogni volta che qualcuno prende spunto da ciò che stiamo facendo – e gli esempi per fortuna sono già tanti, anche in settori inaspettati (come appariva anche l’editoria, fino allo scorso anno) – siamo molto contenti.

La rapidissima diffusione dello smart working dei mesi appena trascorsi, modalità che in editoria sembra destinata a diventare strutturale, pone delle sfide nuove anche ai lavoratori dipendenti, che, in un certo senso, diventeranno sempre più simili a noi freelance. Isolati, potenzialmente invisibili, dipendenti da piattaforme online e finanziatori dei propri costi fissi. In questo contesto sarà sempre più difficile individuare le finte partite Iva su cui “campano” alcune case editrici, e sarà ancora più urgente costruire degli strumenti per garantire che il distanziamento fisico non si traduca in un crollo delle retribuzioni e in un ulteriore aumento dell’intensità del lavoro.

La sfida che ci pone il presente è costruire un’infrastruttura in grado di difendere il reddito e i diritti di una moltitudine di lavoratrici e lavoratori autonomi, che costituisce la maggior parte della manodopera dell’industria editoriale. Siamo pronti a coglierla. Nello spirito che ha sempre animato Acta, abbiamo creduto sin dall’inizio che una piattaforma in grado di raccogliere e generalizzare le esigenze e i problemi di tanti lavoratori isolati fosse la strada per cambiare un settore spesso raccontato come irriformabile (e che invece negli ultimi anni è cambiato tanto: il problema è chi ne ha beneficiato). La partecipazione spontanea alle nostre iniziative, il diluvio di richieste di consulenza al nostro sportello e le tante persone sconosciute che ci ringraziano per quello che stiamo facendo ci convincono ogni volta che questa possa essere davvero la strada giusta.

In questo spirito rientra anche il dialogo costante con le associazioni di categoria con cui sentiamo un’affinità di metodo e obiettivi (Strade e Autori di immagini, in particolare), anche se abbiamo sempre rivendicato uno spazio più ampio di quello di una singola categoria. Siamo professionisti del settore editoriale: un giorno facciamo redazione, l’altro traduciamo, alcuni illustrano, altri lavorano come copywriter o fanno i social media manager. Qualcuno direbbe che siamo frammentati, divisi, inconciliabili: noi da un anno ascoltiamo tutti e alle nostre riunioni troviamo spesso mediazioni al rialzo e punti di vista imprevisti. In altre parole, la pluralità è ricchezza e crediamo che solo a partire da una base ampia sia possibile portare avanti delle proposte trasversali capaci di cambiare veramente le cose. Sarà che alla fine lavoriamo in un mercato dove pochi gruppi editoriali si spartiscono la gran parte del fatturato, sarà che abbiamo scoperto che molti redacters sono vicini di casa: l’idea di un’azione collettiva a partire da tante lavoratrici e lavoratori autonomi ci sembra ogni giorno più concreta.

Ce l’hanno detto in tanti alle nostre riunioni, e ne troviamo riverbero in tante consulenze del nostro sportello: c’è un grande bisogno di uno spazio dove costruire relazioni di fiducia reciproca e condividere la propria esperienza individuale. Redacta ha l’ambizione di essere questo, un’incubatrice di consapevolezza collettiva.

Proprio adesso? Ora più che mai.

Redacta

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Redacta, proprio adesso

di Redacta tempo di lettura: 3 min
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