La risposta del Saggiatore e la replica di Redacta
La lettera aperta di Redacta al Saggiatore sul taglio delle collaborazioni ha ricevuto una replica ufficiale in forma privata. Ma le nostre domande sono ancora senza risposta.
La lettera aperta di Redacta al Saggiatore ha provocato un grande interesse che si è tradotto in un picco di visite al nostro sito, tante mail di ringraziamento e supporto, e accesi dibattiti in molte redazioni editoriali.
Anche Luca Formenton, editore del Saggiatore, ha risposto con tempestività, scegliendo una forma privata.
Redacta ha dunque preparato una breve replica, che pubblichiamo qui per intero.
[Nel rispetto della scelta di scriverci privatamente, ci limiteremo a commentare alcuni passaggi salienti della risposta che abbiamo ricevuto. Lasciamo a Luca Formenton la decisione di diffondere l’e-mail che ha inviato all’ufficio stampa di Acta.]
Gentile Luca Formenton,
la ringraziamo per la sollecita risposta. Ci ha fatto molto piacere leggere che i temi che abbiamo sollevato siano tanto sentiti dalla casa editrice. Questo ci incoraggia a procedere sulla strada di un confronto aperto, e necessario, dato che le nostre domande rimangono a oggi senza risposta.
Al centro della nostra lettera c’era la constatazione che, riducendo le collaborazioni esterne a sporadiche eccezioni (come da voi comunicato), si viene a creare un potenziale squilibrio fra il numero di redattori interni – dipendenti e stagisti – e la quantità di titoli (oltre 120) pubblicati ogni anno dal Saggiatore. Proprio in virtù del fatto che, fino al 2020, buona parte del lavoro redazionale necessario per ogni libro era svolto da collaboratori esterni.
Il gruppo di freelance che si è rivolto a Redacta svolge per il Saggiatore, da anni, prestazioni che lei definisce “occasionali” ma che nei fatti si rivelano collaborazioni continuative, seppur com’è ovvio non esclusive. Solo nel 2020 questi redattori e redattrici si sono occupati di più di 95 dei titoli pubblicati (per avere un’idea del volume di lavoro complessivo, ribadiamo che per ogni libro è da considerare la somma delle singole fasi di lavorazione: revisione, impaginazione, correzione delle bozze, redazione degli indici).
Una vera e propria redazione parallela. I cui membri, pur nella propria autonomia di freelance, legittimamente si chiedono: se le necessità dei flussi redazionali cambiano, come lei dice, chi svolgerà questo lavoro di cui fino a ieri la casa editrice aveva bisogno? E quanto verrà pagato?
Riproponiamo dunque di seguito le nostre domande.
- L’editoria libraria è stata uno dei pochi settori a ottenere risultati positivi nel 2020. A quale tipo di ragioni è riconducibile la scelta del Saggiatore di ridurre così drasticamente i costi di cura editoriale dei suoi libri?
- Se fino al 2020 la redazione non è stata in grado di sostenere la produzione di oltre 120 titoli all’anno senza ricorrere ai collaboratori esterni, come potrà riuscirci nel 2021? Per poter mantenere la stessa qualità redazionale, è prevista una riduzione del numero dei titoli in uscita o un aumento del numero dei redattori interni?
- Negli ultimi anni il numero di stagisti in redazione è progressivamente aumentato. A quanti stagisti ricorre oggi la redazione del Saggiatore? Quanta parte del lavoro verrà a questo punto affidata loro?