Progetto SWIRL : la ricerca di ACTA
19 Maggio 2021 Ammortizzatori sociali, Dal mondo, Eventi, Lavoro, Malattia, Maternità, News, Previdenza, Vita da freelance
Il progetto europeo SWIRL (Slash Workers and Industrial Relations) si è chiuso con un convegno internazionale il 12 e 13 maggio.
L’impegno di ACTA nei confronti dei professionisti pone al centro la ricerca e l’analisi per offrire una base solida alle iniziative che l’associazione porta avanti nei confronti dei freelance (e non solo). La voce di Acta è forte e chiara anche nel più ampio contesto europeo.
Il progetto SWIRL è stato infatti finanziato dalla Comunità Europea, dal DG Employment, Social Affairs and Inclusion – EMPL.A – Employment and Social Governance “Improving expertise in the field of industrial relations – VP/2018/004” ed è stato condotto da una rete di istituzioni provenienti da 6 paesi Europei: Belgio, Germania, Bulgaria, Spagna, Francia e Italia.
Il progetto ha come finalità l’analisi socio-economica e la proposta di linee guida di policy per la regolazione e la tutela dei “contingent workers” in Europa ovvero tutti quei lavoratori (per la maggior parte autonomi) che svolgono più incarichi professionali, caratterizzati da flessibilità, alta professionalizzazione e frammentarietà del reddito.
Acta ha coordinato la fase di ricerca e analisi delle statistiche ufficiali europee e un approfondimento sul tema del welfare per gli “slash workers”, cioè quei lavoratori che dividono l’impegno professionale in più attività caratterizzate da forme contrattuali diverse fra loro.
Sia in Italia che in Europa, un sempre maggiore numero di professionisti del terzo settore sono esclusi da sistema di previdenza e welfare, e in tutta la Comunità Europea quello dei “contingent workers” è un fenomeno in crescita.
Sebbene esistano delle differenze sostanziali fra paese e paese, i “contingent workers” spesso sono lavoratori autonomi non inclusi al 100% nel sistema di welfare: accesso parziale o assente a indennità per maternità, pensione, malattia, l’assenza di sussidi o fondi per la disoccupazione per coprire i periodi di inattività.
In Italia, i lavoratori autonomi o atipici sono spesso identificati solo con il termine “professionisti a partita IVA” ma non è così: molti lavoratori autonomi sono di fatto impiegati in più di una forma contrattuale, mettendo insieme più tipi di lavoro, con differenti forme di previdenza.
Il risultato è che a parità di ore di lavoro, il lavoratore che si divide in più forme contrattuali non ha neppure accesso alle poche tutele previste per i lavoratori autonomi.
Abbiamo parlato qui delle difficoltà dei lavoratori del settore editoriale ma non è l’unico settore colpito dal fenomeno.
La situazione è causata anche dal fatto che tali lavori sono spesso discontinui, includendo periodi più o meno lunghi di inattività o assenza di retribuzione.
Le conseguenze a breve termine per gli slash workers sono identificate spesso come l’impossibilità di richiedere indennità in caso di malattia o maternità, ma c’è un costo in termini di despecializzazione e di mantenimento delle competenze.
L’impegno di ACTA?
Analizzare i dati, collaborare con le istituzioni italiane ed internazionali per la stesure di policy efficaci, che tutelino i professionisti “flessibili”, i freelance e tutti i lavoratori che non vogliono — o non possono — ricoprire un solo incarico professionale con contratto dipendente.
Abbiamo creato una selezione di documenti e link di approfondimento, dove potrete consultare e rivedere in video gli interventi del convegno finale.
Scopri i video:
Scarica i rapporti a cura di ACTA:
Contingent and Slash Workers in Europe. An analysis of Eurostat Data
Vai alle infografiche a cura di ACTA: