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INPS vuol diventare più efficiente? Aiutiamola!

18 Maggio 2022 Malattia, Maternità, Previdenza

Più volte abbiamo fornito all’INPS suggerimenti non richiesti, che puntualmente sono stati ignorati. Questa volta è l’INPS a chieder di essere aiutata a divenire più efficiente. Lo fa all’interno di una più ampia consultazione promossa dal Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito del Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR), rivolta anche a cittadini e professionisti per raccogliere segnalazioni sugli ostacoli nei Rapporti con la PA.

Naturalmente abbiamo accolto questa opportunità. Di seguito le proposte che abbiamo inviato, relative alla Gestione Separata, esposte secondo lo schema utilizzato nella consultazione. 

Oggetto della segnalazione

Rimuovere ostacoli che possono impedire o ritardare l’accesso a sussidi o indennità economiche da parte degli iscritti alla Gestione Separata INPS.

Principali problemi riscontrati

  1. Informazioni non adeguate
  2. Procedure complicate e duplicate
  3. Incoerenza tra tempi burocratici di lavorazione della pratica e scadenze. Le scadenze per accedere alle indennità (maternità, congedi parentali, malattia) spesso vengono superate (e quindi l’indennità è negata) perché l’INPS ha tempi di lavorazione molto lunghi e non comunica chiaramente e tempestivamente eventuali anomalie e problemi (mancanza di documenti, inadeguatezza documenti presentati etc.).
  4. Ritardi nei tempi di ricevimento delle indennità. Il riferimento del calcolo delle indennità di maternità e malattia è il reddito dell’anno in corso e ciò da un lato richiede procedure più complesse, dall’altro lato ritarda l’accesso alle indennità.
    Con riferimento alla maternità il calcolo avviene sulla base del reddito dichiarato nei 12 mesi precedenti l’inizio del congedo. Ne deriva che:
    • Occorre fornire informazioni su due anni fiscali.
    • Le informazioni relative all’anno fiscale in corso possono necessariamente essere fornite solo nel settembre dell’anno successivo e quindi sono ritardati i tempi di accesso all’indennità integrale.
    Anche nella malattia, l’utilizzo del riferimento del reddito dei 12 mesi precedenti, può ridurre l’indennità e ritardare l’accesso ai contribuenti con redditi più bassi, che sono penalizzati dal fatto che non ci sono ancora versamenti contributivi per l’anno in corso.

Questi problemi potrebbero in parte essere semplificati con la digitalizzazione.

Soluzioni proposte per i problemi segnalati

    1. Informazioni non adeguate
      • Fornire un’informazione più completa e dettagliata sul sito INPS relativamente a tutte le indennità e sussidi.
      • Le circolari INPS, che normalmente informano degli obblighi dei contribuenti, dovrebbero informare anche dei loro diritti. In questo modo i commercialisti, spesso l’unico contatto informativo per tanti lavoratori e lavoratrici autonome, potrebbero aiutare a rendere tutti consapevoli dei propri diritti.
    2. Procedure complicate e duplicate
      • Predisporre moduli precompilati, che contengano tutte le informazioni che l’INPS già possiede e creare un’anagrafica con le nuove informazioni fornite, in modo da non richiederle poi successivamente.
      • Evitare duplicazioni nella presentazione delle domande. Attualmente se una lavoratrice presenta domanda di indennità prima del parto, deve poi ripresentarla dopo la nascita del bambino. Sarebbe sufficiente chiedere dopo il parto l’integrazione della domanda con i documenti del bambino.
      • Eliminare la richiesta di informazioni inutili. Nella domanda di indennità di malattia vengono richieste informazioni (il numero di giornate lavorate o retribuite nei 12 mesi precedenti la malattia, i redditi lordi nell’anno del ricovero e dell’anno precedente etc.) che non sono utili per il calcolo dell’indennità stessa (che dipende solo dalla contribuzione versata).
    3. Incoerenza tra tempi burocratici di lavorazione della pratica e scadenze
      • Sollecitare tempestivamente (entro 10 giorni) l’integrazione della documentazione e segnalare eventuali errori, fornendo chiare informazioni sullo stato di avanzamento della pratica.
      • Fornire documentazione trasparente del calcolo delle indennità, in modo che ciascuno o ciascuna possa effettuare una pronta verifica di quanto ricevuto.
      • Creare un canale diretto per segnalare inefficienze.
      • Restringere i tempi di lavorazione delle domande che non devono mai superare i 30 gg (legge 241 del 1990), eliminando tutte le deroghe successivamente introdotte.
      • Allungare i tempi per la presentazione dei ricorsi e garantire una risposta chiara e documentata a tutti i ricorsi.
    4. Ritardi nei tempi di ricevimento delle indennità

      • Maternità
      Applicare quanto previsto dal testo unico sulla maternità per le libere professioniste (come accade per quelle che hanno un ordine professionale e non, inspiegabilmente, con le iscritte alla gestione separata, le cui regole non sono definite dalla legge ma circolari dell’INPS) che nell’art. 79 comma 2 prevede:

L’indennità di cui al comma 1 viene corrisposta in misura pari all’80 per cento di cinque dodicesimi del solo reddito professionale percepito e denunciato ai fini fiscali come reddito da lavoro autonomo dalla libera professionista nel secondo anno precedente a quello dell’evento.

• Malattia
Prendere a riferimento, in analogia a quanto proposto per la maternità, il reddito professionale percepito e denunciato ai fini fiscali come reddito da lavoro autonomo nel secondo anno precedente a quello dell’evento.

ACTA

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1 Commenti

  1. Rosario

    Reply

    Siete come sempre bravissimi !

    22 Giu 2022

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di ACTA tempo di lettura: 3 min
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