Possiamo contrattare insieme, finalmente
25 Ottobre 2022 Compensi, Lavoro
Il 29 settembre la Commissione Europea ha pubblicato delle linee guida che aprono la contrattazione collettiva al lavoro autonomo, in questo articolo trovate i dettagli.
Chi lavora come freelance si vede così riconosciuto un diritto che, fino a oggi, gli era stato negato dalle regole antitrust.
Come Redacta, aspettavamo queste linee guida da qualche tempo. Dal 2019 stiamo costruendo, una riunione e un’inchiesta alla volta, una coalizione, con l’obiettivo di contrastare la svalutazione del lavoro che, in editoria prima che in altri settori, ha accompagnato il fenomeno dell’esternalizzazione. La possibilità di contrattare insieme è un’arma in più, che in realtà abbiamo cominciato a praticare da qualche tempo in forme sperimentali.
Già nel 2011 la Rete dei Redattori Precari, collaborando con Slc-Cgil, era riuscita a ottenere un addendum al Contratto Collettivo Nazionale Editoria che prevedeva che:
le sottoscritte Associazioni si rendono disponibili a confrontarsi nell’ambito di una Commissione tecnica costituita con i soggetti competenti incaricata di verificare la praticabilità e le eventuali modalità di applicazione alle varie tipologie contrattuali di lavoro autonomo, di forme di tutela sanitaria che permettano ai soggetti interessati l’accesso, definendo le modalità con le quali applicare i relativi criteri di volontarietà, ad appropriati strumenti assicurativi, formulando proposte compatibili con le diverse tipologie contrattuali, da armonizzare con l’eventuale quadro legislativo e/o contrattuale di carattere generale. La Commissione inizierà i lavori nel 2° semestre 2012.
A detta degli stessi sindacalisti (“non ricordo che ci fosse qualche Commissione presente nel Contratto collettivo; se c’era evidentemente non si è mai riunita”) il tavolo non ha mai svolto una prima riunione per cominciare a definire queste regole comuni.
In questa genealogia si può inserire anche l’azione collettiva sperimentale che abbiamo portato avanti contro il Saggiatore. In quella occasione abbiamo dimostrato che chi lavora come freelance è capace di organizzarsi, condividere informazioni, decidere di prendersi un rischio insieme ad altri, una bella novità. È un precedente, di cui altri editori (più o meno “progressisti”) intenzionati a tagliare repentinamente il costo del lavoro hanno dovuto tenere conto.
Il tentativo di avviare un dialogo con la controparte, tuttavia, è riuscito solo a metà. L’editore Luca Formenton ha replicato, ma l’ha fatto privatamente. Da allora nessun membro della dirigenza della casa editrice – che non avendo un sindacato neanche per i dipendenti non costituisce certo un partner ideale per una contrattazione – ha mai affrontato pubblicamente la vicenda.
Un secondo tentativo di dialogo con le controparti datoriali ha preso le mosse da un incontro pubblico a Bookpride 2022, dove Giulio Perrone (rappresentante di Adei, Associazione degli editori indipendenti), stimolato da un nostro intervento, si è detto disposto ad aprire un tavolo di negoziazione per migliorare la qualità del lavoro editoriale. Abbiamo voluto dargli credito, ma a quelle parole non sono ancora seguiti passi concreti.
Insomma, nonostante gli sforzi di chi lavora in modo autonomo e atipico, da oltre dieci anni gli editori preferiscono attenersi alla prassi della contrattazione individuale, evitando quella collettiva; dopo la pubblicazione di queste linee guida avranno un alibi in meno per sottrarsi.
La sfida per noi sarà quella di portare gli editori al tavolo delle trattative. Non sarà sempre facile ma alcuni contesti sembrano molto promettenti.
Pensiamo alle case editrici che si affidano a una rete di collaboratori stabili e fidati, non solo quelli pagati con forfait mensili, o alle situazioni in cui l’evidenza del lavoro sottopagato contrasta nettamente con i valori associati al marchio editoriale.
Si comincia con una riunione
Rimane innegabile che queste nuove linee guida aprono un nuovo campo di azione per Redacta, un mondo in cui i compensi dignitosi potranno diventare parti di accordi con singole case editrici o associazioni, in cui si potranno concordare limiti all’abuso di stage curricolari o stabilire contratti standard. In Danimarca è già stato siglato un accordo di questo tipo.
A meno di venti giorni dalla pubblicazione delle linee guida, abbiamo messo il tema della contrattazione collettiva al centro della nostra incandescente riunione mensile milanese del 17 ottobre.
Alla riunione, come capita spesso, non c’erano solo freelance che lavorano con i libri, c’erano persone del mondo della pubblicità e della fotografia, alcune venute per curiosare, altre per sollecitare l’urgenza di un’azione collettiva anche in altri settori.
Non possiamo che accogliere il loro appello. I nuovi orientamenti della Commissione Europea sulla contrattazione collettiva aprono nuove possibilità per tante persone che lavorano come freelance. Usciamo di casa, incontriamoci e pensiamo a come agire insieme.
Ci vediamo alla prossima riunione?
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