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L’EDITORIA NON È UN PRANZO DI GALA

24 Novembre 2022 Eventi, Lavoro

Sabato 3 dicembre (ore 17), alla Libreria Calusca di Milano, Redacta partecipa alla presentazione di “Non è un pranzo di gala” di A. Prunetti, in dialogo con A. Sebastiani che parlerà di “Le strade di Alphaville. Conflitto, immaginario e stili nella paraletteratura” di V. Evangelisti.

«A seguito di un corso di editoria pagato non come un master ma comunque abbastanza, davanti alla possibilità di stage io ho chiaramente dichiarato di non poter accettare nulla di gratuito e full time perché non potevo perdere il lavoro con il quale mi pago affitto, spesa, bollette. Lo sguardo di disapprovazione che mi sono beccata mi ha fatto capire che davanti a me c’era una persona che non aveva mai dovuto pensare a “portare a casa la pagnotta” e che non sarei mai stata compresa né da lui né da quelli come lui.»

«Dopo lo stage curriculare in una grossa casa editrice, mi sono fatta forza e sono andata a contrattare la mia futura posizione con il direttore editoriale, dicendo che avrei voluto continuare con loro ma o con un apprendistato o con partita iva. Il direttore editoriale ridacchia: “Vabbè, ma mica cadrà il mondo se si fa qualche altro mese di stage, no?”.»

«[…] la violenza simbolica di dover spiegare a chi ti paga che con quei soldi tu ci campi e che se il bonifico non arriva per te può significare non poter far fronte alle spese. Quasi sempre le persone a cui lo dici non hanno la minima idea di che cosa significhi e pensano che tu stia esagerando […].»

Qualche settimana fa dal nostro profilo Instagram abbiamo chiesto alle persone di raccontarci un episodio personale su editoria & classismo. In molte ci hanno risposto condividendo testimonianze che convergono tutte immancabilmente verso lo stesso punto: l’editoria sembra essere un mondo per ricchi.
Questo significa che chi proviene da un ambiente sociale diverso non può lavorarci?
No, significa solo che occorre faticare di più per arrivarci (e rimanerci); significa che è più difficile far quadrare i conti; significa doversi rimboccare molto di più le maniche.

«Per fortuna l’industria editoriale è una industria e ogni industria porta dentro di sé un conflitto. E dove c’è produzione ci sono sfruttati e sfruttatori.» 

È solo che per rendersene conto c’è bisogno di una consapevolezza condivisa. Non è facile: i contorni spesso sono sfocati, il quadro d’insieme può sfuggire.
Per mettere (a ferro) e fuoco la situazione servono azioni collettive e un immaginario diverso. E questo si fa insieme, un passo alla volta.
È un lavoro lungo, è un lavoro tosto – noi, da più di tre anni, siamo qua per questo. Ma non siamo soli, per fortuna.

Di questo, di noi, del nostro lavoro, delle nostre fatiche, parleremo insieme ad Alberto Prunetti e Alberto Sebastiani, il 3 dicembre a Milano, ospiti del Csoa Cox18 | Archivio Primo Moroni | Calusca City Lights.

Vi avvertiamo: non sarà un pranzo di gala.
Ci vediamo là.

Redacta

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L’EDITORIA NON È UN PRANZO DI GALA

di Redacta tempo di lettura: 2 min
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