Perché gli sceneggiatori statunitensi scioperano
3 Maggio 2023 Dal mondo, Lavoro, Traduzioni tecniche
Il 2 maggio, 11.500 sceneggiatori statunitensi aderenti al sindacato Writers Guild of America (WGA) sono entrati in sciopero contro le più di 350 società di produzione di cinema, TV e streaming che compongono l’Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP), tra cui Amazon, Apple, Disney, Netflix, Paramount e Universal, accusandole di pagarli sempre meno e di rendere il loro lavoro sempre più incerto e precario. Al centro della disputa: 1) gli investimenti nell’Intelligenza Artificiale (IA); 2) i modi e i tempi di lavoro soprattutto in ambito streaming.
1) L’IA trova sempre più impiego nella produzione e nella post-produzione di film e telefilm: dalla scrittura delle sceneggiature alla realizzazione degli effetti visivi, dei doppiaggi e dei sottotitoli. Si tratta però di tecnologie ancora in fase di sviluppo. Quindi, anche se si investe massicciamente in questo ambito, i ritorni non sono sempre immediati.
2) Lo streaming si è talmente affermato come modalità di fruizione da dettare ormai le sue regole anche a livello di produzione e post-produzione: per poter aggiornare continuamente i cataloghi di film e telefilm disponibili online, occorre sfornare continuamente nuovi film e telefilm.
Sia i massicci investimenti nell’IA che le esigenze imposte dallo streaming portano molte società a cercare di ridurre i costi e i tempi necessari a rilasciare nuovi prodotti: ad esempio accorciando la durata della lavorazione di film e telefilm, riducendo il numero di episodi contenuti in ogni nuova serie e abbassando i compensi degli autori.
Gli autori temono poi che un ulteriore abbassamento dei loro compensi possa verificarsi per l’impiego sempre maggiore dell’IA nella stesura e nel riadattamento delle sceneggiature, sottolineando l’esigenza di tutelare al massimo l’originalità del loro lavoro e i diritti (morali e patrimoniali) connessi.
Il precedente italiano
Le ragioni per cui scioperano negli Stati Uniti non vi suonano nuove? Probabilmente perché sono molto simili a quelle per cui in Italia, tra febbraio e marzo, hanno scioperato anche adattatori, doppiatori e maestranze cinetelevisive: in Italia, infatti, hanno protestato contro il mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale del lavoro, fermo alle retribuzioni di 15 anni fa, contro ritmi lavorativi sempre più forsennati e contro l’impiego non regolamentato dell’IA. Oggi l’IA può essere usata per modificare le voci anche senza avvisare i doppiatori, ai quali servirebbero maggiori tutele mediante un aggiornamento della normativa sul diritto d’autore.
La posizione di TRAMITI
TRAMITI, solidale con gli sceneggiatori statunitensi e con adattatori, doppiatori e maestranze italiane, intende sottolineare anche un altro aspetto che accomuna le loro iniziative: è anzitutto essendo uniti che si può mirare al riconoscimento delle proprie istanze.