Si fa presto a dire “Auguri a Tutte le Mamme”…
14 Maggio 2023 Diritti, Maternità
In Italia le mamme e i papà non sono tutti uguali quanto a diritti. Il nostro non è certo un Paese per genitori. Se poi sono pure freelance… Lo sappiamo e lo diciamo da tempo. Non dovrebbe allora stupire che il tasso di natalità continui a scendere in Italia. Con buona pace degli Stati Generali in cui invitano perlopiù uomini e pure di una certa età… Dovremmo piuttosto capire le ragioni di questo calo e correre ai ripari con misure sensate e attuali che non solo supportino davvero i genitori, ma che creino anche equilibrio di genere ed equità di accesso a tutele importanti, come le indennità di maternità e congedo parentale.
In quest’ottica, l’anno scorso è stato introdotto l’Assegno Unico Universale che supera le distinzioni tra i genitori lavoratori e non, e tra le varie tipologie di lavoratori. Questo strumento è infatti accessibile a occupati e inoccupati, indipendentemente dalla cassa previdenziale di appartenenza (dipendenti, INPS Gestione Separata, artigiani e commercianti, ordini professionali ecc.). I genitori hanno inoltre la facoltà di scegliere se dividere l’assegno a metà o se farlo accreditare su un unico conto. Questo permette anche alle coppie di genitori separati o divorziati di fruirne piuttosto agevolmente.
L’universalità non è invece garantita per la maternità e per il congedo parentale. In questo caso, a meno che non siate madri dipendenti, dovrete avere la fortuna di spuntare le caselline giuste nei tempi giusti. Che un figlio mica si improvvisa in Italia, va pianificato, come un bilancio aziendale! Sarà per questo che tant@ rinunciano ad averne?!?
Vediamo insieme quali potrebbero essere i vari fattori in gioco e le varie casistiche da considerare per l’indennità di maternità (sia in caso di parto sia di adozione o affido preadottivo).
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- Se sei iscritta alla Gestione Separata dell’INPS da abbastanza tempo e prima di rimanere incinta o di adottare hai versato qualche migliaio di euro di contributi, allora potrai ottenere un’indennità di 5 mesi a cavallo o subito dopo il parto/ingresso del minore nel nucleo familiare calcolata all’80% del reddito degli ultimi 12 mesi. Eh? Sì, hai capito bene. L’importo della maternità non potrà essere calcolato su redditi dichiarati e dunque si baserà su una stima al ribasso del tuo pregresso contributivo fino al momento della domanda. A distanza di un anno almeno, dovrai chiedere all’INPS il ricalcolo sulla base dei redditi effettivi e dunque pretendere il saldo della tua indennità. Ti è già passata la voglia? Non demordere, c’è chi sta peggio!
- Se sei iscritta alla cassa Artigiani e Commercianti dell’INPS, hai diritto a 5 mesi di maternità, purché tu sia in regola con il versamento dei contributi minimi previsti da questa cassa.
- Sei una professionista iscritta a un ordine professionale? L’importo e i requisiti di accesso all’indennità di maternità dipendono da quanto stabilito dalla cassa previdenziale di appartenenza (avvocate, notaie, architette, giornaliste, ecc.). In genere la maternità viene erogata per 5 mesi all’80% in base ai redditi dichiarati due anni prima. In assenza di un pregresso, viene erogata una maternità minima.
- Lavori in regime di diritto d’autore? Non essendo obbligata a versare contributi previdenziali, a meno che tu non abbia sottoscritto in tempo un’assicurazione privata, non hai diritto ad alcuna tutela in caso di maternità.
- Svolgi lavori atipici o discontinui? Potresti aver diritto all’assegno di maternità dello Stato.
- Sei (rimasta) disoccupata e comunque non hai alcuna copertura previdenziale? Potresti aver diritto all’assegno di maternità dei Comuni (riservato a chi ha un ISEE inferiore a 19.000€).
Dopo quella che genericamente viene chiamata “maternità obbligatoria”, può seguire un periodo di congedo parentale. Di recente questa tutela è stata migliorata, soprattutto per dipendenti e iscritti alla Gestione Separata INPS. Vediamo anche qui le varie casistiche possibili.
- Se sei iscritt@ alla Gestione Separata dell’INPS, avrai diritto a un periodo da 3 a 6 mesi di congedo parentale retribuito al 30% da richiedere anche in più tranche entro i 12 anni di vita di tu@ figli@. Anche l’altro genitore potrà usufruire di un minimo di 3 mesi di congedo. In totale la coppia genitoriale ha a disposizione 9 mesi di congedo, di cui 3 mesi non trasferibili. L’indennità è calcolata con le modalità della maternità (redditi dei 12 mesi immediatamente precedenti il congedo), tuttavia sussiste l’obbligo di astensione dall’attività lavorativa (!).
- Sei iscritta alla cassa Artigiani e Commercianti dell’INPS? Non si capisce bene perché, ma vali meno di un’iscritta alla GS e per te ci sono solo 3 mesi di congedo parentale al 30% e in più ti devi pure affrettare a richiederli, perché scadono entro l’anno di vita o di ingresso in famiglia. Beh dai, almeno tu non devi arrabattarti con acconti e saldi INPS, l’indennità arriverà tutta insieme! Non sei contenta?
- Versi in altre casse previdenziali? Non hai una copertura contributiva? E allora per te niente congedo parentale. Ti dovrai accontentare dell’assegno universale unico per i figli fino a 21 anni.
E i papà? Beh, se sono dipendenti da qualche tempo hanno diritto a ben 10 giorni retribuiti al 100% del loro stipendio. Se invece sono freelance, non spetta loro nulla di sicuro, né “obbligatorio”. Potranno eventualmente accedere alla “paternità” solo in casi gravissimi (morte prematura o grave infermità della madre o se affidatari esclusivi del minore), tutte eventualità che non auguriamo a nessuno.
È di recente introduzione anche un intero mese in più di maternità all’80%, oltre ai canonici 5. In realtà si tratta di un mese di congedo parentale retribuito all’80% anziché al 30% (un “piccolo salvadanaio del tempo”, così lo annunciò Meloni a novembre 2022). Ma indovina un po’ a chi è riservato? Ancora una volta ai soli genitori dipendenti, ché pare che i freelance non vogliano proprio fare figli, sarà per l’eccessiva precarietà della loro condizione, per l’incertezza del futuro?!? Sarebbe interessante fare un sondaggio a riguardo.
A dire la verità, la Legge di Bilancio 2022 varata a dicembre 2021 ha concesso anche alle lavoratrici e ai lavoratori autonomi qualcosina in termini di genitorialità, ben 3 mesi in più d’indennità di maternità o paternità, a patto che nell’anno precedente abbiano avuto un reddito non superiore a 8.145 euro (!!!). E qui viene il bello perché se davvero hai un reddito così basso, difficilmente avrai versato una quantità di contributi sufficiente per ottenere la copertura minima di accesso alla tutela. Che meraviglia, questa totale mancanza di senso della realtà da parte del Legislatore. La mano destra che non sa cosa fa la sinistra!
Oggi è la Festa della Mamma e allora tanti auguri care mamme, freelance e non, nonostante tutta la fatica, nonostante tutte le discriminazioni che ancora esistono in Italia. Con la speranza che presto il diritto alla maternità e in generale alla genitorialità venga garantito in misura equa, dignitosa e universale, indipendentemente dal nostro status lavorativo e senza che ci si debba imbattere in mille ostacoli, mille procedure, mille requisiti diversi. Per poterci godere appieno il nostro percorso genitoriale con più leggerezza e serenità.