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Dichiarazione su IA generativa di Tramiti e AVTE

Dichiarazione sull’IA generativa Pt. 3

3 Luglio 2024 Dal mondo, Diritti, Lavoro, Traduzioni tecniche, Vita da freelance

Negli scorsi mesi, Tramiti ha lavorato in collaborazione con AVTE alla stesura di una dichiarazione su una nuova tecnologia che sta toccando svariati settori, tra cui la traduzione multimediale: l’IA generativa.

Frutto del confronto tra le varie associazioni di traduttori audiovisivi europei che fanno parte di AVTE, il documento affronta il fenomeno da diversi punti di vista, dalla presunta utilità pratica di questa tecnologia per la traduzione multimediale al suo impatto sul settore e sulla società stessa. Tocca, naturalmente, il perno del dibattito sulla legittimità dell’IA generativa: il riconoscimento dei diritti d’autore, a cui abbiamo dedicato un webinar per traduttori multimediali riassunto in cinque articoli.

La dichiarazione originale è stata stampata in un opuscolo per essere distribuita e discussa alla AVT-AR, la prima conferenza europea sui diritti d’autore di chi traduce opere multimediali, organizzata da AVTE il 16 maggio a Barcellona. Di seguito presentiamo la terza parte della versione tradotta in italiano, che tratta della sostenibilità dell’utilizzo di questa tecnologia per l’intero settore della traduzione multimediale (qui parti 1, e 2).

Dichiarazione di AVTE sull’IA generativa – 3 Prospettiva del settore

  1. I traduttori audiovisivi sono ben felici di integrare nuove tecnologie nel loro lavoro, come fanno da decenni (si pensi ai software di sottotitolazione, ai dizionari online, ai correttori ortografici o ai CAT tool), a patto che vengano usate per migliorare la qualità del lavoro umano, cosa che non si può certo dire per le applicazioni dell’IA generativa proposte nel campo della traduzione. In qualità di esperti nel loro campo, i traduttori dovrebbero sempre avere l’ultima parola nel determinare se uno strumento è adatto o utile per lo svolgimento delle singole mansioni, scegliendo se usarlo o meno come meglio ritengono.
  2. AVTE non legittima l’uso dei traduttori umani come meri supervisori di traduzioni audiovisive realizzate da macchine e condanna fermamente l’idea che il prodotto dell’IA necessiti solo di qualche ritocco per risultare adeguato. Tale narrazione tendenziosa viene imposta ai traduttori per far apparire inevitabile un drastico calo dei compensi, ignorando completamente il crollo vertiginoso della qualità.
  3. Il nostro AVTE Machine Translation Manifesto conteneva già diversi suggerimenti per il settore: coinvolgere i traduttori sin dall’inizio nello sviluppo delle tecnologie di supporto alla traduzione, implementare sistemi di controllo qualità automatici più raffinati, migliorare la scrittura predittiva, l’input vocale e il riconoscimento vocale, che velocizzerebbero davvero il lavoro, e prevenire gli errori umani più comuni (per esempio individuando refusi, sviste e incoerenze, eseguendo compiti ripetitivi con precisione, citando testualmente, effettuando ricerche istantanee tra i dati disponibili); ma anche compilare dati arricchiti, database tratti da fonti affidabili per le ricerche e dizionari sempre aggiornati, sperimentare varie opzioni per migliorare lo stile e l’accuratezza etc.
  4. Se i traduttori verranno sempre più spesso declassati a post-editor, sempre meno persone sceglieranno di intraprendere la professione di traduttori audiovisivi. Di conseguenza, la supervisione dell’output dell’IA generativa ricadrà su lavoratori non qualificati, che probabilmente svolgeranno questo lavoro part-time per arrotondare i guadagni dell’impiego principale, poiché i compensi offerti dalla maggior parte delle agenzie di traduzione per questi servizi non sono sufficienti per guadagnarsi da vivere (alcuni riportano di percepire come post-editor un terzo di quanto guadagnavano come traduttori). Se a questo si sommano i problemi che insorgono quando l’IA si nutre dei contenuti che essa stessa ha generato, eventualità in futuro sempre più inevitabile, è facile prevedere un abbassamento della qualità che, a lungo andare, renderà i suoi prodotti inservibili. Invece, per garantire la sostenibilità del settore nel lungo termine, i traduttori dovrebbero ricevere compensi non solo dignitosi, ma commisurati alle loro competenze e alla loro esperienza.
  5. L’esposizione a testi comunicativamente inefficaci influisce sulle capacità di scrittura dei lettori. Ciò significa che i traduttori esposti a testi tradotti dalla macchina produrranno traduzioni di qualità inferiore. Tutto ciò si ricollega inoltre al concetto di “light MTPE“, un post-editing leggero in cui si richiede ai traduttori di correggere solo gli errori più gravi invece di consegnare un testo che rispetti tutti gli standard di qualità, in modo da ridurre ulteriormente il loro compenso. Questo potrebbe rientrare in una strategia economica a lungo termine: abituando utenti e spettatori a testi sempre più mediocri, essi smetterebbero di esigere la qualità, rendendo la figura del traduttore quasi o del tutto superflua.
  6. Ammesso e non concesso che si pervenga a un impiego etico dell’IA generativa che non sfrutti nessuno e non violi alcun diritto, e che tale nuovo utilizzo etico dell’IA rivoluzioni il settore, AVTE prende in esame il seguente scenario. Visti il ruolo svolto dai traduttori nell’addestramento dell’IA (addestramento che in nessun caso dovrebbe avvenire senza il loro consenso) e la responsabilità che si accollano per il prodotto finale, e considerato che il loro operato è essenziale per lo sviluppo dell’IA al punto da determinare il successo di un certo motore di IA sulla concorrenza, generando profitti incalcolabili, i traduttori dovrebbero ricevere una quota di quei profitti. Tale modello dovrebbe essere adeguatamente normato dagli organismi di regolamentazione a livello internazionale, con il supporto di organizzazioni di gestione collettiva (CMO, Collective Management Organisations) o tramite accordi di licenza che garantiscano alla parte più debole una più equa ripartizione dei profitti, nonché la facoltà di negare il proprio consenso.

La quarta puntata tratta delle implicazioni giuridiche dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa nei contenuti multimediali tradotti.

ACTA Tramiti

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Dichiarazione sull’IA generativa Pt. 3

di ACTA Tramiti tempo di lettura: 4 min
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