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ISCRO: come fare domanda entro il 31 ottobre

29 Settembre 2024 Ammortizzatori sociali

Torniamo a parlare di ISCRO, l’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa erogata dall’INPS a favore delle persone iscritte alla Gestione Separata che lavorano in autonomia e che hanno riscontrato un significativo calo del proprio reddito. È una sorta di disoccupazione, nota sui media come “bonus autonomi” o “cassa integrazione per le partite IVA”.

Dopo un periodo di sperimentazione durato 3 anni, dal 2021 al 2023, a partire dal 1° gennaio 2024, questa misura è diventata strutturale, e pertanto definitiva, ed è finanziata con la contribuzione che versiamo alla Gestione Separata, contribuzione aumentata negli ultimi anni dello 0,26% nel 2021 e poi dello 0,51% nel 2022 e 2023. Dal 2024 l’aliquota contributiva a sostegno dell’ISCRO è stata ridotta allo 0,35%.

Hai tempo fino al 31 ottobre 2024 per presentare domanda. Per aiutarti abbiamo preparato un tutorial che trovi sul nostro canale YouTube. La domanda in sé non è complicata. Prevede 8 passaggi e l’importante è avere a portata di mano i dati reddituali necessari relativi all’anno per cui si richiede l’indennità e ai due anni precedenti. Verifica di avere i requisiti, guarda il nostro video tutorial e compila la domanda sul sito dell’INPS.

 

Chi ci legge, conosce già le critiche e le proposte avanzate da ACTA fin dagli esordi di questa misura, misura che abbiamo monitorato nel tempo con un sondaggio realizzato alla fine del periodo di sperimentazione di ISCRO. La nostra indagine, così come l’ultimo Rapporto INPS 2023, confermano la scarsa diffusione di questo strumento di supporto, vuoi per ignoranza, vuoi per vincoli di accesso ancora troppo restrittivi.

Rispetto al triennio di sperimentazione, i requisiti di accesso a ISCRO sono cambiati in meglio, seppur leggermente. Vediamoli qui di seguito:

  • non essere titolari di trattamento pensionistico diretto, né essere assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie;
  • non beneficiare dell’assegno di inclusione (ex reddito di cittadinanza);
  • aver prodotto, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, un reddito di lavoro autonomo inferiore al 70% della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei 2 anni precedenti;
  • aver dichiarato, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, un reddito inferiore a 12 mila euro;
  • essere in regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria;
  • avere una partita IVA attiva da almeno 3 anni, alla data di presentazione della domanda, per l’attività che ha dato titolo all’iscrizione alla Gestione Separata.

Quindi, tradotto in altri termini:

  • Calo del reddito del 30% almeno (e non più del 50% come prima) rispetto alla media dei redditi dei 2 anni precedenti;
  • Partita IVA attiva da 3 anni (e non più da 4 anni);
  • Reddito annuo inferiore a 12.000 euro (prima doveva essere di 8.150 euro).

Facciamo un esempio di calcolo dei redditi. Per ottenere l’ISCRO nel 2024, dovrò aver dichiarato per il 2023 un reddito inferiore a 12.000, che allo stesso tempo deve essere inferiore al 70% della media dei redditi dichiarati nel 2021 e nel 2022. Supponiamo di aver dichiarato nel 2021 un reddito di 20.000 €, nel 2022 un reddito di 18.000 e nel 2023 un reddito di 10.000. La media dei 2 anni precedenti è di 19.000 €. Il reddito 2023 corrisponde al 52% di tale media. C’è stato quindi un calo pari al 48%. Sono iscritta solo alla Gestione Separata, non percepisco pensioni né assegno di inclusione, sono in regola con i contributi e la mia partita IVA è attiva da prima del 2021.

Soddisfatti tutti questi requisiti, posso quindi fare domanda. Ho tempo fino al 31 ottobre. Quest’anno che la misura è andata a regime, l’INPS ha aperto la procedura solamente il 1° agosto, in ritardo rispetto agli anni precedenti in cui era possibile presentare domanda già dal mese di maggio. Presumiamo che dal prossimo anno, la finestra temporale di presentazione delle domande torni a essere più ampia, con termine ultimo sempre al 31 ottobre di ogni anno.

Se la mia domanda verrà accolta, percepirò un’indennità mensile per un massimo di 6 mesi che andrà dai 250 agli 800 euro al massimo (è pari al 25%, su base semestrale, della media dei redditi da lavoro autonomo dichiarati nei due anni precedenti all’anno precedente alla presentazione della domanda).

Tali importi dovranno essere aggiornati annualmente sulla base della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo (ma nel 2024 gli importi sono gli stessi del 2021, nonostante nel frattempo ci sia stato un picco dell’inflazione).

Esempio: reddito pari a 6.000 euro > Indennità = (6000/2)x25% = 750 euro, da erogare per 6 mensilità

Reddito pari a 8.000 euro > Indennità = (8000/2)x25%= 1000 > 800 euro per 6 mensilità

L’ISCRO NON è esentato dall’imposizione fiscale e i periodi di indennità NON sono coperti da contributi previdenziali figurativi.

È confermato l’obbligo di partecipazione a percorsi di aggiornamento professionale per i quali si attende un decreto ministeriale (nel periodo 2021-2023 non sono mai stati attivati) e tutt’ora non sono state fornite indicazioni in merito, nonostante nella procedura si richieda di scegliere il Centro per l’impiego più vicino.

IMPORTANTE: se si ottiene l’indennità, non sarà possibile richiederla nel biennio successivo. Quindi se la ottengo nel 2024 per i miei redditi 2023, Potrò richiederla eventualmente nel 2027 per i redditi 2026.

Per maggiori informazioni e per tutti gli aggiornamenti su ISCRO, consulta il nostro INFOPOINT.

Samanta Boni

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di Samanta Boni tempo di lettura: 3 min
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