Un anno di guida ai compensi dignitosi, una testimonianza
28 Marzo 2025 Compensi, Vita da freelance
Si avvicina il primo anniversario della pubblicazione della Guida ai compensi dignitosi di Redacta. Per l’occasione una nostra socia ci ha raccontato come l’ha usata e perché la tiene sempre sulla scrivania.
Certi documenti, che all’apparenza nascono solo con scopi pratici, possono assumere significati e dimensioni ben maggiori delle considerazioni oggettive che potevamo fare sulla loro esaustività ed efficacia. La Guida ai compensi dignitosi per me è uno di quelli.
Da quando esiste, il mio senso di responsabilità nei confronti di tutte le colleghe e i colleghi freelance con cui collaboro è in costante allerta, sempre attivo.
Prima ero sola, inseguivo il grande sogno dell’editoria dalla mia solitaria postazione di lavoro, convinta che accettare qualsiasi condizione di lavoro e compenso ingiusti mi avrebbe avvicinato al tanto agognato riconoscimento. In questo gioco masochistico di speranze il mio senso di responsabilità nei confronti di me stessa era come intorpidito, non aveva senso di essere in attività, così credevo…
Invece nulla è cambiato, se non il fatto che da circa tre anni, seppur esterna, occupo un ruolo di coordinamento redazionale, e mi sono così trovata dalla parte di chi il lavoro lo dà.
Fortunatamente collaboro con una realtà editoriale attenta e saldamente improntata a un approccio trasparente ed eticamente corretto nei confronti di tutti i collaboratori. Un’isola felice.
Questo, però, non mi esime dal proteggere tutte le persone che entrano nel mio raggio d’azione – perché quando si può risparmiare fa comodo a tutti, anche ai più buoni, e il punto è che non è mai chiarissimo che il risparmio non può mai essere a spese del tempo degli altri…
La Guida mi aiuta a stare dalla parte dei più deboli, mi ricorda che ci sono stata anche io da quella parte, che comunque ci sono ancora, e che io per prima devo fare del mio meglio per cambiare le cose.
È un testo che fa parte della mia quotidianità. Ho il PDF, ma l’ho anche voluta cartacea e la tengo sulla scrivania. La consulto spesso… Quel dorso viola che sbuca tra le mie scartoffie mi fa sentire parte di una rete invisibile di legami, mi fa sentire vicina a tutti quelli che lavorano, come me, senza tutele.
Ma oggi sono io a poter e a dover tutelare gli altri, almeno provarci.
Ed è per questo che l’ho usata per stilare il tariffario della casa editrice per cui lavoro, e comunque sia continuo a sfogliarla ogni volta che contatto un collaboratore per una lavorazione. Ho imparato a non tralasciare mai di parlare del compenso e grazie alla Guida capisco meglio anche io che tipo di mansione sto assegnando. Provo, a modo mio, a spezzare la catena delle richieste impossibili, che – giuro, non credevo mi sarebbe mai capitato – a volte si presentano pure nei miei pensieri.
Un’amica carissima un giorno mi ha detto che quando contratta il suo compenso non lo sta facendo solo per sé ma anche per chi verrà dopo. Ecco, oggi non mi nascondo più nella sabbia, e non voglio nemmeno diventare uno di quei vampiri che popolano il mondo dell’editoria. La Guida è il mio Van Helsing, mi ricorda chi non voglio diventare e come proteggere i miei compagni e le mie compagne di una Redazione virtuale di cui sento di far parte prima ancora della realtà editoriale con cui collaboro.