"Dica: no 33!": intervista a Fausto Raciti, segretario nazionale dei Giovani Democratici e candidato alla camera
6 Febbraio 2013 Acta informa, Lavoro, Previdenza
ACTA sottopone a tutti i candidati alle prossime elezioni politiche 5 punti programmatici per la valorizzazione del lavoro autonomo professionale e per una maggiore equità nei confronti delle nuove tipologie di lavoratori e chiede l’adesione alla campagna “Dica: no 33!”
ACTA : Negli ultimi anni la nostra contribuzione pensionistica è cresciuta dal 20% al 27%, con il contributo di tutti i governi. Sulla base della legge sul lavoro del 2012 dovrebbe aumentare ancora al 33%. Si impegna a fermare questo aumento?
Raciti: I Giovani Democratici e la coalizione Alta Partecipazione composta da oltre 50 associazioni si sono già battuti contro l’aumento dell’aliquota ottenendo il congelamento per il 2013. Nella prossima legislatura contiamo di bloccare l’aumento. Inoltre, proporremo di abbassare l’aliquota dei professionisti iscritti al fondo Inps gestione separata fino a equipararla a quella degli altri lavoratori autonomi (24%) e, per permettere a tutti loro di costruirsi una migliore futura pensione, proporremo di aumentare gradualmente la rivalsa (parte dei contributi dovuti dal committente) al 9% rendendola obbligatoria.
ACTA: A suo parere quale è o potrebbe essere il ruolo che del lavoro autonomo professionale per favorire il recupero di produttività? Abbiamo fatto delle proposte articolate per incentivare il lavoro professionale autonomo e il suo rafforzamento, affinché possa efficacemente garantire innovazione e flessibilità alle imprese. Quali tra di esse (regime fiscale agevolato per redditi sino a 70-80.000 euro; calcolo imposizione fiscale e anticipi sulla media dei tre anni, deducibilità spese formazione, trasferte e ammortamento accelerato prodotti tecnologici, eliminazione doppia contribuzione SRL e semplificazione burocrazia) condivide, e quali ritiene di appoggiare nella prossima legislatura, se sarà eletto? Quali non condivide e perché?
Raciti: La proposta di Statuto del Lavoro autonomo e professionale presentata dal Pd alla Camera dei deputati è il frutto dell’elaborazione e del percorso fatto, negli scorsi anni, dalle associazioni che hanno dato vita ad Alta Partecipazione. Noi c’impegneremo fortemente perché diventi legge dello Stato così da sostenere l’imprenditoria giovanile e femminile riducendo la burocrazia, aiutando l’avvio alla professione attraverso forme di finanziamento e un più facile accesso al credito, esentando i professionisti da Irap e Irpef nei primi 5 anni di attività, finanziandone la formazione, la ricerca, l’innovazione, proteggendoli dai ritardati pagamenti e reintroducendo e allargando il regime dei “contribuenti minimi”.
ACTA: Ritiene esista un problema di svalutazione dei compensi nel lavoro autonomo professionale? Concorda con le misure da noi proposte (salario minimo orario, tariffe eque per servizi professionali e regole sulle commesse pubbliche per salvaguardare equo compenso) per affrontare questo problema?
Raciti: Al momento non ritengo più praticabili vincoli tariffari superati anche per il mondo delle cosiddette professioni ordinistiche. Sempre nella nostra proposta di Statuto, ai lavoratori autonomi, ai professionisti che lavorano individualmente e agli iscritti alla gestione separata Inps prevediamo che siano garantiti, dalla legislazione e dalla contrattazione collettiva, compensi equi, tutele sociali universali e ammortizzatori in caso di perdita del lavoro. Inoltre, i lavoratori autonomi e i professionisti dovranno essere tali sul serio e non impiegati all’interno delle aziende per supplire a carenze di personale dipendente. Anche sulla regolazione delle commesse pubbliche il PD ha già ottenuto alcuni risultati importanti resi, poi, meno efficaci dai Governi Berlusconi e Monti. Da tempo abbiamo lanciato proposte per rendere eque le commesse pubbliche e abbiamo anche proposto la Carta etica del lavoro per le pubbliche amministrazioni, uno strumento che affronta efficacemente il problema della trasparenza e dell’equità dei pagamenti pubblici e, quindi, ci impegneremo per farla approvare.
ACTA: E’ d’accordo sulla necessità di affrontare la situazione dei giovani e degli altri lavoratori che ricadono interamente nel sistema pensionistico contributivo, al fine di prevenire una diffusa situazione di povertà tra i futuri pensionati? E’ favorevole al recupero della finalità solidaristica delle pensioni, con l’introduzione di una pensione base (aggiuntiva a quella puramente contributiva) legata al numero degli anni lavorati, indipendentemente dai contributi versati e dalla tipologia di lavoro svolto? Eventualmente, quali altre misure intende proporre?
Raciti: Ritengo che a tutti i lavoratori vada garantita una pensione dignitosa da un sistema nazionale di protezione sociale a cui si possono aggiungere altri sistemi, come la previdenza integrativa, per rafforzare in modo individuale la solidarietà pubblica. Non credo sia giusto, ne ci siano le condizioni economiche, per reintrodurre meccanismi automatici svincolati dall’effettiva contribuzione. Si può, però, introdurre un sistema solidaristico di garanzia all’interno della previdenza pubblica che garantisca, soprattutto a chi ha avuto lunghi periodi di lavoro discontinuo o di lavoro scarsamente retribuito, un tetto minimo di pensione. Questo meccanismo andrebbe a vantaggio degli attuali lavoratori con una contribuzione debole o discontinua e dei giovani che, verosimilmente, si troveranno a fare i conti con un mercato del lavoro ancora incerto e discontinuo per diverso tempo. Questa norma di garanzia era stata inserita nell’accordo fatto con le parti sociali dal Governo Prodi e disatteso completamente dal successivo Governo Berlusconi. Noi ci batteremo perché quell’impegno torni all’ordine del giorno della politica e venga rispettato.
ACTA: E’ favorevole all’istituzione di una indennità di maternità universale nei casi in cui non sia prevista alcuna indennità o ad integrazione di indennità esistenti? Condivide la nostra richiesta di estendere ai padri professionisti l’accesso ai congedi parentali? Noi siamo insoddisfatti della copertura della malattia assicurata dall’INPS (indennità molto basse, necessità di rientrare in certi parametri di versamenti contributivi nel periodo precedente, massimali oltre i quali non si ha alcun diritto). Chiediamo di avere diritto ad una reale copertura della malattia, attraverso il mutualismo. Proponiamo la possibilità di sostituire l’obbligo di versamento all’INPS per malattia, con l’adesione ad una società di mutuo soccorso, mantenendone la totale deducibilità. Che ne pensa?
Raciti: Noi pensiamo a un’Italia più giusta dove le tutele sociali diventano diritti di cittadinanza dovuti a tutti i lavoratori, a prescindere dalla modalità con cui si lavora: a chi si ammala come a chi vuole fare un figlio, a chi subisce un infortunio sul lavoro e a chi vuole formarsi e aggiornarsi, a chi inizia un lavoro autonomo o professionale e investe proprie risorse, e a chi per farlo ha bisogno di accedere al credito. In questa Italia più giusta anche gli ammortizzatori sociali devono diventare universali estendendoli a tutti i lavoratori compresi tutti gli iscritti alla gestione separata Inps e, nelle casse previdenziali dei professionisti, si creerà un fondo interprofessionale per garantire anche a loro tutte le tutele sociali. Queste idee sono già proposte di legge concrete, realizzabili e con una copertura finanziaria definita e praticabile. Così come è già contenuto all’interno della proposta di Statuto del Lavoro autonomo e professionale il sostegno, anche con vantaggi fiscali, per la costituzione di forme solidaristiche di mutualità collettiva, come le società di mutuo soccorso.
3 Commenti
MAX
ReplyIMPORRE LA RIVALSA EQUIVALE A PORTARE IL CONTRIBUTO AL 33!!!!
Alliandre
ReplyLa rivalsa è indicata in fattura, e ci paghiamo sopra IVA e tasse, cosa crede Raciti, che venga pagata alla fonte dal committente? Qualcuno gli dia una scrollata!