Susanna Botta intervista Carlo Alberto Pratesi, candidato Lista Civica alla Regione Lazio
22 Febbraio 2013 Acta informa
ACTA: Nell’attuale situazione del mercato del lavoro noi riteniamo che molto possa essere fatto a livello locale a sostegno del lavoro autonomo professionale. ACTA ha messo a punto una serie di proposte, sulle quali vorremmo la sua opinione, in quanto candidato al governo regionale.
Per quanto riguarda la formazione, sarebbe favorevole a garantire alla nostra categoria l’accesso alla formazione finanziata, al pari di altre categorie di lavoratori, tramite voucher spendibili anche al di fuori del sistema di accreditamento e al di fuori dei confini regionali? Per garantire un uso efficiente delle risorse pubbliche noi proponiamo di trattare la formazione come una attività di investimento, ovvero di finanziare solo una parte della spesa formativa (per esempio, il 50%), lasciando a carico del singolo professionista la quota residu
Pratesi: Io mi sono candidato nella lista civica di Zingaretti proprio perché penso di poter portare, in Regione, l’esperienza che ho acquisito nel campo della didattica, della formazione e soprattutto del collegamento che è sempre necessario conservare tra il mondo dell’istruzione e il mondo del lavoro, non soltanto in una direzione, cioè giovani che devono entrare nel mondo del lavoro, ma anche lavoratori che devono nel tempo aggiornarsi grazie alla formazione. In tal senso le vostre proposte mi sembrano molto interessanti. In particolare, ritengo appropriato definire la formazione come “bene investimento”, un investimento sul futuro e sulla professionalità che, in quanto tale deve essere supportato e adeguatamente finanziato.
ACTA: È d’accordo sulla necessità di incentivare l’accesso al lavoro professionale in forma autonoma, ad esempio tramite voucher per l’utilizzo di strutture di coworking, o favorendo la formazione di aggregazioni tra professionisti? Avrebbe in mente altri incentivi da proporre?
Pratesi: Il coworking non è soltanto una soluzione logistica, ma è anche un modo di lavorare. Si è parlato molto, in passato, di lavoro a distanza, di telelavoro, quasi a pensare che le persone potessero stare a casa loro e svolgere la propria attività senza quasi incontrare gli altri. Nella realtà dei fatti, per un professionista, di qualunque età e di qualunque tipo di specializzazione, si è visto che questo lavorare in questo modo è poco efficace, perché le persone hanno bisogno di continui stimoli creativi, che nascono proprio dalla condivisione degli spazi lavorativi. Quindi credo che il coworking sia una soluzione eccellente non soltanto per lavorare più serenamente, ma anche per trasferire le conoscenze in maniera più efficace e creativa.
ACTA: Oggi nella quasi totalità dei bandi di gara emessi da enti pubblici, tra cui anche le università, non è consentita la partecipazione dei singoli lavoratori autonomi, ma soltanto di società, e questo costringe a rinunciare o a cercare l’intermediazione di agenzie e altri soggetti, con un inutile sovraccarico di costi per il committente e per il professionista:
Sarebbe favorevole a introdurre la possibilità di partecipazione anche per i singoli professionisti autonomi?
Sarebbe disponibile a lavorare alla definizione di compensi equi per i servizi professionali, analogamente a quanto si sta facendo con riferimento all’equo compenso dei giornalisti, chiamando al tavolo delle trattative anche le associazioni dei professionisti interessati?
Nella medesima ottica di equità e lotta alla precarietà reddituale, pensa di potersi impegnare a contrastare la logica del massimo ribasso nelle gare di appalto pubbliche, con la definizione di minimi che devono essere rispettati sia negli incarichi diretti sia nei subappalti?
Pratesi: Il sistema dei bandi, in particolare quelli al massimo ribasso, è un sistema che dà dei vantaggi in termini di costo ma che dà dei grandissimi svantaggi in termini, da un lato, di qualità del lavoro, e dall’altro in termini di tutela dei diritti dei lavoratori, perché molto spesso, per abbassare i costi, si va a danneggiare gli anelli più deboli della filiera, che sono i lavoratori, spesso giovani, che vengono sottopagati per svolgere attività che sono essenziali e andrebbero retribuiti in maniera più equa. Questo “corto circuito” va assolutamente interrotto, anche attraverso l’implementazione delle vostre proposte: in tal senso tutte le soluzioni che possono contribuire ad evitare che ciò si verifichi sono ben accette e mi impegnerò affinché la Regione possa vararle.