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Romano Calvo a confronto con il PD sul tema del lavoro autonomo

20 Ottobre 2009 Eventi, Lavoro

ACTA partecipa con Romano Calvo all’incontro sul lavoro autonomo organizzato dal PD, nell’ambito delle iniziative a favore di Ignazio Marino.

 

L’incontro si tiene oggi a Milano alle 18,30 in Via Casale 7 presso Indian Post.

 

Scarica il volantino della serata PD sul tema del Lavoro Autonomo

 

Leggi l’Intervento di Romano Calvo (.DOC in download), rappresentante di ACTA alla serata organizzata dal PD. Il documento si può visionare anche sul Canale Scribd di ACTA.

ACTA

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1 Commenti

  1. Anna Soru

    Reply

    Sono andata all’incontro, che è stato organizzato nella sala di un bar dai sostenitori di Ignazio Marino, per ascoltare.
    Tenterò una sintesi , anche se non ho preso appunti e quindi tralascerò probabilmente qualcosa di importante.
    Due giovani donne avvocato hanno preso posizione contro la proposta Alfano che prevede la cancellazione dalla cassa e dall’ordine degli avvocati di chi avrà un fatturato inferiore ad una certa cifra (ancora da definire), perché introdurrebbe una discriminazione a svantaggio dei più deboli, cacciando dalla professione chi comunque non ha altre professionalità per ricollocarsi sul mercato del lavoro.
    Un intervento ha tuttavia ricordato l’elevata evasione fiscale dei professionisti e come tale misura potrebbe stimolare l’uscita dal nero.
    Un altro ha fornito alcuni numeri (non citando la fonte) sulla consistenza dei professionisti autonomi, distinguendo tra ordinisti e non e sostenendo che questi ultimi sono più numerosi. Ha anche evidenziato il permanere , entro le professioni ordiniste , di alcune norme paradossali (ad esempio se un farmacista muore e la moglie è incinta, la licenza resta congelata a favore dell’embrione sino a quanto il nascituro avrà 35 anni)
    Sarfatti ha ampiamente citato Sergio Bologna, l’unico che ha saputo descrivere le caratteristiche e i problemi dei nuovi lavoratori autonomi e le difficoltà di essere rappresentati, ed ha sottolineato come (sempre secondo Sergio) questo mondo deve costruire la propria rappresentanza.
    Romano Calvo ha avuto a questo punto buon gioco a sostenere che con ACTA stiamo appunto costruendo la nostra rappresentanza. Ha ricordato l’onerosità dei versamenti inps, ha rivendicato il diritto ad una scelta autonoma e ha perorato l’idea di un welfare che copra le situazioni di povertà di tutti i cittadini. Ha sottolineato che noi poniamo delle richieste ai politici, a cui chiediamo risposte, che al momento non sono arrivate.
    Una signora ha ricordato i problemi delle donne, più spesso precarie, caricate dei compiti di cura e con carriere bloccate, ma senza focalizzare le specificità delle lavoratrici autonome.
    Una grafica ha riportato la sua esperienza di partita iva “obbligata”: dopo la nascita primo figlio ha lasciato lavoro dipendente dove era stata “punita” per la maternità. Lavora dunque con partita Iva, ma con scarso potere contrattuale. D’altra parte un po’ tutta l’editoria si basa sullo sfruttamento di lavoratori ad alta qualifica, cui riconosce remunerazioni irrisorie (anche 400 euro per lavori a tempo pieno).
    Un giovane ingegnere ha criticato gli esami di stato, perchè non sono uguali in tutta Italia (ha citato il caso Gelmini) e perché in qualche caso sono stati resi particolarmente difficili solo per cercare di bloccare l’ingresso dei più giovani.
    Un imprenditore ha denunciato gli elevati costi di avvio di impresa e la farraginosità e l’onerosità di normative sulla sicurezza anche laddove sono inutili (piccola impresa del terziario che come macchinari ha solo un piccolo server), ma qui si sono scatenate alcune reazioni di chi ritiene comunque sacrosanta ogni norma sulla sicurezza.
    Infine il barista che è anche un fotografo con curriculum professionale di alto livello ha dichiarato che accetta di lavorare come fotografo solo se il compenso è congruo con la sua professionalità, altrimenti preferisce fare lavori diversi in cui è pagato meglio o in cui non è richiesta la sua competenza. Ha denunciato che chi accetta di mettere a disposizione la sua professionalità per 400 euro al mese , non solo si svende, ma rovina il mercato.
    Prime conclusioni: è apprezzabile questa nuova disponibilità all’ascolto. Permangono alcuni stereotipi (l’evasione fiscale è sempre abbinata al lavoro autonomo, l’ordine professionale come creatore di posizioni di rendita) e semplificazioni (si mettono insieme tutti i lavoratori autonomi), o , al contrario, si fatica ad uscire da un’osservazione centrata su una singola specifica professione. E’ percepita con chiarezza la mancanza di un’adeguata riflessione sul nuovo lavoro autonomo e infatti Bologna è stato ripetutamente citato. Sono state colte soprattutto alcune difficoltà legate al welfare, forse molto meno le difficoltà legate al fisco e al peggioramento della situazione di mercato un po’ per tutte le professioni intellettuali, ordinistiche e non.
    PS
    Spero che il barista-fotografo, che interpellato ha dato una prima disponibilità, intervenga al nostro prossimo seminario del 17 novembre su “Lavorare a che prezzo? Il valore del lavoro intellettuale.”

    21 Ott 2009

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Romano Calvo a confronto con il PD sul tema del lavoro autonomo

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