Che cosa accade se si salta un pagamento INPS?
19 Luglio 2010 Diritti, News, Previdenza, Vita da freelance
Mentre si discute sulle proposte di aumento dei contributi, in attesa di un’estate “calda” per i professionisti autonomi che prima di decidere se e dove andare in vacanza devono capire quanti soldi hanno in Cassa, vorrei parlare delle conseguenze dei continui aumenti già avvenuti negli ultimi anni, che stanno portando un numero crescente di professionisti autonomi a saltare i pagamenti INPS.
Nel mio caso per esempio, ho registrato negli anni alti e bassi di reddito, con balzi in giù o in su del 50 o del 100%, e una forte discontinuità nei pagamenti, per esempio molte aziende regolano i conti a dicembre, con la chiusura della contabilità annuale, a settembre e ottobre sono così più lenti, mentre in molti casi luglio e agosto si ferma tutto… Risultato? Alcuni pagamenti delle rate INPS del 2009 sono saltati. Ricordo soltanto che bastano 30.000 euro lordi per dover pagare circa 8.000 euro di Previdenza, dei quali circa 1.500 euro tra agosto e dicembre, in periodi appunto dove regna la discontinuità dei pagamenti da parte dei clienti.
Ma che cosa accade se saltate un pagamento INPS? Ecco la risposta:
- vi viene data una multa del 75% dell’importo;
- le multe sono soldi “persi”, non vanno a integrare il vostro montante contributivo (ovvero la vostra pensione);
- prima di prendere la multa non posso ottenere una dilazione dei pagamenti, dopo la multa si può.
Considerando il fatto che la Previdenza dovrebbe essere qualcosa che permette al lavoratore di vivere meglio e di garantirsi un futuro, cosa succede quando questa diventa il principale ostacolo alla sussistenza nel presente e, soprattutto, non più conveniente dal punto di vista economico? E’ in linea con i principi di costituzionalità del nostro ordinamento giuridico? Ho molti dubbi. L’INPS non è una tassa, ma un Fondo in cui io verso parte del mio patrimonio per garantirmi un servizio e, in nome del principio di solidarietà, anche agli altri cittadini. Non dovrebbe mettermi in difficoltà, bensì aiutarmi. Troppo semplice come lettura del problema?
Credo che come ACTA dovremmo, se possibile, verificare quanti sono i pagamenti arretrati alla Gestione Separata INPS, ovvero quanti professionisti autonomi oggi sono in difficoltà, e proprio “grazie” al sistema di PRevidenza sociale. Sarebbe utile per stimare la dimensione del fenomeno. Se desiderate, potete scrivere e segnalare il vostro caso, in modo si possa cominciare capire la portata del problema. Grazie.
3 Commenti
Guido
Reply2 anni fa ho dovuto chiedere un finanziamento alla banca di 12500 euro per pagare l’inps arretrati. l’anno scorso ho guadagnato di meno ed è andata bene, quest’anno ricomincia il delirio, 5000 euro e sono di nuovo in rosso in banca.
Antonio
ReplyNel 2004 ho avviato attività da lavoratore autonomo con regime fiscale agevolato (388/2000), producendo un reddito di poco più di 8000 euro. Ho erroneamente creduto che potessi scegliere o meno di versare i contributi… sta di fatto che ho ricevuto dopo 5 anni una richiesta di pagamento dei contributi pari al 17,8% più una sanzione quasi equivalente all’ammontare dei contributi.
Ulderico
ReplyAntonio non sei solo – oggi ho ricevuto una lettera dall’INPS che vuole oltre 4000 euro per il periodo semestrale cinque anni fa. Pure io ero lavoratore autonomo e dalla commercialista avevo capito che non era necessario pagarlo. Tasse+INPS ammontano ad oltre il 50% del mio reddito lordo, ma dico sono livelli da paesi come l’Olanda? Neanche guadagnavo tanto, a malapena quanto bastava per campare in una casa senza affitto. Ma in Italia come si può vivere? Non c’è un periodo limite per il pagamento INPS? Non è facoltativo? In Inghilterra sì, puoi scegliere di non pagarlo se non vuoi la loro pensione. E poi mi sembra una gran bella coincidenza che l’INPS aspetta cinque anni per massimizzare gli interessi quando poteva benissimo mandarmi la stessa lettera entro un anno del semestre in questione.