ACTA al Riot Village: un dibattito produttivo
Due giorni fa (il 30 luglio) ero a Santa Cesarea Terme, per partecipare a un dibattito al Riot Village – Il campeggio Studentesco, organizzato da nove anni dalla Rete della Conoscenza, da studenti per studenti. Guido Cioni ha invitato ACTA a un dibattito su “Subalternità e rappresentanza”. Oltre ad ACTA, c’erano Giso Amendola (Università di Salerno), Michele De Palma (FIOM) e Salvatore Arnesano (CGIL di Lecce).
Difficilmente trovo il tempo e la volontà di raccontare o analizzare le partecipazioni ai dibattiti, ma faccio un’eccezione perché stavolta l’esperienza è stata molto diversa dal solito. Provo a spiegarmi: di solito, ACTA viene invitata ai dibattiti per offrire l’ottica dei lavoratori indipendenti, ma in realtà ci ritroviamo a dover ricordare, aggiungendolo ad un quadro organico già delineato, l’esistenza di un pezzo di mondo del lavoro, che è quello dei freelance, in genere del tutto ignorato o trascurato dalle analisi finché non ce lo inseriamo noi. Le associazioni e i movimenti, all’insegna del politicamente corretto, fanno analisi e proposte di base, e poi però invitano un freelance per aggiungere la voce dei freelance, una donna per aggiungere la voce delle donne, magari poi un immigrato per dar voce agli immigrati, e così via.
Stavolta era diverso. Non serviva ACTA per ricordare che esiste questa parte del mondo del lavoro. Era già terreno comune. Che sollievo partecipare a un confronto senza dover ripartire dalle basi! Senza l’obbligo di aggiungere realismo ad una analisi ridotta a pochi termini semplicistici o ideologici. Per una volta non mi sentivo la Pesce fuor d’acqua (scusate la battuta idiota), bensì in compagnia di persone intelligenti, che hanno molto riflettuto e che si confrontano abitualmente, senza timore di perdere le proprie certezze. Mi hanno sollecitato riflessioni (cosa niente affatto abituale nei dibattiti politici). Ho preso appunti. E non mi sono annoiata. Tutt’altro. È stato interessante scoprire che avevo accanto interlocutori con i quali almeno l’analisi di fondo era condivisa. E la sensazione netta del rispetto per il percorso di ACTA, per la sua autonomia, la sua capacità di analisi e anche quella di proporre strade e battaglie non omologate. Alcune parole d’ordine erano comuni. Non tutte, certo (per fortuna, tanto più dopo aver sottolineato la differenza che caratterizza ormai da anni l’economia post-fordista, sarebbe ben triste se la pensassimo uguale su tutto).
Non sintetizzo qui tre ore di dibattito in poche parole. Non avrebbe senso e non ne sarei capace. Ci tenevo però a sottolineare che ne sono uscita più ottimista sul futuro. E questo, per un movimento di giovani, come la Rete della Conoscenza, mi pare un risultato indispensabile ma non scontato. Ringrazio quindi sia Guido (e la Rete), per aver organizzato l’incontro, sia Michele, Giso e Salvatore per lo scambio. Le nostre strade si incroceranno di nuovo in futuro.