Il diritto alla pensione non è uguale per tutti. Ape non sanerà le iniquità
3 Giugno 2016 Previdenza
Le regole per il pensionamento sono cambiate, ma il sistema resta frammentato e decisamente opaco. Tra le pieghe di oscure norme sopravvivono nicchie di privilegio, mentre tutte le norme generali escludono da diritti basilari gli iscritti alla gestione separata. Qualche confronto rende conto dell’iniquità del nostro sistema pensionistico non solo nei confronti delle nuove generazioni, ma anche all’interno della stessa generazione.
3 donne, 3 situazioni molto diverse
Luisa, che lavorava in un’azienda editoriale, è andata in pensione nel 2015 a 58 anni. Grazie ad una norma del il settore poligrafico , 35 anni di contributi (raggiunti con il riscatto della laurea) sono stati sufficienti al pensionamento, con una pensione calcolata quasi totalmente con criterio retributivo.
Emilia, dipendente privata, è andata in pensione nel 2015, sempre a 58 anni, utilizzando l’opzione donna, che con 35 anni di contributi (anche qui raggiunti con il riscatto della laurea) ha permesso il pensionamento, ma con una pensione interamente calcolata con il sistema contributivo. L’opzione donna è stata sfruttata anche da tante altre donne del settore pubblico e privato, oltre che da lavoratrici autonome tradizionali (artigiane e commercianti).
La nostra socia Erica (nella foto) invece ha 67 anni, lavora da 41 anni e non può ancora andare in pensione. Erica è una professionista iscritta alla gestione separata ed è penalizzata rispetto alle sue coetanee, perché:
|
Insomma le coetanee di Erica, dipendenti o commercianti o artigiane, sono ormai tutte in pensione da un decennio! E con una pensione retributiva. Erica dovrà aspettare ancora…
Perché così tardi?
Perché prima del 1995 non esisteva la gestione separata, ed Erica, pur lavorando con partita Iva e pagando le tasse dal 1975 non ha potuto versare i contributi per ben 21 anni. Né può riscattare questo lungo periodo. La sua contribuzione copre perciò solo i 20 anni passati dal 1996, insufficienti per accedere alla pensione di anzianità (o anticipata), ed insufficienti anche per accedere alla pensione di vecchiaia, nonostante abbia i requisiti di età. Infatti una clausola impedisce il pensionamento a chi non ha maturato una pensione pari a 1,5 volte l’assegno sociale. E la pensione maturata da Erica è inferiore ai 672 euro. Una situazione paradossale, che non sarà sanata neppure con le nuove misure in programma.
Un nuovo intervento per le pensioni
Se ne parla da tempo ed è stato annunciato dal Governo. Ancora una volta sarà un intervento a favore di pensionati e pensionandi regolati con il sistema retributivo. Totalmente ignorati i giovani e tutti coloro che rientrano esclusivamente nel sistema contributivo. Eppure è noto che questi ultimi avranno un trattamento molto meno generoso. Un modo per evidenziare la differenza è ricalcolare un’attuale pensione retributiva con il metodo contributivo: il ridimensionamento in genere supera il 40%! Lo schema successivo evidenzia che la disparità di trattamento nelle condizioni per il pensionamento, le misure previste e quelle proposte da ACTA , contenute nella memoria presentata da Acta alla Commissione Lavoro al Senato, che mirano ad assicurare una pensione dignitosa a tutti coloro che percepiranno una pensione contributiva.
Condizioni di pensionamento per retributivi |
Interventi previsti per retributivi |
Condizioni di pensionamento per contributivi |
Proposte ACTA |
Pensione minima Hanno una pensione minima, ovvero se non hanno maturato una pensione pari a una certa somma (501,89 nel 2016), hanno diritto ad una integrazione da parte dell’INPS | Bonus di 80 euro in aggiunta a pensione minima | Pensione minima Non avranno nessuna pensione minima. La pensione sarà quella maturata con il sistema contributivo, anche se questa fosse inferiore a 200 euro, non è prevista alcuna integrazione. | Una pensione minima, equiparata all’assegno sociale, a tutti i lavoratori con una storia contributiva di 15-20 anni di versamenti (in qualunque gestione previdenziale, anche intermittente e frammentata tra diverse gestioni), aggiuntiva rispetto a quanto calcolato con il sistema contributivo. |
Pensione vecchiaia 66 anni e 7 mesi di età | Nuove norme in discussione per anticipare la pensione di vecchiaia di qualche anno (a.pe.) | Pensione vecchiaia 66 anni e 7 mesi di età.Pensione deve essere superiore a 1,5 volte assegno sociale (quest’ultimo è 448,07 euro nel 2016), altrimenti età 70 anni.Più la tua pensione è povera e più tardi vai in pensione!!!! | La piena portabilità del credito pensionistico. L’eliminazione del vincolo che subordina l’accesso al trattamento pensionistico alla maturazione di una pensione pari a 1,5 volte l’ammontare dell’assegno sociale. |
Pensione anticipata 42 anni e 10 mesi di contributi(41 anni e 10 mesi di contributi per le donne)Norme speciali per esodati (settima salvaguardia con legge stabilità 2016) | Nuove norme faciliterebbero il riscatto anni di laurea | Pensione anticipata 42 anni e 10 mesi di contributi(41 anni e 10 mesi di contributi per le donne)Di fatto impossibile per attuali 50-60-enni che sono sempre stati freelance, perché non possono riscattare anni di lavoro in cui non esisteva cassa, né anni di laurea Non puoi essere esodato, se sei disoccupato sono affari tuoi!Non hai diritto né a sussidio di disoccupazione né a pensione. | La possibilità per tutti gli iscritti alla gestione separata di riscattare gli anni lavorati quando non esisteva un obbligo contributivo, oltre che gli anni di laurea. |
Se consideriamo chi è autonomo, va ricordato che esiste contribuzione figurativa solo in caso di gravidanza, non in caso di malattia e disoccupazione. | La copertura pensionistica figurativa dei periodi di non lavoro per malattia. |