Un freelance per molti lavori. Intervista a uno slash worker
20 Settembre 2018 Vita da freelance
Secondo l’indagine I-WIRE, svolta in collaborazione con Acta, una buona parte dei freelance italiani è composta da slash workers, cioè lavoratori indipendenti che svolgono più professioni. Spesso sono professioni abbastanza simili, a volte invece sono completamente diverse l’una dall’altra. Allo stesso modo, ogni slash worker è diverso dall’altro: Dario Maggiore, per esempio, è un illustratore, un grafico, un organizzatore di festival – è stato anche un corriere, un commesso notturno e molto altro.
Ciao Dario! Tu come sei diventato uno slash worker? Quali sono i tuoi impieghi?
Quando sono rimasto a casa dal lavoro, nel 2013, ero in attesa che i miei due figli (gemelli) nascessero. Ho deciso insieme a mia moglie di prendermi un anno o poco più per cercare di entrare nel giro lavorativo come libero professionista e per dedicare tempo a due bimbi che, sulla carta, non sarebbe stato facile gestire. Al contrario di quanto pensassimo, gestire insieme due figli della stessa età non è poi così difficile – ma entrare in un giro florido di opportunità di lavoro come quello dell’illustrazione e la grafica invece sì, per me è stato ed è tutt’ora molto complicato. Oltre a fare l’illustratore e il grafico per piccoli clienti e aziende, negli anni ho svolto lavori più disparati, dal magazziniere al corriere, al designer per brand di lusso al commesso in un supermercato notturno. Di base però ora mi occupo di Filler, una convention di illustrazione/arte/autoproduzioni legate al circuito punk che ho messo in piedi nel 2014. Da allora, io e un piccolo gruppo di collaboratori abbiamo organizzato 7 edizioni, riscuotendo sempre più successo e portando Filler ad essere considerata una delle più belle fiere d’arte indipendente della penisola. Io mi occupo della direzione artistica dell’evento, dalla selezione degli artisti all’approvazione dei contenuti come workshops, mostre e presentazioni. È una cosa che prende parecchio tempo, se consideriamo che Filler si svolge due volte l’anno.
Sei soddisfatto della vita da slash worker?
No. Niente affatto. Sebbene mi piaccia la dinamicità, per uno come me fare più lavori è debilitante sia dal punto di vista fisico che mentale.
Fisico: orari più disparati devono combaciare con un secondo lavoro (se non un terzo) e con una vita famigliare impegnativa. I miei figli ora hanno 5 anni e necessitano di molte attenzioni, sia quando sei con loro che quando non ci sei. Mia moglie, fortunatamente non è una slash worker e ha un lavoro full-time, che ci permette di stare lievemente più sereni ma che la impegna tutto il giorno. Questo fa di me un lavoratore doppio ma anche full-time parent. Non avendo nonni disponibili i bimbi ce li siamo sempre gestiti facendo salti mortali con gli orari di lavoro. Nel periodo in cui ho lavorato nel supermercato notturno, sono invecchiato fisicamente di 8 anni nel giro di 10 mesi. Gonfio di stress e di una vita completamente sballata dal punto di vista biologico.
Mentale: non riposi mai. Hai sempre qualcosa per cui preoccuparti.
In conclusione, se avessi 25 anni e non fossi papà lo farei ad occhi chiusi, senza alcun tipo di problema. Ora ne ho 37 e devo fare i conti con parecchie cose.
Riscontri particolari difficoltà dal punto di vista personale o burocratico/fiscale?
Dal punto di vista personale ho detto tutto, a parte che cambiare sempre tipologia di lavoro o società non ti permette di crescere e di evolvere la tua figura lavorativa.
Questo alla lunga può essere frustrante. Indubbiamente bisogna essere ossi duri, ma la maggior parte degli slash workers sono sia ossi duri che incredibili sognatori/romantici. Dal punto di vista burocratico e fiscale, dipende. Se hai un buon commercialista che oltre a sbrigare faccende ti sa anche consigliare sei fortunato. Per quel che mi riguarda, non sono molto ferrato in materia e spesso ho difficoltà a capire le dinamiche burocratico/fiscali (che tra l’altro sono spesso soggette a modifiche ed evoluzioni sempre diverse e nuove), perciò per uno come me non è per niente facile. Mi auguro sempre di stare sufficientemente attento da accorgermi se qualcosa non va nei conti e che il mio commercialista faccia quello che deve senza incappare in stupidi errori!
Per i freelance, anche dalla professionalità più lineare, a volte è difficile spiegare il proprio lavoro, soprattutto a chi non è un lavoratore indipendente. Tu come te la cavi?
Bene. Gli dico che disegno e che organizzo eventi. La maggior parte delle volte alla gente non interessa, quindi mi rispondono semplicemente con un “Ah! Bello!” Se poi mi chiedono dettagli spiego a seconda della situazione, ma solitamente son conversazioni dalla vita molto breve…