Per un welfare all’altezza dei tempi
Acta ha presentato alla Camera dei deputati la sua proposta per un welfare veramente inclusivo
Il 28 ottobre 2020 Anna Soru ha presentato alla Commissione lavoro della Camera dei deputati la proposta di Acta per estendere la copertura di genitorialità, malattia e riduzione del reddito a chi ne è ancora escluso.
La situazione
Nel bel mezzo dell’emergenza pandemica il governo ha introdotto misure che hanno risposto in maniera sufficiente, almeno sulla carta, ai bisogni più urgenti dei lavoratori dipendenti; ma il lavoro autonomo e le altre forme di lavoro flessibile, saltuario e occasionale sono rimasti in molti casi privi di tutele adeguate.
Acta è abituata a tenere lo sguardo lungo, dunque la nostra proposta mira a correggere alcune mancanze strutturali del nostro sistema di protezione sociale, che erano presenti anche prima della pandemia:
- Mancano misure di sostegno al reddito per i lavoratori non dipendenti (unica eccezione la dis-coll, applicabile esclusivamente ai collaboratori coordinati e continuativi che abbiano perduto il proprio committente).
- È difficile garantire la continuità delle tutele (come malattia e maternità, quando ci sono) nelle sempre più frequenti situazioni di discontinuità lavorativa e contrattuale.
- È impossibile assicurare piena tutela ai lavoratori impegnati in più lavori che prevedono versamenti a casse previdenziali diverse. In queste situazioni, il lavoratore, anche quando esiste un’indennità, può accedervi solo con una gestione e avrà il rischio di non raggiungere il minimo contributivo in nessuna gestione.
- Esistono, e non sono pochi, lavoratori che operano con modalità contrattuali non coperte da alcuna protezione, in quanto classificate come non lavorative: regime di diritto d’autore, collaborazione occasionale, tirocini d’inserimento lavorativo. L’assenza di contributi è uno degli elementi che ha favorito la diffusione e l’abuso di tali forme contrattuali, configurandole spesso come nuove forme di sfruttamento.
La proposta di Acta
La nostra proposta prevede l’istituzione presso l’Inps di un fondo assicurativo obbligatorio, rivolto a tutti i lavoratori per le prestazioni non dipendenti e non soggette ad obbligo assicurativo presso altre casse, a copertura di genitorialità, malattia grave e riduzione involontaria del reddito. L’iscrizione al fondo accende un rapporto assicurativo-previdenziale che garantisce a tutti coloro che partecipano la possibilità di accedere a un’indennità.
La novità più importante è l’implementazione di forme di tutela previdenziale, che possano incontrare le esigenze anche di chi lavora in autonomia, per i medesimi rischi da cui sono protetti i lavoratori dipendenti.
Ciò significa prevedere anche una tutela in caso di calo di reddito involontario, non essendo in genere possibile identificare in maniera inequivocabile il passaggio tra occupato e disoccupato. Nella maggior parte dei casi si assiste alla perdita di clienti o commesse importanti che comportano un calo significativo dell’attività, ma non il blocco totale (e comunque non l’immediata chiusura della partita Iva, rinviata nella speranza di far ripartire il lavoro).
Per un welfare che non lasci indietro nessuno
In poche parole in questo modo si potrebbe creare un sistema di welfare: estensivo delle tutele, inclusivo rispetto a modalità contrattuali vecchie e nuove che sfuggono a contribuzione, omogeneo e coerente con la fluidità dei lavori, semplice da applicare e da comunicare a chi lavora, incentivante per stimolare a uscire dal nero. Un welfare all’altezza dei tempi.
Per chi volesse approfondire, sono disponibili la memoria completa depositata alla Camera e le slide riassuntive.