Rest in Power, Francesca
28 Aprile 2021 Malattia, News, Vita da freelance
Francesca Pesce non c’è più, fino alla fine ha cercato di vivere in maniera piena, ma ultimamente la sua voglia di vivere non era sufficiente. Riusciva a scherzare su tutto, aveva pensato a un Di-Party, chissà cosa aveva in mente.
In Acta lei si definiva con autoironia MVP – Meravigliosa Vice Presidente – ed è così che vogliamo ricordarla.
Come una grande lottatrice che metteva sempre davanti l’interesse collettivo. Come una potenza, che smuoveva tutto e tutti intorno a sé. Come una scia luminosa che continua, come un raggio di luce.
Francesca valutava, studiava, ascoltava. E poi, apparentemente senza un piano preciso, agiva. Incurante delle convenzioni, in modo diretto ma senza eccessi e con grandissima concretezza. A quel punto, come per magia, tutte le maglie della rete di contatti che aveva creato e che sembrava un ammasso informe si districavano, svelando un meraviglioso motivo.
Nel suo profilo per Acta scriveva “La mia essenza? Radici forti nella mia città, Roma, per creare ponti e reti con il resto del mondo”.
Quando doveva fare il vaccino ha scoperto che i malati di tumore non sono considerati fragili, perché molti sono guariti e gli archivi disponibili non permettono di distinguere. Alla domanda su cosa dovesse fare per essere vaccinata, ha risposto “Nel mio caso non è un problema, sono anche diabetica. Ma il punto è che devo capire come fare affinché anche tutti gli altri oncologici possano accedere.”
Da quando si era ammalata di tumore al pancreas, abbiamo ammirato la sua capacità di vivere al presente, di godere di ciò che aveva, di raccontare quello che stava vivendo. Era di compagnia e divertente anche quando la sua salute andava rapidamente peggiorando. Una volta ha portato la classe di suo figlio in gita a Napoli, a mangiare in un ristorante di donne Rom a Scampia, chissà come l’hanno presa le altre mamme…
L’impegno, la generosità, l’intelligenza e l’autonomia intellettuale facevano parte del suo modo di essere, che si occupasse di donne, di migranti a Baobab, di pazienti oncologici con Codice Viola, di lavoro in Acta.
Per darle voce e silenzio, la vogliamo ricordare anche con queste parole di Grace Paley:
“Qualunque donna scriva in questi anni si è dovuta bagnare nell’ondata femminista. Non importa cosa ne pensi, e neppure se vi nuoti valorosamente contro: quell’ondata l’ha sostenuta – con il suo slancio, il suo rumore, la sua salinità.”
La Francesca attivista era proprio come quell’ondata. Anche se le argomentavi contro, era un sostegno, con il suo slancio, il suo rumore, la sua salinità.
4 Commenti
Piero Rivizzigno
ReplyConosco Francesca dal Novembre 2018. Primo incontro a Rozzano in un evento in occasione della Giornata Mondiale del Tumore del Pancreas. La rincontro a Milano nel 2019 e poi subito dopo a Roma ad Aprile 2019. Da allora ci siamo sentiti ogni giorno, l’ultima volta lunedì via messaggio whatsapp. In questi due anni è stata un riferimento solido e senza fronzoli nella comunità del tumore del pancreas per pazienti e loro familiari. Il tratto che ha lasciato nella nostra comunità è quello della sua naturale generosità. Lei malata di cancro, e per giunta di un cancro tra i più perniciosi, si è fatta carico dei problemi degli altri, trascurando a volta i suoi di problemi. Lo ha fatto stando lontana dai luoghi comuni, il paziente guerriero, o da approcci di autocommiserazione, proprio a me doveva capitare, cosa ho fatto di male per meritarmi questo. L’ironia e l’autoironia sono sempre state alcune delle cifre del suo modo porsi verso gli altri. So bene che nessuno è indispensabile ma ci sono dei vuoti che è più difficile colmare
Angela Iacopetta
ReplyGrazie Francesca. E’ stato un piacere condividere con te un pezzo di strada.
Le mie più sentite condoglianze ai tuoi cari.
Pierpaolo Manca
ReplyTi ho seguita e ascoltata. Mi hai dato coraggio. Riposa in pace
wilma peruzzi
Replysolo oggi ho saputo da una collega che Francesca ci ha lasciati. >Proprio oggi, il giorno del suo compleanno! Sono profondamente addolorata. Francesca, tu eri una forza della natura, una combattente coraggiosa, una donna anticonvenzionale, diretta, con il simbolo del femminismo sempre in bella vista sul petto.
Riposa in pace, Francesca e perdonami per non essermi fatta viva finché era possibile. Ma nonsapevo assolutamente nulla della tua malattia….