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Martina e la sua storia di malattia e invalidità da freelance

16 Gennaio 2023 Malattia, Vita da freelance

Questo articolo nasce da un’esigenza: quella di parlare a nome di tutti i pazienti oncologici che non sono stati aiutati quando ne avrebbero avuto tutto il diritto. Grazie ACTA per darmi la possibilità di farlo.

Mi chiamo Martina, ho 29 anni e nove mesi fa mi è stato diagnosticato un tumore al seno.
A seguito dell’operazione, l’equipe di medici che mi segue mi ha presentato le terapie che avrei dovuto seguire per ridurre al minimo il rischio di recidiva. Pacchetto completo: chemioterapia, monoclonale, radioterapia e terapia ormonale.

Facendo parte del meraviglioso mondo delle partite iva, nonostante tutto quello che mi stava succedendo, ho dovuto continuare a lavorare. All’inizio è stato abbastanza semplice, ero ancora in forze.
Ma con il passare del tempo e con l’accumularsi di farmaci, la stanchezza ha avuto il sopravvento.
Mettiamoci anche mio figlio, che all’inizio della chemioterapia aveva nove mesi.

Una sera parlando con mio zio, mi dice che sicuramente ho qualche diritto in merito alla mia situazione e mi suggerisce di chiamare l’INPS.
Provi a sentire con il CAF se può aprire la pratica per richiedere l’invalidità”.
Chiamo il patronato, prendo appuntamento e apro la mia pratica per l’invalidità.
“Adesso Martina le strade sono due: o ti chiamano a visita oppure ti richiedono tutta la documentazione sanitaria necessaria. Ci possono volere settimane o anche mesi”. Rincuorante.

Ma non ho alternativa e allora aspetto, e nel frattempo continuo a lavorare e a fare le terapie.
Ovviamente perdo anche dei lavori per fare le terapie.
Dopo più di un mese mi chiamano e mi dicono che non sarò soggetta alla visita, ma solo di portare tutta la documentazione. Mi sarebbe arrivata a casa una raccomandata con il responso.
Passano altre settimane e mi arriva la raccomandata: 80% di invalidità + richiesta di compilare il modulo per un aiuto economico. Mi avventuro nei meandri del sito dell’INPS per compilare questo modulo, lo invio.

Risultato?
Dopo sei mesi di peripezie la mia richiesta viene respinta.
Nel 2021 ho guadagnato più di 8.000 € quindi non ho diritto a ricevere nessun aiuto economico.
La partita iva l’ho aperta da appena più di un anno e quindi non ho abbastanza contributi per ricevere un aiuto.

È giusto? NO.
Nessuno, se non chi lo ha passato o la sta passando, può capire cosa vuol dire lottare contro un tumore.
Non ci sono solo le terapie, ma è indispensabile avere un supporto psicologico e cure palliative. E tutto questo richiede tempo. Tempo che non può essere dedicato al lavoro ma deve essere dedicato alla guarigione.

Ed è per questo che è necessario un aiuto.

Aiuto.

ACTA

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2 Commenti

  1. Cettina

    Reply

    Ciao Martina,
    si io ti posso capire, perché ci sono appena passata. Mi è stato diagnosticato circa 1 anno fa un tumore al seno e nel giro di qualche mese sono stata operata e ho dovuto affrontare radioterapia e terapia ormonale, per fortuna ho evitato la chemio. Io sto affrontando questa cosa a 55 anni, le mie figlie sono abbastanza grandi ma emotivamente è stato comunque molto difficile. Sono un grafico freelance e a causa di questo difficilissimo periodo ho comunque perso un po’ di lavoro e soprattutto la forza di continuare in un momento economico già molto precario.
    Ho fatto varie peripezie per informarmi, telefonato a INPS e commercialista ecc. Nel dedalo della ricerca di queste informazioni sono riuscita a presentare tramite il portale dell’INPS la domanda per il ricovero e poi la malattia, non è che ci ho capito molto ma ci ho provato e avendo una p.IVA da molti anni ho ricevuto un rimborso ma davvero poca cosa.
    Non mi hanno ancora riconosciuto i 20 giorni di radioterapia che ho finito questa estate.
    Ma come dici tu la cosa più difficile è avere un supporto psicologico per non precipitare, chi non ci passa non lo può capire, la stanchezza e i vari disturbi causati dalle terapie.
    Io sono stata aiutata dalla mia famiglia, sia psicologicamente sia economicamente, senza la quale non sarei riemersa e ho combattuto per le mie figlie e per me stessa.
    Tieni duro e non ti arrendere, io sono cambiata molto dopo questa esperienza, la paura poi non ti abbandona perché nessuno ti può dare garanzie, l’importante però è volerti bene.
    Certo è che tutto questo è scandaloso, ho una partita iva da oltre 20 anni e aldilà di quanto uno versa di contributi ci dovrebbe essere un minimo di tutela per queste situazioni così gravi.
    Un in bocca al lupo a te e a tutte quelle persone che come noi stanno combattendo!
    Cettina

    18 Gen 2023
  2. Maura

    Reply

    Ciao Martina , sono la mamma di una ragazza che lavora in partita iva e che ha vissuto una dolorosissima esperienza di malattia con suo padre . Non so cosa dire delle vicissitudini che hai dovuto passare con inps ma vorrei solo esserti vicina in questo frangente
    Non smettere di lottare, credi in te stessa, sii forte e non lasciarti abbattere mai .
    Combatti sempre e sorridi anche quando è difficile, anche quando vorresti abbandonarti allo sconforto
    Un abbraccio. Maura

    8 Feb 2023

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Martina e la sua storia di malattia e invalidità da freelance

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