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La Furia dei cervelli a Roma

14 Dicembre 2011 Eventi, Lavoro

Logo Furia dei cervelliNel 2011, Roma è stata il crocevia dei movimenti dei lavoratori della conoscenza. L’occupazione del teatro Valle il 14 giugno scorso è una delle punte più avanzate di un sommovimento sociale in un settore popolato da almeno 240 mila persone (le statistiche risalgono al 2008), cioè coloro che lavorano con la partita Iva, con i contratti di collaborazione, svolgono un lavoro nello spettacolo, nella consulenza, nella formazione, nella ricerca, nel commercio e nell’intermediazione, considerando anche la fortissima presenza delle comunità immigrate che lavorano nelle micro-imprese, nel lavoro domestico o di assistenza.

Alla luce di questa inedita situazione l’incontro pubblico “La furia dei cervelli”, promosso dall’Associazione dei Consulenti del Terziario Avanzato (Acta-Roma) e l’Associazione italiana per la progettazione visiva (Aiap-Lazio), prova a mettere per la prima volta attorno allo stesso tavolo una larga rappresentanza delle reti, dei movimenti e delle associazioni di categoria del lavoro indipendente e autonomo nella città di Roma. L’elenco riportato di seguito è solo indicativo ed è in corso di aggiornamento. All’iniziativa interverranno tra gli altri Cecilia D’Elia, Assessore alle Politiche Culturali e Vicepresidente della Provincia di Roma e Massimilano Smeriglio, assessore al lavoro della Provincia di Roma.

Il titolo dell’iniziativa è tratto da La Furia dei cervelli, il libro scritto da Giuseppe Allegri e Roberto Ciccarelli, edito da Manifestolibri, che offre un panorama completo sulla storia del lavoro indipendente e le soluzioni concrete e pragmatiche per affrontare la sua crisi di rappresentanza e per valorizzarne gli aspetti produttivi e sociali più innovativi. L’obiettivo dell’incontro non è solo quello di analizzare e denunciare la condizione materiale in cui versa oggi il lavoro indipendente, ma soprattutto quello di proporre una coalizione a partire da una serie di proposte pragmatiche condivise come la creazione di uno o più luoghi gratuiti, aperti e pubblici di co-working e di co-projecting o la creazione di un sistema di welfare per i singoli e per le loro famiglie.

LA FURIA DEI CERVELLI
Welfare, diritti e tutele per il lavoro autonomo, creativo e della conoscenza a Roma e in Italia

19 dicembre 2011 ore 16.00
Roma – Porta Futuro – Via Galvani, 108

Incontro pubblico a partire dal libro di Giuseppe Allegri e Roberto Ciccarelli, La furia dei cervelli, edito da Manifestolibri.

Promuovono:

  • Associazione dei Consulenti del Terziario Avanzato (Acta-Roma)
  • Associazione italiana per la progettazione visiva (Aiap-Lazio).

Intervengono le reti, le associazioni, i movimenti e le organizzazioni di categoria del lavoro autonomo, del lavoro culturale di Roma e della regione Lazio:

  • Teatro Valle Occupato
  • Massimiliano Smeriglio, assessore al lavoro della Provincia di Roma
  • Cecilia D’Elia, Assessore alle Politiche Culturali
  • Arci nazionale
  • BIN Italia – Basic Income Network,
  • Parco Scientifico dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
  • Studenti della Rete della Conoscenza
  • Generazione TQ – movimento di lavoratori e lavoratrici della conoscenza trenta-quarantenni,
  • Sezione Traduttori del Sindacato Nazionale Scrittori,
  • IVA Sei Partita – Architetti e ingegneri in viaggio con Iva,
  • Assointerpreti
  • APIS – Associazione Italiana Progettisti Sociali
  • Associazione 20 maggio
  • Lavoratori dell’arte, Milano
  • Occupiamoci di contemporaneo, Roma
  • ANA – Associazione Nazionale Archeologi
  • Errori di stampa – Coordinamento dei giornalisti precari free lance di Roma
  • Diversamente Occupate – Roma
  • Consulta del lavoro professionale, Cgil

Scarica la locandina dell’evento e aiutaci a diffonderla!

Adele Oliveri

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5 Commenti

  1. Flores

    Reply

    Allora, questa sì è una cosa molto triste. Il messaggio implicito è che i ‘cervelli’ sono solo i creativi, i lavoratori ‘della conoscenza’ ecc. ecc. E’ ora di finirla con questo snobismo sfigato. I cervelli sono ogni essere umano e un operaio in catena di montaggio ci mette più cervello di noi e più conoscenza di noi nel suo lavoro, perché sa che se non sta vigile ci rimette la pelle. Così non facciamo il nostro bene e alimentiamo uno snobismo nel quale personalmente non solo non mi riconosco ma che giudico contrario alla mia causa di ottenere più diritti e più riconoscenza per i lavoratori autonomi. Ci facciamo la figura dei presuntuosi e di quelli che si auto-giudicano bravi, e non è detto che lo siamo. Insomma sul piano che dite voi della Comunicazione con la C maiuscola queste espressioni “cervelli”, “lavoratori della conoscenza” comunicano arroganza, puzza sotto il naso, classismo, e implicito disprezzo verso chi evidentemente, per gli autori di questo messaggio, non lavora con il cervello.

    15 Dic 2011
  2. susanna

    Reply

    Cara Flores, conoscendo personalmente gli autori del libro, anche se il libro non l’ho ancora letto, penso di poter immediatamente dire che il senso del titolo era tutt’altro, o almeno così io, lettrice “esterna” l’ho letto. Evidentemente è soltanto una citazione,dato che siamo stati e siamo bombardati da anni con questa storia della fuga dei cervelli. Gli autori si sono permessi un piccolo gioco di parole, forse (ripeto, non ho ancora letto il libro, sicuramente nel testo si spiegherà il significato del titolo) per dire che quelli che vengono chiamati “cervelli” (le virgolette nel titolo del libro non si vedono materialmente, ma si sentono) adesso, più che fuggire, hanno deciso di infuriarsi.
    Tutto qui.
    Hai ragione sulla comunicazione, ma giudicare un libro dal titolo è un po’ come giudicare un cibo dal colore, e poi, proprio perchè gli operai alla catena di montaggio un cervello ce l’hanno eccome, dato che si sono già infuriati, e da parecchio, io tenderei a fargli credito di un po’ più di capacità di leggere con ironia, andando oltre il senso letterale delle parole.
    Comunque, per levarti qualsiasi dubbio, e perchè parlare e discutere fa sempre bene, ci vieni alla presentazione?
    ciao
    susanna

    15 Dic 2011
  3. Federico S.

    Reply

    Mi considero un lavoratore della conoscenza e che cosa posso farci se uso il cervello, ora devo pure usare un’altra espressione perché è considerata snob (e da chi poi)? A me non pare che ci sia una connotazione di merito nell’usare il cervello, anzi a quanto pare è una delle situazioni meno valorizzate in questo paese. Flores potresti portarci esempi e a conoscenza di chi e dove scrive che il lavoro della conoscenza è migliore, di classe e sprezzante verso altre forme di lavoro? Perché io il libro in questione lo sto leggendo e una delle forme più snob che conosca e quella di parlare di ciò che non si conosce o non si è letto.

    15 Dic 2011
  4. enrico parisio

    Reply

    forse dare una letta al libro non sarebbe male, prima di accusare di snobismo….
    è molto difficile mettere intorno ad un tavolo associazioni professionali, sindacati, politica, terzo settore realtà di movimento e portare avanti una politica di coalizione con tutti quei soggetti di fatto esclusi da qualsiasi garanzia e protezione sociale. Soggetti che non si sono ma parlati tra loro…
    se questo è snobismo….

    ciao!
    enrico parisio

    16 Dic 2011
  5. ugo testoni

    Reply

    “Ma ragazzi! Non stiam qui a fare il solletico alle sinapsi!” direbbe Crozza/Bersani.
    State mettendo in scena un bellissimo evento in cui vissuti personali, obiettivi collettivi, esperienze differenti si confrontano e cercano di produrre nuova coalizione: molto bravi!
    Questa “Furia di Cervelli” mi piace proprio, in bocca al lupo per il 19 da Milano.

    16 Dic 2011

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La Furia dei cervelli a Roma

di Adele Oliveri tempo di lettura: 2 min
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