ACTA blocca l’aumento INPS. Grazie a te!
19 Luglio 2012 Lavoro, News, Previdenza
Martedì 17 Luglio la Commissione Lavoro della Camera ha approvato l’emendamento che rimanda di un anno l’aumento dei contributi INPS e modifica le modalità di identificazione del lavoro autenticamente autonomo. Una vittoria della nostra lotta! Una tua vittoria!
Bloccato per un anno l’aumento della contribuzione INPS.
Si tratta di un’importante vittoria dell’azione promossa da ACTA, che ha visto l’adesione di tantissimi lavoratori autonomi. L’emendamento ritarda di un anno l’entrata in vigore dell’aumento dei contributi: è stato approvato dalla maggioranza in Commissione Lavoro, ha avuto parere favorevole dalla Commissione Bilancio ed ora dovrà essere ratificato da Camera e Senato. In questo modo ci saranno maggiori possibilità per intervenire e bloccare l’aumento: naturalmente su questo ACTA sin da ora si impegna per tenere viva la mobilitazione. In ogni caso già con questo blocco c’è un risparmio dell’1% per 6 anni
Un primo riconoscimento del ruolo del lavoro autonomo.
Questa prima vittoria è frutto di un lavoro culturale e di informazione che ACTA da anni promuove, ma che oggi fa un decisivo passo in avanti. Per la prima volta ci hanno considerato lavoratori autonomi che chiedono il riconoscimento del proprio lavoro e della propria autonomia e non lavoratori marginali da tutelare o evasori da colpire. L’onorevole Cazzola ha scritto ad Anna Soru, presidente di ACTA: “Voglio ringraziarla perché il suo ruolo e’ stato decisivo nel fornire una visione non accattona della Partita IVA”.
Il fatto che sia stata accolta la nostra proposta di estendere a 2 anni consecutivi il criterio per identificare la monocommittenza per le cosidette “false” partite IVA dimostra che hanno considerato il nostro punto di vista, rendendosi conto che la precedente formulazione costituitivi una minaccia al nostro lavoro.
Un riconoscimento della nostra associazione.
Si tratta del riconoscimento di ACTA come parte sociale. L’audizione in commissione alla Camera, di per sé un risultato, non è stato un passaggio senza conseguenze: ha portato all’accoglimento della nostra proposta per nuovi criteri di definizione delle “vere” partite IVA e al rinvio dell’aumento dei contributi, come altre associazioni avevano solo chiesto, senza tuttavia impegnarsi in una vera campagna di mobilitazione.
Una partita che prosegue, anche con il tuo contributo.
Ma il confronto è solo all’inizio! Proseguirà con i parlamentari e con il Vice Ministro Martone, che ha richiesto ad ACTA di presentare un appunto che servirà da base per iniziare un confronto che si intensificherà nei prossimi mesi. Anche grazie a questo contiamo di arrivare ad equiparare la nostra contribuzione a quella degli altri lavoratori autonomi e più in generale di ridiscutere l’approccio al nuovo lavoro autonomo e alle politiche che lo riguardano. Ma sarà necessario un ampio schieramento di forze.
In questa direzione ACTA si impegna a muoversi nei prossimi mesi, mobilitando le energie e le intelligenze del lavoro autonomo, che chiede e pretende futuro.
Senza ACTA non ci sarebbe stato questo risultato.
Ma, ricorda sempre, che senza di te non c’è ACTA! !
Ma, ricorda sempre, che senza di te non c’è ACTA! !
3 Commenti
Andrea
ReplyIo vi ringrazio, ma siamo solo all’inizio e la strada è molto lunga soprattutto perchè siamo in una congiuntura economica di crisi e soprattutto perchè l’INPS è in rosso e ha bisogno di soldi. Come meglio non prenderli da chi ha meno diritti e visibilità come noi?
Saluti.
bravi acta
Replycomplimenti
fatto questo direi che sia arrivato il momento di chiedere cose che non hanno nulla a che vedere con la manovra finanziaria, ma rappresentano dettagli importanti per l’attività degli autonomi
giù al sud chi si apre una partita iva, nonostante debba essere iscritto al vies ed espleti la burocrazia, non viene inserito nel registro, alcuni soltanto dopo mesi, molti non sono mai stati inseriti
in questo modo è impossibile lavorare con l’estero, ci stanno vietando di lavorare con questa burocrazia lentissima
commercialisti e funzionari dell’ade dicono che passati i 30 giorni e non si è ricevuto il diniego si sta di diritto nel vies, ma chi glielo spiega ai clienti?
i fornitori comunitari non vendono a chi non ha il vies, per non parlare dei clienti che a una verifica non trovano la corrispondenza nel registro vies
così si blocca l’attività economica, acta fate qualcosa, siete gli unici in grado di farlo, grazie