Elezione CD ACTA 2023 - I candidati
Scopri chi sono i candidati alla Presidenza e al consiglio direttivo di ACTA.
Presidenza
Silvia Santilli
Sono torinese e da 22 anni faccio l’Avvocato. Da sempre mi occupo di diritto del lavoro e della previdenza assistendo principalmente i lavoratori.
Negli anni mi sono resa conto di quanto stesse cambiando il mondo del lavoro e di come fosse necessario garantire diritti e tutela non solo ai lavoratori dipendenti ma anche ai sempre più numerosi lavoratori autonomi.
Credo fortemente nell’importanza di conoscere e far comprendere la realtà del lavoro autonomo nelle opportunità che offre ma anche nel suo lato oscuro di mancate tutele formando gli stessi “freelance” aiutandoli a conoscere i propri diritti e gli strumenti per vederne riconoscere di sempre maggiori.
Queste sono le ragioni per le quali mi sono avvicinata con interesse ad Acta e per cui mi candido al consiglio direttivo mettendo a disposizione le mie competenze e con la curiosità a mia volta di imparare e crescere.
Giulio Stumpo
Sono laureato in Economia e Commercio, vivo a Roma e mi occupo di analisi, valutazioni economiche e progettazione nel campo delle industrie Culturali e Creative. Sono socio di Living Live Internationalization Gateway s.r.l. impresa sociale in cui mi occupo di ricerca, consulenza e formazione sull’economia e la gestione di progetti a livello nazionale e internazionale nell’ambito della Creatività, della Cultura, dello Spettacolo e del Turismo. Sono consulente del Parco archeologico di Ostia antica dove mi occupo di programmazione strategica.
Sono stato fondatore e Amministratore Delegato di SMartIt Società Mutualistica per Artisti soc. coop. impresa sociale. Ho lavorato in progetti internazionali in Europa (Belgio, Croazia, Francia, Grecia, Lituania, Macedonia del Nord, Russia, Serbia, Spagna, Ungheria), Sud America (Paraguay), Asia (India, Siberia). Faccio parte del gruppo di lavoro del Compendium of Cultural Policies and Trend di Ericarts curando la sezione italiana delle industrie culturali e creative e ho fatto parte del network di esperti sulle politiche culturali EENC (European Expert Network on Culture) per cui ho curato la ricerca “The resilience of employment in the Culture and Creative Sectors (CCSs) during the crisis”.
Ho insegnato Economia del Welfare e Economia delle Autonomie locali al corso di Laurea in Economia presso l’Università dell’Aquila. Pubblico su temi di economia della cultura, lavoro culturale, finanza locale, consumi culturali per riviste, pubblicazioni specializzate e libri collettanei.
Mi impegno in Acta da diversi anni e credo alla prospettiva dello sviluppo di reti nazionali e internazionali di freelance nonché alle tematiche del mondo del lavoro che cambia. Penso di poter dare un contributo di riflessione sui temi connessi con il lavoro culturale.
La mia citazione preferita è: “I’m a Marxist of the Groucho Variety”.
Consiglio direttivo
Carmela (Titti) Lucibello
Mi occupo di Assistenza Virtuale per associazioni e freelance, ma anche di Consulenza di Carriera e Orientamento al lavoro. Nata per caso a Brescia, cresciuta a Salerno, mi sono laureata ad Urbino in psicologia clinica e mi sono specializzata nella gestione delle risorse umane, in particolare in selezione, sviluppo e formazione del personale. Oramai torinese d’adozione, dove ho “messo su famiglia” da quasi quindici anni.
Collaboro con ACTA dal 2021 sugli aspetti legati all’amministrazione e alla tesoreria, un tempo breve ma sufficiente per apprezzarne il valore. Sono diventata freelance nel 2016 come scelta “obbligata” dopo varie esperienze lavorative da dipendente, non sempre “contrattualmente adeguate” e, il tentativo di reinventarmi come libera professionista, si è rivelato una grande opportunità e una dimensione nella quale mi riconosco e mi sono ritrovata.
Condivido i valori e l’impegno di ACTA nel difendere e portare avanti le battaglie politiche sul lavoro autonomo, e sono fiera di poter dare, da dietro le quinte, il mio contributo e far parte del Consiglio Direttivo. Cercherò di collaborare e imparare dalla competenza e dall’esperienza delle persone che lo compongono per poter essere più incisiva e apportare valore all’associazione.
Mi divido tra due figli, il mare della costiera amalfitana e i portici di Torino. Curiosa per natura ma troppo pigra per seguire tutte le mie passioni, vorrei essere sempre in viaggio anche se odio fare le valigie. Mi infervoro sempre quando si parla di diritti e di femminismo, amo la fotografia, i libri, l’architettura, l’ironia, i podcast e, ovviamente, la pizza.
Irene Bortolotti
Mi occupo di modelli matematici e software. Sono una freelance per scelta dopo l’esperienza da dipendente e da imprenditrice. Nonostante tutte le difficoltà e le complessità da gestire, rifarei la scelta senza esitazioni. Sentivo però la necessità di “fare” qualcosa per non sentirmi più una cittadina di serie B, spremuta come un limone, ma guardata dal resto del mondo del lavoro e dal mondo politico come una truffatrice oppure una “sfigata” finta partita iva.
Facendo ricerche in rete sulle questioni previdenziali mi sono imbattuta nelle campagne di Acta per fermare l’inesorabile avanzata dell’aliquota Inps della gestione separata sancita dalla legge Fornero, che mi angosciava e indignava non poco, e mi sono ritrovata perfettamente in tutti i post che leggevo. Facevo fatica a crederci, è stato un caso di amore a prima lettura! Freelance che si aiutano tra loro per non sentirsi soli in questa società ritagliata su misura per il lavoro dipendente.
Da allora mi sono associata e ho seguito tutte le varie iniziative, e quando l’Acta Day si è tenuto a Bologna nel 2015 non mi è parso vero di poter partecipare anche fisicamente e, con altre persone entusiaste e volenterose abbiamo dato origine al gruppo Acta Emilia Romagna di cui sono referente. Ora abbiamo attivi sportelli periodici a Bologna, Parma, Ferrara e Imola, organizziamo seminari e corsi su vari temi importanti per la nostra realtà lavorativa (diritti, previdenza, contrattazione, fisco, e molto altro) e cerchiamo di fare lobbying – nel senso positivo del termine – presso le istituzioni locali per aumentare l’inclusione dei lavoratori autonomi in tutte le iniziative previste per le aziende e i lavoratori dipendenti che di solito ci vedono esclusi.
Caterina Giannottu
Sono Caterina Giannottu e dal 2010 sono una consulente freelance specializzata in comunicazione digitale strategica. Mi sentirete definirmi antropologa del web, visual designer o strategist, a seconda delle situazioni. La verità è che ho una formazione multipla e diversificata che mal si presta alla definizione: laurea specialistica in antropologia culturale, master in Project Management e formazione triennale in grafica d’arte.
Ho incontrato il mondo digitale nel 2009, nell’ambito di grandi progetti internazionali. Da allora comunicare e promuovere è per me il centro di continua ricerca di innovazione. Mi entusiasma la tecnologia, mi piace cavalcare l’onda del cambiamento costante che il mondo digitale richiede. Ho messo tante volte la mia professionalità al servizio di cause importanti: parità di genere, contrasto alla violenza economica, pari accesso al welfare.
In Acta ho trovato una grande famiglia, consonanza di intenti e voglia di cambiare le cose, in meglio.
Il mio impegno in Acta sarà dedicato in particolare ai temi dell’accesso al credito e della tutela contrattuale del lavoro freelance, specialmente delle donne.
Mattia Cavani
Sono nato a Carpi, al centro dell’Emilia. Nei miei primi anni da partita iva editoriale, dal 2015, ho lavorato come un vero carpigiano anni Ottanta, quando nel distretto il Partito promuoveva l’autosfruttamento nella forma di impresa individuale come strategia per liberarsi dalla fabbrica. Comunisti col Volvo. Solo che ero a Milano in un bilocale muffoso, e potevo giusto vantarmi di lavorare con i libri, altro che Volvo. Nel 2019 sono entrato nel Consiglio direttivo di Acta e pochi mesi dopo ho partecipato alla fondazione di Redacta.
In questi tre anni abbiamo fatto inchieste, abbiamo parlato sempre di soldi in un settore dove si lavora “per passione”, abbiamo cospirato e benedetto l’inevitabilità del conflitto. Non abbiamo liberato la vita dal lavoro (autonomo) – sto sempre nel bilocale muffoso – ma abbiamo costruito uno spazio dove (questa è di Carlo Levi) non occorre essere liberi dalle passioni, ma si può essere liberi nelle passioni.
Mi ricandido come consigliere con l’obiettivo di allargare e rafforzare questo spazio e di crearne di nuovi: la nostra ricerca sull’audiovisivo, la nuova legge sul diritto d’autore e il cambio di paradigma della Commissione europea sulla contrattazione collettiva sono tutti buoni punti di partenza, ci divertiremo.
Federica Ciccariello
Ho nel mio curriculum una laurea triennale in Lingue e Culture Arabo-Islamiche, una specialistica di Scienze Politiche in Relazioni Internazionali e un master ICE in Export Management per l’internazionalizzazione delle imprese.
Ho iniziato a lavorare nel digitale quando, grazie a un progetto di Google, ho affiancato PMI della provincia di Latina come Digital Strategist. E da lì, non ho mai smesso.
Mi occupo di Social Media Management e Social Ads dal 2017, anno in cui ho aperto la partita iva e sono diventata una freelance: con rischi e pericoli ho scelto di essere una libera professionista per decidere con chi lavorare, come, quando, quanto, dove, perché.
Dopo aver vissuto in altre città italiane e estere, sono voluta tornare a vivere e lavorare nella mia piccola città in provincia di Latina, a Gaeta. Per poter vedere il mio mare quando alzo lo sguardo dal pc, per poter allungare la mano dal mouse e stringere gli affetti cari, per poter fare base nel posto che chiamo “casa” e da qui partire ogni volta per i miei viaggi. La libertà di essere freelance, per me, è anche questa.
A distanza di anni rifarei la stessa scelta, sebbene non mi dispiacerebbe avere le tutele che ha un lavoratore dipendente. Sono diventata socia ACTA proprio quando cercavo informazioni sui miei diritti e sul modo di farli valere. E sono in ACTA proprio per questo, per lottare e conquistarli.
Giada Riva
Sono nata in Toscana, dove vivo ancora. Ho studiato lingue straniere e poi traduzione. Ho vissuto qualche tempo all’estero per studio e lavoro, ma sono rientrata in Italia. Di mestiere sono una traduttrice, in particolare mi occupo di transcreazione nel settore di marketing, e sottotitolatrice, e sono anche una femminista intersezionale convinta.
Il lavoro dei sottotitoli, esploso grazie alle piattaforme di streaming, è sconosciuto e sottovalutato. Spesso io, come colleghe e colleghi, ci troviamo a affrontare in solitudine le grandi agenzie multinazionali che gestiscono la localizzazione dei contenuti per conto delle aziende di streaming come catene di montaggio, con tariffe bassissime e condizioni di lavoro insostenibili. Mi sono avvicinata ad ACTA perché insieme a altre persone del settore abbiamo fondato un gruppo per negoziare tariffe migliori. ACTA è stata una risorsa preziosa, e l’unica associazione che ci abbia aiutato veramente in quest’avventura che è ancora in corso. Per ricambiare, ho deciso di partecipare attivamente e dare il mio contributo.
Con la mia candidatura nel Consiglio Direttivo vorrei riuscire a coinvolgere più colleghi e colleghe del mondo dei sottotitoli e della traduzione audiovisiva dentro ACTA, perché vorrei che fossero tutti a conoscenza delle tutele e dei diritti che ci spettano in quanto lavoratori autonomi. Inoltre, mi piacerebbe riallacciare la rete europea dei freelance per portare avanti istanze importanti come, ad esempio, la contrattazione collettiva per gli autonomi, perché credo fermamente che “L’unione fa la forza”.
Giovanni Campanella
Nato a Firenze, da tempo mi divido tra Italia e Giappone. Mi sono laureato in Relazioni Internazionali a Firenze e ho conseguito un titolo di master in Gestione dell’Innovazione e Project Management a Padova. Frattanto, dopo una breve esperienza come correttore di bozze, la passione per il cinema e le lingue mi ha portato a lavorare nel campo dei sottotitoli: prima alle dipendenze di una multinazionale statunitense (occupandomi di controllo della qualità e gestendo i rapporti con i traduttori), poi autonomamente (diventando traduttore io stesso).
Ai tempi dell’università, mi sono interessato di opportunità e problematiche legate al fenomeno trans-statale della globalizzazione, che da un lato apre il mondo a imprese, movimenti, persone, dall’altro rende più complessa la gestione della cosa pubblica da parte di autorità governative figlie di una concezione territorialistica della realtà.
Oggi riscontro come le medesime opportunità e problematiche caratterizzino la vita mia e di molti altri freelance che, come me, possono ad esempio scegliere di vivere e lavorare in più posti nell’arco dello stesso anno, ma non riescono a vedersi pienamente riconosciuta una serie di diritti fondamentali (vecchi e nuovi), o perché sono diritti in via di (ri-)definizione da parte delle autorità, o perché le istituzioni esistenti sono capaci solo parzialmente di farli rispettare.
Mi candido al Consiglio Direttivo di ACTA per poter lottare meglio per il pieno riconoscimento dei nostri diritti di freelance, avendo ben presente la dimensione globale delle nostre istanze.
Giulia Carini
Sono nata e cresciuta nel Parco del Ticino, in una di quelle cittadine di provincia che pur essendo a venti chilometri da Milano vive un tempo tutto suo, ancora oggi. Lavoro nel settore dell’editoria libraria come redattrice freelance, ma prima di arrivarci ho provato tante cose: mi sono avvicinata al mondo del teatro e della musica, ho lavorato come guida rafting, e sono anche scappata dall’altra parte del mondo per cercarmi.
Pensavo di essermi ritrovata, quando ho deciso di lavorare con i libri. Mi sbagliavo. Il mondo dell’editoria mi ha masticato, inghiottito e rigurgitato. L’ha fatto non con la violenza che si legge sui giornali, ma con la raffinatezza di chi, intanto, si sta occupando di cultura.
E alla fine, come sempre, non serviva andare tanto lontano per trovarmi. Bastava una battuta, un gesto di intesa, bastava dare fiducia a chi era freelance come me. Insieme abbiamo costruito Redacta, abbattendo il primo pilastro che permetteva il nostro sfruttamento: la solitudine.
Da allora sono passati tre anni.
Mi candido al consiglio direttivo perché voglio continuare ad abbattere pilastri, quelli portanti, quelli che ci raccontano non si possono toccare. E voglio farlo insieme, per non perdermi più.
Irene Cavarero
Sono nata nel Texas d’Italia, cioè nella provincia di Cuneo. Qui ho iniziato a lavorare a 14 anni come cameriera (con pessimi risultati). Ho compiuto 18 anni nel mese intercorso tra il G8 di Genova e l’attentato alle Torri Gemelle: in pratica quando la mia generazione si affacciava all’età adulta, i fatti ne spegnevano l’immaginazione e le speranze.
Ho studiato a Pisa Storia dell’arte contemporanea e a Milano Editoria. Nel 2009 ero pronta per iniziare a lavorare; il mondo del lavoro invece, in piena crisi economica globale, era un po’ meno pronto ad accogliermi. Da allora ho avuto diversi contratti, ma la sostanza non è cambiata: sono una cottimista dell’editoria scolastica. È un lavoro che ho scelto e che svolgo con passione: “passione” sia nel senso di amore (per i libri scolastici e l’educazione), sia come patimento e martirio per i picchi di stress che questa professione comporta.
Sin da quando ho iniziato a lavorare, per indole e forma mentis, non mi sono ritrovata né nelle logiche individualiste, né in quelle aziendaliste. Da anni sono impegnata nell’associazionismo e sono convinta che fare rete sia la chiave per migliorare le condizioni di tutti, per questo mi sono associata ad Acta, che ho conosciuto tramite Redacta, con cui ora organizzo le riunioni periodiche a Torino, dove vivo.
Spero di portare in Acta l’esperienza di chi, come me, non ha la stoffa dell’“imprenditrice di sé stessa”, ma ha dovuto prendere la partita iva per poter svolgere la propria professione, e l’attenzione al lavoro povero, purtroppo molto diffuso tra gli autonomi.
Samanta Boni
Nasco in Veneto alla fine degli anni ’70 e nel 2005 dopo un paio d’anni da dipendente spicco il volo e divento traduttrice freelance, specializzata in ambito marketing e informatica.
Nel 2008 incontro Acta ed è subito “amore”. Ho fatto parte del consiglio direttivo dell’associazione per due mandati e ora, dopo una pausa di tre anni, mi ricandido. È difficile chiudere con Acta! In questi anni ho continuato ad occuparmi dell’Ufficio Stampa, ma soprattutto delle domande delle socie e dei soci su malattia, maternità e congedi parentali. Grazie all’esperienza maturata nelle mie varie vicissitudini con l’INPS, nel 2017 ho pubblicato per Zandegù l’ebook “Il welfare per freelance non è una leggenda metropolitana. Cavarsela con l’INPS in caso di malattia, maternità e altri diritti”.
Per il prossimo mandato vorrei riuscire a sensibilizzare le istituzioni sulle tutele per ottenere migliori condizioni di accesso e garantire una maggiore equità di trattamento.
“In Acta sono l’interfaccia coi media, l’esperta di maternità e malattia, quella che si scalda per le ingiustizie, soprattutto se arrivano dall’INPS…”
Silvia Gola
Sono nata 4 giorni dopo la dissoluzione del PCI, e dunque in un mondo che hanno voluto venderci sempre come post-ideologico. Proprio per questo, forse, e non nonostante questo, da più di 10 anni cerco un senso sociale all’esistenza personale.
Sarei formata per lavorare in editoria ma si tratta di un amore che (ancora?) non è sbocciato. Lavoro nella comunicazione e, di tanto in tanto, mi affaccio sul giornalismo culturale. Ovvero: “uno per la pagnotta, e l’altro per la gloria”.
In Acta ho trovato quello che non ho rintracciato in altre esperienze politiche, associative e di volontariato, e cioè un insieme di puntualità analitica che non va a discapito di un approccio pragmatico di solidarietà.
Il mio impegno vuole essere quello di continuare a espandere capillarmente la presenza di Acta in settori della società civile permeabili e meno, una sorta di evangelizzazione sindacale imperterrita, continuando a fare parte attiva di Redacta, partecipando a ricerche su altri comparti del lavoro culturale in senso largo, contribuendo a mettere in piedi uno spazio di confronto per i lavoratori e le lavoratrici del digitale.