Quanto devo farmi pagare?
11 Giugno 2020 Lavoro, Prontuario Redacta
Aggiornamento Aprile 2024: Abbiamo pubblicato un aggiornamento dei compensi dignitosi, questo articolo è diventato un libro, una guida, più grande, più precisa, più ambiziosa, la trovi qui.
Definire un compenso adeguato è complicato per qualsiasi freelance. Redacta ha elaborato una proposta metodologica a partire dal caso dell’editoria libraria.
Ogni freelance che lavora nel settore editoriale si è trovato a un certo punto di fronte a questa domanda. A partire dai dati raccolti dall’inchiesta Redacta 2019/2020, proponiamo qui alcuni strumenti utili per calcolare quanto sia giusto farsi pagare.
In editoria la maggior parte delle lavorazioni è pagata a cottimo (l’unità è la cartella editoriale, di solito corrispondente a 2.000 battute, o la pagina) o a forfait. In entrambi i casi il professionista conosce la tariffa a “pezzo lavorato”, ma valutare se la tariffa sia “buona o meno” non è scontato.
Una proposta… indecente?
Prendiamo per esempio una correzione di bozze per cui viene offerto 1€ lordo a cartella (tutti i compensi citati in questo articolo sono da intendersi come lordi): se il libro è costituito da 200 cartelle, il compenso sarà di 200€. È una buona tariffa? Se si è alle prime armi è difficile avere un’idea precisa, e anche una volta acquisita una certa professionalità bisogna ammettere che ogni bozza ha una sua specificità e qualunque calcolo sarà soggetto ad approssimazioni. Tuttavia è utile prendere in considerazione due strumenti per iniziare a riflettere sulla tariffa che ci è stata proposta: la mediana delle tariffe vigenti sul mercato e la media delle cartelle lavorate all’ora.
Mediana e cartelle orarie. E le vacanze?
Con il sondaggio Redacta 2019/2020 abbiamo raccolto le tariffe di numerosi editori. Nella nostra area riservata (in arrivo il 19 giugno!) è possibile vederle tutte, ma per avere un’idea del mercato possiamo accontentarci anche della mediana. Questa cifra rappresenta il valore che si trova nel mezzo della distribuzione, ed è preferibile alla media in quanto non risulta influenzata dai valori estremi della distribuzione.
La mediana però non è sufficiente a stabilire se 1€ a cartella sia una tariffa buona. Tutto dipende da quanto tempo ci vuole per correggere una cartella: se ci serve un’ora siamo pagati pochissimo, se ci bastano cinque minuti non possiamo lamentarci. Dai dati del nostro sondaggio è possibile scoprire anche quanto tempo, in media, un redattore o una redattrice freelance impiegano per correggere una cartella di testo in bozza.
Mediana | Cartelle/ora | |
Seconda bozza | 0.8 | 12.8 |
Prima bozza | 1 | 10.3 |
Editing | 3 | 5 |
Revisione | 3 | 4.2 |
Torniamo al nostro esempio: 1€ a cartella per una prima bozza corrisponde alla mediana delle tariffe sul mercato, dunque non è molto diverso da quanto potremmo ottenere altrove. Se però consideriamo la media delle cartelle lavorate all’ora, significa che l’offerta corrisponde a circa 10€ l’ora. La domanda diventa: con 10€ lordi l’ora riesco a pagare tasse, contributi e avere ancora abbastanza soldi per sopravvivere? (E magari godere di qualche lusso come… una vacanza?)
Se la risposta è no, significa che la tariffa è troppo bassa ed è necessario provare a contrattare una tariffa più alta, in modo da valorizzare la propria professionalità e garantire una sostenibilità economica. Ovviamente in questo caso più la tariffa è alta meglio è, ma sarebbe preferibile avere come riferimento un compenso dignitoso. Abbiamo anche quello!
Un compenso dignitoso
Per arrivare al compenso dignitoso siamo partiti dal metodo della Low pay commission britannica – un’istituzione in cui sono presenti sindacati, datori di lavoro ed esperti – per calcolare il compenso minimo di chi è pagato “a pezzo”. Funziona così:
- si parte dal numero medio di pezzi prodotti in un’ora. Nell’esempio della prima bozza, 10.3 cartelle;
- lo si divide per 1.2, per evitare di penalizzare i nuovi arrivati, più lenti. Quindi 10.3/1.2=8.6;
- si divide il salario minimo orario per il numero ottenuto. Ma quale salario minimo?
Nel settore editoriale non esistono compensi minimi per lavoratori indipendenti (a dire il vero, sono vietati per tutto il lavoro autonomo dalle norme dell’Antitrust), ma nel Contratto Collettivo Nazionale Grafici-Editoriali sono presenti salari minimi che variano a seconda dell’inquadramento. Per il nostro esempio prendiamo come riferimento una qualifica che prevede un salario minimo orario di 14€. Fatti i calcoli, il risultato per la correzione della bozza sarebbe intorno a 1.6€ a cartella.
Finito qui? No! Nel caso dei dipendenti l’azienda si trova ad affrontare costi aggiuntivi (contributi previdenziali e assicurativi, TFR) che non rientrano nel salario lordo corrisposto al lavoratore; per questo, e anche per tenere conto dei costi ulteriori (formazione, amministrazione, promozione) e dei rischi che devono affrontare i freelance, aggiungiamo un 25%.
Un ultimo aggiustamento: non tutti i committenti sono uguali e, in particolare, in alcuni sotto-settori le paghe sono migliori. Secondo il nostro sondaggio, per esempio, nella scolastica e nell’editoria per ragazzi le tariffe sono in media il 15% più alte. Se il lavoro proposto riguarda uno di questi settori, il calcolo del compenso dignitoso deve tenere conto di tale differenza.
Di seguito i compensi dignitosi per le principali prestazioni editoriali, con il salario minimo orario preso a riferimento.
Salario minimo orario di riferimento | Compenso minimo calcolato con metodo LPC | Compenso dignitoso per freelance (+25%) | Mediana | |
Seconda bozza | 13.3 | 1.2 | 1.6 | 0.8 |
Prima bozza | 14 | 1.6 | 2 | 1 |
Editing | 15 | 3.6 | 4.5 | 3 |
Revisione | 15 | 4.3 | 5.4 | 3 |
Tiriamo le somme
Adesso siamo in grado di valutare meglio l’offerta che abbiamo ricevuto. 1€ a cartella rappresenta un valore in linea con l’andamento del mercato, ma corrisponde alla metà di un compenso dignitoso parametrato su un salario minimo orario per lavoratori dipendenti dell’editoria (che, come forse saprete, non hanno il Contratto Collettivo più generoso in circolazione, oltre a essere da tempo scaduto e in attesa di rinnovo).
Andando oltre questo esempio, il metodo che abbiamo illustrato dovrebbe essere utilizzato tutte le volte che ci propongono una commissione. Grazie ai dati raccolti nel nostro sondaggio, siamo in grado di fornire a tutti i professionisti dell’editoria i parametri fondamentali per orientarsi nel mercato e per capire quanto i compensi attuali siano ben lontani da una soglia di dignità.
Ogni volta che accettiamo un compenso indecente svalutiamo la nostra professionalità e quella degli altri. Il risultato di questa corsa al ribasso ce l’abbiamo ben presente.